Pingyao International Film Festival 2019 – Presentazione
L’antica città cinese di Pingyao, che risale a un periodo compreso tra l’827 A.C. e il 782 A.C., si appresta ad accogliere la terza edizione del PYIFF, il Pingyao Crouching Tiger Hidden Dragon International Film Festival, fondato dal regista Jia Zhangke nei luoghi a lui cari (a Pingyao, anche nell’area in cui ora si svolge il festival, è ambientato in parte il suo film Platform), con la direzione artistica di Marco Müller. Tra il 10 e il 19 ottobre, nelle sale del festival e nell’arena, verranno presentati una cinquantina di film, perlopiù opere prime e seconde di giovani registi.
In programma tra il 10 e il 19 ottobre nella città cinese di Pingyao, il PYIFF, giunto alla sua terza edizione, anche quest’anno è diviso in varie sezioni. Il concorso internazionale Crouching Tigers è riservato a opere prime o seconde. Troviamo un’opera dal Guatemala, Nuestras madres di César Díaz, la Camera d’or dell’ultimo Festival di Cannes, un film che torna a rivangare gli orrori della giunta militare; l’elegiaca storia del barcaiolo di They Say Nothing Stays the Same di Joe Odagiri, reduce dalle Giornate degli Autori veneziane; il ceco A Certain Kind of Silence di Michal Hogenauer, sulle inquietanti vicissitudini di una ragazza alla pari; l’indiano Eeb Allay Ooo! di Prateek Vats, una storia surreale tra funzionari governativi e macachi; il brasiliano A Febre di Maya Da-Rin, già in concorso a Locarno, la storia di Justino, un uomo che sente le sue ancestrali origini di indio; Wet Season, l’opera seconda del regista di Singapore Anthony Chen, dopo Ilo Ilo che fu presentato alla Quinzaine. Questi film gareggiano per i Roberto Rossellini Awards, al miglior film e al miglior regista, assegnati dalla Fondazione Roberto Rossellini, nel solco della sensibilità umanista del grande cineasta italiano, per incoraggiare i giovani filmmaker e promuovere il cinema come forma d’arte.
La sezione Hidden Dragons è un concorso riservato ai giovani filmmaker cinesi, alle loro opere prime o seconde. Tra questi Walking in Darkness, di Tang Tang, già passato all’IFFR, storia di alienazione nella Cina contemporanea, raccontata a bordo di un taxi. E poi, in anteprima mondiale, Bloody Daisy di Xu Xiangyun, storia di un serial killer, Summer of Changsha di Feng Zu, già passato a Un certain regard dell’ultima Cannes, Koali & Rice di Qian Ye, storia famigliare di una vedova che rimane sola dopo che i figli hanno lasciato la casa di famiglia. I film di questa sezione concorrono invece per i Fei Mu Awards, premiazione gestita dalla famiglia del regista del capolavoro Spring in a Small Town, in cui verranno assegnati premi a miglior film, miglior regista, miglior attore e migliore attrice.
La sezione Galas è invece dedicata a opere di autori affermati, senza competizione, come Bulls’ Eye dell’indiano Tushar Hiranandani, Babyteeth di Shannon Murphy, il taiwanese Nina Wu di Midi Z, già passato a Un certain regard; Brick di Wenjian Ding, film cinese su un architetto che cerca di preservare l’assetto urbanistico del suo quartiere. La sezione Best of Fest prevede invece una selezione di opere premiate ai grandi festival internazionali, come il bellissimo film d’animazione J’ai perdu mon corps di Jérémy Clapin dalla Semaine de la Critique, Atlantique di Mati Diop, in concorso a Cannes, Sole di Carlo Sironi e Balloon di Pema Tseden, da Orizzonti.
Al PYIFF anche una sezione di midnight movie di genere, intitolata Nocturne. Tra questi anche l’esordio al cinema dell’illustratore Igort, 5 è il numero perfetto, e poi Howling Village, in anteprima mondiale, opera dell’autore di j-horror Takashi Shimizu, e un’ultima versione della leggenda cinese del serpente bianco nell’inedita chiave di musical, White Snake di Zhang Xianfeng, pure in anteprima mondiale. Infine da segnalare la sezione Made in Xanshi, dedicata ai filmmaker provenienti dalla provincia che ospita il festival, che l’anno scorso regalò opere molto interessanti. La retrospettiva di quest’anno, dal titolo Indian New Cinema 1957-1978, è dedicata al cinema indiano degli anni Sessanta e Settanta con i classici di Ritwik Ghatak (The Cloud-Capped Star), Mani Kaul (A Day’s Bread), Mrinal Sen (Mr. Shome), Mani Kaul (In Two Minds).
Due importanti ospiti cinesi saranno grandi protagonisti di questa edizione del PYIFF. Zhang Yimou, grande autore della Quinta generazione, nonché uno dei registi cinesi più conosciuti al mondo, con alle spalle una carriera di quarant’anni nel cinema. Verrà presentato il suo film d’esordio, Sorgo rosso in versione restaurata 4k, Orso d’oro a Berlino, tratto da un romanzo del futuro Nobel Mo Yan. Zhang Yimou parteciperà anche a una masterclass condotta dal padrone di casa Jia Zhangke. Appartiene alla Quinta generazione anche il mentore di quest’anno del festival, Xie Fei, proveniente dalla vicina provincia dello Shaanxi, che pure sarà protagonista di una masterclass. Ha adattato opere letterarie di grandi autori cinesi, come Liu Heng per il film Black Snow, Orso d’argento a Berlino, Zhou Daxin per Woman Sesame Oil Maker, Orso d’oro a pari merito con Banchetto di nozze di Ang Lee. Di Xie Fei verrà presentato A Mongolian Tale, tratto dal romanziere etnologo Zhang Chengzhi. I maestri e i giovani filmmaker, della Cina come dell’India, e di tutto il mondo, il confronto tra le generazioni è il filo conduttore del festival di Pingyao.