Midnight Special

Midnight Special

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Nichols declina a suo modo la science fiction avventurosa degli anni Settanta e Ottanta, innervandola di autorialità e di un umanesimo che indaga fin nelle pieghe più profonde i legami affettivi: un cinema di genitori e figli, questa volta alle prese con un dichiarato omaggio a Carpenter, a Spielberg e a una modalità narrativa che ama(va) il racconto e i suoi tempi. Impreziosito dall’immancabile presenza di Michael Shannon, Midnight Special è in concorso alla Berlinale 2016.

Seconda stella a destra

Roy, il figlio di otto anni Alton e l’amico Lucas sono in fuga da una setta religiosa e da un gruppo di agenti governativi. Ricercati in lungo e in largo, Roy e Lucas proteggono ad ogni costo il piccolo Alton, dotato di misteriosi poteri sovrannaturali… [sinossi]

Jeff Nichols non nasconde le evidenti e nobili fonti d’ispirazione. Midnight Special trasuda cinema carpenteriano e spielberghiano, e pesca a piene mani da movimenti di macchina, suggestioni sonore, intuizioni narrative – Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. L’extra-terrestre, Starman, ma anche le avventure sci-fi scricchiolanti e disneyane Incredibile viaggio verso l’ignoto e Ritorno dall’ignoto. Non solo un omaggio ma una dichiarazione d’intenti: la piena adesione a un cinema che non è facilmente replicabile, che concede al racconto e all’avventura il tempo per decantare, per imboccare nuove strade, con detour (im)previsti, e che distillata la componente sci-fi con parsimonia fino al crescendo finale, allo stupore, alla rivincita del fantastico sul reale.

Nichols lavora per buona parte della pellicola di sottrazione, catapultando lo spettatore nel bel mezzo della fuga di Roy, Lucas e Alton. Le ruote aggrediscono l’asfalto, Nichols non si nega promettenti movimenti di macchina e note corpose, ma Midnight Special è un’avventura on the road che anche nelle sequenze più movimentate predilige la dimensione intima e drammatica. La natura evidentemente derivativa della pellicola permette a Nichols e agli spettatori di focalizzarsi sui successivi piani di lettura, sulla centralità della sfera affettiva, sulla linearità sentimentale e umana del viaggio del piccolo Alton e soprattutto della sua famiglia allargata e sui generis – Lucas, il roccioso Joel Edgerton, è un amico fraterno, uno zio acquisito, una specie di angelo custode.

Midnight Special è fantascienza a misura d’uomo, plasmata su un immaginario (e un’immagine sovrapposta) ottimista: l’alieno non è un invasore ma una possibile guida, un essere superiore e benevolo. Un osservatore antropomorfo. Un ipotetico super-uomo. Insomma, Spielberg d’antan o il Carpenter di Starman, che doveva fare i conti con Hollywood dopo la batosta de La Cosa. La stessa dimensione drammatica è via via stemperata dall’indole degli inseguitori (la setta religiosa, l’FBI & Co.), così da spostare definitivamente l’attenzione sul viaggio, sul vero movimento necessario, accantonando la fede per la fiducia: la lunga fuga non è che un passo, quel piccolo e necessario passo che i genitori devono compiere. Il distacco è molto più difficile e doloroso dei chilometri d’asfalto divorati, delle pallottole evitate e prese, di uno schianto in macchina. Molto interessanti, in questo senso, i movimenti di macchina che deviano dai binari della fuga per seguire una traiettoria diretta, altra: nell’incipit e nel finale la mdp abbandona la vettura, disegnando un percorso ideale, privo di ostacoli, finalmente accompagnato dal movimenti di allontanamento di/su Roy (Michael Shannon) e Sarah (Kirsten Dunst).

Ancora una volta, Nichols affida la sua creatura alla presenza scenica e al talento di Michael Shannon [1]. Roy/Shannon è l’attore/padre dalle fattezze quasi monumentali: spalle larghe, mani grandi, roccioso, apparentemente invincibile, con un amore sconsiderato che gli si legge in faccia, in ogni ruga, in ogni silenzio, nelle esplosioni di rabbia. È con l’intensità drammatica della performance di Shannon, con questa marcata immersione nella sfera affettiva, ancor più che con l’oculata gestione degli effetti speciali e del design alieno, che Midnight Special riesce ad aggiungere o quantomeno aggiornare gli stilemi degli anni Settanta/Ottanta. Pur stemperata dalle parentesi affidate a Adam Driver (Sevier), la preponderante carica emotiva è il plus valore della pellicola, è la sua ragion d’essere.

Guardando Midnight Special viene da pensare alla fantascienza umanista e purtroppo sottostimata di Alexander Key, ai suoi giovani protagonisti – non solo i fratellini extraterrestri di Witch Mountain, ma anche Conan di The Incredible Tide. Con i suoi occhialini buffi e i suoi occhi misteriosi, Alton si aggiunge idealmente a questa galleria di piccoli eroi, di figli del futuro. Accanto a loro, per una parte del viaggio, c’è sempre una figura paterna o materna. Poi il viaggio continua, ma la vita è così.

Note
1.
Shannon è presente nei cinque film diretti da Nichols: oltre a Midnight Special, Loving (2016), Mud (2012), Take Shelter (2011) e l’opera prima Shotgun Stories (2007).
Info
Midnight Special su facebook.
Il sito ufficiale di Midnight Special.
Midnight Special sul sito della Berlinale.
Il trailer originale di Midnight Special.
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