Godzilla il re dei mostri
di Ishirō Honda, Luigi Cozzi, Terry O. Morse
Presentata al Trieste Science+Fiction Festival 2017, la rara edizione italiana di Godzilla, ottenuta e distribuita da Luigi Cozzi nel 1977, colorando l’originale film di Ishirō Honda del 1954, in realtà nella versione americana con Raymond Burr, aggiungendo footage e intervenendo sulla colonna sonora. Tra le tante incarnazioni del mostro giapponese, va considerata anche questa.
Molto rumore per Godzilla
Il reporter americano Steve Martin viene trovato tra le rovine di Tokyo e portato in un ospedale affollato di gente ferita e mutilata. Lì lo trova Emiko che va alla ricerca di un dottore. Martin ricorda di essersi trovato a Tokyo, dove vari disastri navali hanno catturato la sua attenzione. Quando un superstite viene riportato a riva dalla corrente sull’isola di Odo, Martin vola laggiù con Tomo Iwanaga delle forze di sicurezza giapponesi. Gli abitanti dell’isola credono che i disastri siano opera di un mostro marino che venerano come una divinità, Godzilla… [sinossi]
Quando nel 1954 Ishirō Honda, fino ad allora stretto collaboratore di Akira Kurosawa alla Toho, realizzò Gojira, uno dei primi kaijū eiga, i film di mostri giapponesi, non si rendeva probabilmente conto di aver generato un mostro, non solo in senso letterale. Una delle due creature iconiche della storia del cinema, insieme a King Kong, un archetipo, come i personaggi di Shakespeare, che sarebbe stato messo e rimesso in scena negli anni a venire. Pur in un’opera derivativa, che riprendeva palesemente il film dell’anno precedente, Il risveglio del dinosauro (The Beast from 20,000 Fathoms) con il mostro animato in stop-motion da Ray Harryhausen, che a sua volta segue il filone di The Lost World del 1925.
Godzilla avrebbe ben presto travalicato i confini nazionali, venendo rimaneggiato pochi anni dopo in una versione americana che vedeva un nuovo personaggio interpretato da Raymond Burr, un giornalista che segue il mostro, in inserti girati ex novo aggiunti in un diverso montaggio. A tutt’oggi Giappone e Stati Uniti continuano a realizzare in parallelo nuovi film di Godzilla/Gojira, mentre lo zampone del mostro preistorico era stato già impresso sulla Hollywood Walk of Fame, tra i primi giapponesi ad avere questo onore. Ed emuli del mostro superstar sono stati prodotti fin in Corea del Nord, vedi Pulgasari.
Anche l’Italia ha avuto il suo Godzilla, vale a dire la versione ricolorata da Luigi Cozzi del 1977, ormai universalmente ricordata come “Cozzilla”, che, come tante imprese del personaggio, conserva quell’aurea naïf sospesa tra artigianato, grande amore per la fantascienza e il cinema. A dispetto di chi, a suo tempo, parlò di vilipendio. Ma in fondo Cozzi operò un rimaneggiamento su un altro rimaneggiamento, quello americano, dove già si era persa quella forza primigenia dell’opera originale, per esempio per come viene sminuita la bellissima scena della danza degli indigeni per placare il mostro, che richiama il kabuki e le tradizioni ancestrali. E questi sistemi di manipolazione erano per esempio quelli che utilizzava la New World Pictures di Roger Corman per distribuire il cinema d’autore europeo negli USA.
La genesi di Cozzilla è già di per se uno storytelling. All’epoca Cozzi acquistava i diritti e distribuiva in Italia i classici cinematografici della Science Fiction, come L’invasione degli ultracorpi. Arrivato a Godzilla, chiese i diritti all’ufficio di rappresentanza romana della Toho, dove gli dissero che per vincoli contrattuali si sarebbe potuta distribuire solo la versione americana. Gli esercenti poi non avrebbero ammesso un film in bianco e nero e della durata inferiore a 90′. Suggerirono così a Cozzi di effettuare un’operazione come quella che andava in voga all’epoca per i film di Miss Marple, in bianco e nero, ristampati virati al giallo in modo che si potesse dire che erano film a colori.
Cozzi procedette colorando il film a passo uno, rifotografando un fotogramma per volta e utilizzando delle gelatine colorate, grazie all’apporto tecnico di Armando Valcauda che avrebbe poi collaborato anche agli effetti speciali dei film di Cozzi a partire da Starcrash. E lavorò per allungare il metraggio della pellicola, inserendo inserti da filmati di repertorio, cinegiornali e altri film di science fiction, o rallentando molte scene. Siamo dalle parti di Ed Wood, che aveva i suoi pusher di footage, ma anche dalle parti di William Castle o Herschell Gordon Lewis, per l’invenzione di tecniche fantasiose, dai nomi improbabili. Cozzilla è girato in “Spectrorama 70”, la tecnica di colorazione, e con l’audio in “Futursound”, che consisteva nel posizionare nelle sale dei cassoni che emettevano vibrazioni fortissime, volte soprattutto ad ampliare il carattere dirompente per esempio dei versi del mostro. E a ciò si aggiunge una colonna sonora che vira al pop, firmata da Vince Tempera. Il risultato è un Godzilla psichedelico, lisergico, da pop art, lontano dalle operazioni di ricolorazione alla Turner Entertainment o alla Metropolis di Giorgio Moroder, risultati a cui probabilmente Cozzi avrebbe invece ambito, e più vicino alle pennellate astratte su pellicola del film Il fiume Fuefuki di Keisuke Kinoshita.
Vuole la vulgata che Gojira/Godzilla si sia risvegliato a seguito delle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Così riportano anche vari testi, ma si tratta di un fraintendimento. Nella versione originale giapponese si fa invece riferimento quasi esplicito all’incidente della nave nipponica contaminata per i test nucleari americani nell’Atollo di Bikini. Ma è evidente che Godzilla sia una delle massime incarnazioni della psicosi per il nucleare dell’epoca. Luigi Cozzi, evidentemente per i problemi di metraggio di cui sopra, aggiunge un lungo prologo con immagini di repertorio dell’esplosione di Hiroshima, esplicitando così quello che è sempre stato tra le righe. E in questo modo amplificando quell’imagerie del disastro di cui il cinema di fantascienza giapponese è stato grande fautore, facendosi carico di esorcizzare quei traumi collettivi nazionali, non solo atomici. Così le immagini della bomba di Cozzilla entrano in risonanza con la Tokyo rasa al suolo, mostrata pure all’inizio seguendo lo schema a flashback dell’edizione americana. Immagini di devastazione e carneficina in cui tornano il grande terremoto del Kantō del 1923, i pesantissimi bombardamenti di Tokyo della seconda guerra mondiale e ovviamente l’atomica.
Cozzilla il film pure si è quasi estinto. A parte una videocassetta di pessima qualità, la versione italiana di Godzilla non prevede uscite in homevideo. La proiezione di una copia in 35mm, proveniente da un collezionista privato, al Trieste Science+Fiction Festival 2017, rimane quindi un evento storico difficilmente ripetibile.
Info
La scheda di Godzilla, il re dei mostri sul sito del Trieste Science Plus Fiction Festival.
- Genere: fantascienza, horror
- Titolo originale: Godzilla il re dei mostri
- Paese/Anno: Giappone, Italia, USA | 1977
- Regia: Ishirō Honda, Luigi Cozzi, Terry O. Morse
- Fotografia: Guy Roe, Masao Tamai
- Montaggio: Alberto Moro
- Interpreti: Akihiko Hirata, Akira Takarada, Momoko Kōchi, Raymond Burr, Takashi Shimura
- Colonna sonora: Akira Ifukube, Fabio Frizzi, Franco Bixio, Vince Tempera
- Produzione: BBC di Renato Barbieri, Cozzilla, Embassy Pictures, Tōhō Company
- Durata: 106'