The ABCs of Death
di Adam Wingard, Adrián García Bogliano, Anders Morgenthaler, Andrew Traucki, Angela Bettis, Banjong Pisanthanakun, Ben Wheatley, Bruno Forzani, Ernesto Díaz Espinoza, Héléne Cattet, Jake West, Jason Eisener, Jon Schnepp, Jorge Michel Grau, Kaare Andrews, Lee Hardcastle, Marcel Sarmiento, Nacho Vigalondo, Noboru Iguchi, Simon Barrett, Simon Rumley, Srdjan Spasojevic, Thomas Malling, Ti West, Timo Tjahjanto, Xavier Gens, Yoshihiro Nishimura, Yudai Yamaguchi
Sotto l’egida dei produttori Ant Timpson e Tim League, ventisei registi firmano l’horror collettivo The ABCs of Death, un curioso ma altalenante esperimento incentrato sul tema della morte.
Va’ e uccidi
Ventisei registi, ventisei lettere dell’alfabeto, ventisei modi di morire. Dall’Inghilterra al Messico, dalla fine del mondo all’orgasmo, la morte è ovunque… [sinossi]
“Questo film è stato creato da 26 registi provenienti da tutto il mondo. Ogni regista si è visto assegnare una lettera dell’alfabeto e ha poi scelto una parola. In seguito ognuno ha creato un breve racconto di morte legato alla parola scelta. Essi avevano libertà artistica assoluta riguardo il contenuto dei loro segmenti.” Così inizia The ABCs of Death, quasi a voler rivendicare un principio – quello della libertà creativa – che è ormai difficile da individuare in gran parte delle produzioni di genere nel panorama cinematografico in lingua inglese, anche in casi teoricamente “estremi” – e qui esuliamo parzialmente dal campo del cinema – come la serie televisiva Masters of Horror (l’episodio della prima stagione diretto da Dario Argento, Jenifer, subì dei tagli, mentre quello di Takashi Miike, Imprint, non è mai andato in onda negli Stati Uniti). Forse anche per questo molti dei nomi coinvolti in questo esperimento, più curioso che riuscito, sono internazionali, e quindi legati a cinematografie dove la censura rappresenta un problema minore rispetto al sistema americano (e avrà certamente rappresentato un incentivo, per lo meno a livello strettamente produttivo, il budget ridotto: ogni cortometraggio è costato 5000 dollari).
Il progetto vanta una nutrita rappresentanza spagnola e/o sudamericana (Nacho Vigalondo, Jorge Michael Grau, Marcel Sarmiento, Ernesto Diaz Espinosa, Adrian Garcia Bogliano), più qualche nome di richiamo proveniente dalla Francia (Xavier Gens, il duo Forzani-Cattet), dall’Indonesia (Timo Tjahjanto), dalla Tailandia (Banjong Pisanthanakun), dal Giappone (Noboru Iguchi, Yudai Yamaguchi, Yoshihiro Nishimura), dalla Danimarca (Anders Morgenthaler) e dalla Serbia (Srđan Spasojević, regista del controverso A Serbian Film). Completano i ranghi personalità del calibro di Ben Wheatley, Angela Bettis e il duo Adam Wingard/Simon Barrett (You’re Next, The Guest). Un gruppo che sulla carta fa venire l’acquolina in bocca, ma che in realtà produce risultati molto discontinui. Se da un lato Forzani e Cattet, autori del segmento O is for Orgasm, riescono ad esprimere perfettamente tutta la loro concezione del cinema come arte e mezzo nel giro di pochi minuti, dall’altro un giovane talento come Ti West (The House of the Devil, The Innkeepers, The Sacrament) mostra segni di pigrizia totale con M is for Miscarriage, un prodotto talmente inconsistente e “brutto” – in termini puramente estetici – che viene da chiedersi quanto il regista abbia preso sul serio il progetto..
Altrove è interessante vedere come la stessa idea, concettuale o visiva, sia portata sullo schermo da autori diversi: Andrew Traucki (G is for Gravity) e Ben Wheatley (U is for Unearthed) si servono entrambi della soggettiva, il primo per rappresentare in modo fiacco e piuttosto cheap il suicidio, il secondo per reinventare simpaticamente l’iconografia del vampire movie; il duo Wingard-Barrett fa un ottimo uso dell’autoironia in Q is for Quack, dove gli stessi registi si interrogano sul modo migliore per realizzare il loro cortometraggio, mentre Jon Schnepp si serve del medesimo espediente in W is for WTF – il titolo la dice lunga – come pretesto per non fare nulla; Morgenthaler e l’inglese Lee Hardcastle (vincitore di un concorso per realizzare uno degli episodi) sono autori di corti d’animazione (K is for Klutz realizzato in modo tradizionale, T is for Toilet con la stop motion), entrambi basati sulla centralità drammaturgica del WC, ma solo Hardcastle si astiene da ovvie e facili battute scatologiche. Infine, la questione spinosa dell’horror – se The ABCs of Death si può intendere come tale, dato che molti dei corti hanno poco o nulla a che vedere col brivido – come veicolo di contenuti sociali, affrontata da Grau nell’inerte I is for Ingrown (la cui ragione di esistere è legata solo ed esclusivamente alla scritta finale), da Gens nel terrificante X is for XXL e soprattutto da Spasojević nel satirico R is for Removal, brillante riflessione sul futuro della pellicola, tra i momenti più alti di un’opera altamente imperfetta ma impossibile da accantonare, specialmente se si è appassionati di genere.
Info
Il sito ufficiale di The ABCs of Death.
- Genere: commedia, horror
- Titolo originale: The ABCs of Death
- Paese/Anno: Giappone, Messico, Spagna, USA | 2012
- Regia: Adam Wingard, Adrián García Bogliano, Anders Morgenthaler, Andrew Traucki, Angela Bettis, Banjong Pisanthanakun, Ben Wheatley, Bruno Forzani, Ernesto Díaz Espinoza, Héléne Cattet, Jake West, Jason Eisener, Jon Schnepp, Jorge Michel Grau, Kaare Andrews, Lee Hardcastle, Marcel Sarmiento, Nacho Vigalondo, Noboru Iguchi, Simon Barrett, Simon Rumley, Srdjan Spasojevic, Thomas Malling, Ti West, Timo Tjahjanto, Xavier Gens, Yoshihiro Nishimura, Yudai Yamaguchi
- Sceneggiatura: Adrián García Bogliano, Bruno Forzani, Dimitrije Vojnov, Ernesto Díaz Espinoza, Hélène Cattet, Jon Schnepp, Kaare Andrews, Lee Hardcastle, Marcel Sarmiento, Nacho Vigalondo, Noboru Iguchi, Simon Barrett, Simon Rumley, Srdjan Spasojevic, Ti West, Yoshihiro Nishimura, Yudai Yamaguchi
- Fotografia: Antoine Marteau, Chayse Irvin, Chris Hilleke, Ernesto Herrera, Harris Charalambous, Jon D. Domínguez, Karim Hussain, Laurie Rose, Magnus Flåto, Manuel Dacosse, Milton Kam, Nemanja Jovanov, Nicolás Ibieta, Shu G. Momose, Yasutaka Nagano
- Montaggio: Adrián García Bogliano, Ernesto Díaz Espinoza, Greg Ng, Jon D. Domínguez, Martin Wichmann, Phillip Blackford, Robert Hall, Takanori Tsujimoto, Tim Kolenut, Yoshihiro Nishimura, Yudai Yamaguchi
- Interpreti: Adam Wingard, Adriana Paz, Alejandra Urdiaín, Alex Mcaulay, Arata Yamanaka, Arisa Nakamura, Atsushi Hiroki, Brenden J. McVeigh, Cansirano, Casey Andrews, Chaira Sedney, Chems Dahmani, Chennevieve Huisden, Chris Hampton, Daisuke Sasaki, Dallas Malloy, Daniel Bacon, Darenzia Elizabeth, Dee Ledbetter, Demo Tanaka, Eddie Griffith, Elisabeth Rosen, Elizabeth Mcaulay, Epy Kusnandar, Erik Aude, Eva Llorach, Fraser Corbett, G. Patrick Currie, Gary M. Iskak, George Marquez, Gerrard Kamaru, Greg De Cuir, Greta Martinez, Harold Torres, Hiroaki Murakami, Hiroko Yashiki, Hokaze Yamada, Holly Payne, Honoka Murakami, Imogen Mcaulay, Imran Mohamedajoeb, Ingrid Bolsø Berdal, Iván González, Jeremy Raymond, JLouis Mills, Johannes Eilertsen, Johnson Phan, Jon Øigarden, Joshua Diolosa, Juan Carlos Bagnell, Juanita Ringeling, Justin Ridge, Katsuyuki Miyake, Kelly Green, Kelly Tandiono, Kim Richardson, Kurumi Ochiai, Kyra Zagorsky, Laurie Rose, Laya Bella, Lee Hardcastle, Leo Dowd, Lisa Lynch, Liz Harvey, Lucy Clements, Luther Whang, Manon Beuchot, Mark Devine, Mark Miller-Summer, Mark Steiner, Martine Årnes Sørensen, Matías Oviedo, Matt Bowler, Michael Rogers, Michael Smiley, Miquel Insua, Naoko Takahashi, Neil Maskell, Octavio Michel, Orn-Arnin Peerachakajornpatt, Ozzy Dian, Pablo Guisa Koestinger, Patty Sandya, Paul Foster, Peter Pedrero, Putri Sukardi, Rashidi Beck, Riley the Dog, Robby Nielo, Robin Hill, Rurik Sallé, Rylan Logan, Sadashi Matsubayashi, Sarah Bonrepaux, Seminosuke Murasugi, Seth Ranaweera, Shelissa Sedney, Simon Barrett, Simon Smith, Sissi Duparc, Steve Berens, Takashi Nishina, Teguh Leo, Tere Beckman, Terry Smith, Tilly Gaunt, Tim Dunn, Tipper Newton, Tjong Siat Lim, Tomomi Sugai, Torgny Gerhard Aanderaa, Tsuyoshi Kazuno, Valentino Sabajo, Vanja Lazin, Wiwat Kongrasri, Xavier Magot, Yoshio Komatsu, Yui Murata, Yvanna Hilton
- Colonna sonora: Aria Prayogi, Yasuhiko Fukuda, Fajar Yuskemal, Jammes Luckett, Johannes Ringen, Julio Pillado, Kevin Riepl, Kou Nakagawa, Nobuhiko Morino, Phillip Blackford, Simon Boswell
- Produzione: Drafthouse Films
- Durata: 124'