Intervista a Tiago Hespanha
Tra i fondatori della compagnia di produzione indipendente Terratreme Films, Tiago Hespanha ha diretto Industrial Revolution (codiretto con Frederico Lobo), presentato a Visions du Réel Nyon nel 2014; Guided Tour, Audience Award a Indielisboa nel 2009; The Gift from Afar (2008, incluso nel cofanetto dvd “So close, So far” della Calouste Gulbenkian Foundation); Ground Glass I, II, primo premio al Microfilms Festival di Lisbona nel 2007; Show Home (2007) e Quinta da Curraleira, Primeiro Olhar Award agli Encontros de Cinema e Video de Viana do Castelo, 2006. La sua nuova opera, Campo, è stata presentata al 41° Cinéma du Réel festival di Parigi. Tiago Hespanha è tra i produttori e gli autori di A Fábrica de Nada di Pedro Pinho.
Mi puoi raccontare com’è nato il progetto del film Campo? A cosa ti sei ispirato?
Tiago Hespanha: Tempo fa, nel 2009, ci fu un grande dibattito sui giornali in merito alla realizzazione di un aeroporto in una base militare vicino a Lisbona. Andai a visitare quel campo militare, che occupa una grande area, dove si svolgono operazioni di addestramento dei soldati. Incontrai il comandante che mi disse che concedevano molti permessi di ingresso in quel territorio, a naturalisti per osservare gli uccelli o le rane, a praticanti di vari sport, o per girare dei film. Fui molto sorpreso in quella conversazione, per la compresenza di eventi e attività in parti diverse di quel territorio militare, una cosa che trovai potenzialmente interessante.
Come sei riuscito a riprendere i soldati nel loro addestramento, a inserirti tra di loro in modo da non influenzarli con la presenza della videocamera?
Tiago Hespanha: Sono state di diverso tipo le relazioni umane che abbiamo avuto con loro. Ma in generale ogni giorno avevamo a che fare con un corpo militare diverso, come l’aeronautica, per cui il contatto con loro era in un tempo limitato. Più lunghi i contatti invece con quelli che facevano esercitazioni al tiro. In generale per me è importante, al di là dei permessi formali a riprendere, stare vicino alla pelle delle persone che filmo, per mostrare un pezzo della loro condizione umana.
Mi puoi parlare dell’aspetto sonoro del film e dei brani della colonna sonora. Come ci hai lavorato?
Tiago Hespanha: Uso strategie diverse per ogni situazione per creare relazioni tra le cose e la musica. Per la sequenza d’apertura volevo dare una dimensione epica. Insieme al sound designer cercavo un dialogo, in tutto il film, con il suono, che esprimesse emozioni. Un amico compositore mi aveva passato dei brani, un mix di musica elettronica e acustica, che ho impiegato. Per la sequenza finale avevo preso in considerazione diverse opzioni. Alla fine ho ripiegato per quella combinazione dei fuochi d’artificio con le percussioni, anche per fare eco con l’inizio del film.
Nella tua filmografia vedo che ci sono documentari sulla natura (No Trilho dos Naturalistas: São Tomé e Príncipe) e opere sull’archeologia industriale come Industrial Revolution. Campo potrebbe essere una sintesi dei tuoi interessi, trattando della coesistenza tra attività umane e mondo della natura?
Tiago Hespanha: Accarezzavo il progetto di Campo già da prima che realizzassi questi documentari. Fui invitato a partecipare a questa serie naturalistica che sicuramente mi diede delle informazioni, avendo già in mente il progetto di Campo, per esempio per cercare gli ornitologi. Industrial Revolution evoca delle storie nelle zone industriali nella valle del fiume Ave. Eventuali connessioni con Campo potevano essere inconsce.
Mi puoi raccontare della tua esperienza di coproduttore e collaboratore per A Fábrica de Nada di Pedro Pinho?
Tiago Hespanha: Il collettivo di produzione cinematografica Terratreme, di cui faccio parte, è composto da sei soci, cinque registi e un produttore. Realizziamo i film in stretta collaborazione tra di noi. Abbiamo lasciato a Pedro il compito di selezionare il casting di attori non professionisti, tra gli ex-operai della fabbrica. Abbiamo lavorato insieme alla scelta delle location. Abbiamo girato il film in 16mm. La lavorazione del film è stata un continuo ripensamento, una serie continua di discussioni tra di noi, che riflettevano le nostre differenze e sensibilità. Questo perché le riprese del film non seguivano fedelmente quanto era previsto, lasciavamo molto all’improvvisazione, anche in considerazione del cast di persone vere, non attori professionisti. Quelle discussioni tra di noi sono entrate poi nel film, perché le abbiamo usate come modello per le discussioni in scena.