Coma
di Nikita Argunov
Presentato nella selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction Festival 2020, Coma segna l’esordio alla regia di Nikita Argunov, valente creatore russo di effetti speciali. Un film che rivela la grande passione fantascientifica del suo autore, capace di creare un mondo onirico tra Escher e Dick.
La mente dell’architetto
Un giovane e talentuoso architetto si risveglia dopo un terribile incidente automobilistico in uno strano mondo distopico, formato dalle menti di persone che giacciono in coma. Un mondo caleidoscopico, di paesaggi ribaltati, dove calotte di ghiaccio, fiumi, calli veneziane e il Golden Gate di San Francisco coesistono… [sinossi]
Nel 1972 il film Solaris di Andrei Tarkovsky veniva salutato come la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio, di quattro anni precedente. Le due superpotenze si fronteggiavano in piena guerra fredda, dopo la corsa allo spazio, con la fantascienza cinematografica d’autore. Oggi possiamo riconoscere nel film Coma di Nikita Argunov, presentato al Trieste Science+Fiction Festival 2020, una risposta russa a un immaginario figurativo hollywoodiano di SF sempre più scadente e da videogame stereotipato, annegato negli effetti digitali tanto perfetti quanto esteticamente poveri, almeno per quel che riguarda il prodotto commerciale medio. Nikita Argunov passa per la prima volta alla regia dopo aver fondato uno studio di effetti speciali che porta il suo nome, con cui ha curato anche un film di Nikita Michalkov, Burnt by the Sun 2, e il Mongol di Sergei Bodrov. Di Coma firma anche la sceneggiatura, insieme a Aleksey Gravitskiy e Timofei Dekin, che risulta così come la sua seconda, dopo avere scritto quella per il film Igry detey vzroslogo vozrasta di Ilya Kazankov.
Coma è un’opera dove viene profusa tutta la passione fantascientifica del suo autore. Va detto che dal punto di vista narrativo il film rimastica tutta una serie di modelli che vanno da Nolan a Matrix, passando ovviamente per il capostipite della fantascienza lisergica e onirica Philip K. Dick. Ma torna anche lo stesso Solaris che sembra essere citato anche per la funzione che l’architetto protagonista deve avere in quel mondo sospeso, quella di realizzare un’isola. Siamo in uno stato onirico, creato dalla psiche collettiva di persone che giacciono in uno stato incosciente di coma. Persone che creano una loro avventura aggregati in una gang anarchica di marginali e reietti, che si ritrova in una carcassa di un pullman. Una condizione che forse riflette la loro dimensione nella vita reale. Personaggi che peraltro sono consapevoli di essere dentro un sogno, e che vedono in quel mondo una maggiore sicurezza. Viene creato un universo distopico già nella dimensione del reale, dove si vive con tensione e paura, dove dietro l’angolo compaiono milizie minacciose, dove oscuri scienziati pazzi, organizzati in sette alla Scientology, promettono speranze nella manipolazione dell’impulso nervoso, l’allungamento della vita umana, ma solo nella percezione dello stato inconscio. Probabile traslazione del clima che si respira nella Russia putiniana.
Il grande merito di Nikita Argunov è quello di avere contestualizzato questa summa di stilemi fantascientifici, in un universo visionario unico, caleidoscopico, un patchwork di ambienti architettonici, geografici e paesaggistici, dove si perde il senso di direzionalità, la condizione di sopra e sotto. Si può passare senza soluzione di continuità dalle calli veneziane al Golden Gate di San Francisco a un sommergibile. Figurativamente i paesaggi interconnessi rimandano anche alla forma dei neuroni con i loro lunghi gangli, richiamando così figurativamente la dimensione mentale di cui quel mondo è prodotto. Si evoca ovviamente l’universo vertiginoso e poliedrico di Maurits Cornelis Escher. Possiamo anzi dire che l’estetica di Coma sia quella che più nel cinema si avvicina al grande illustratore olandese, il cui nome si è fatto tante volte nella settima arte, per esempio per 2001: Odissea nello spazio o Interstellar. Il protagonista è lui stesso, per la sua professione, un creatore interno di mondi, di architetture estrose, come quel suo ideale urbanistico che si vede nella prima scena, e che è rappresentato da un plastico, dove edifici in stile neoclassico diradano verso bizzarri edifici futuristici. Un artista inventore di paesaggi che, in quel mondo magico, proprio come un creativo di VFX e CG, può materializzare i suoi progetti. Le spettrali e minacciose presenze dei Mietitori, che pullulano in quel mondo, nere silhouette che si sfaldano, sono le discendenti ultime di quel duttile androide T-1000 di Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Fatte anche loro della stessa sostanza dei sogni, sono emblema di quella consistenza fragile, friabile di quel mondo onirico, dove tutto si può scomporre, pixellare fino a essere cancellato.
Per la sua estetica visionaria, Coma è un film da vedere in sala su grande schermo. Auspichiamo che sia possibile quanto prima.
Info
La scheda di Coma sul sito del Trieste S+F Festival.
Il Q&A di Coma sul canale youtube del Trieste S+F Festival.
Il trailer di Coma.
- Genere: action, avventura, fantasy
- Titolo originale: Koma
- Paese/Anno: Russia | 2020
- Regia: Nikita Argunov
- Sceneggiatura: Aleksey Gravitskiy, Nikita Argunov, Timofei Dekin
- Fotografia: Sergey Dyshuk
- Interpreti: Albert Kobrovsky, Aleksei Serebryakov, Anton Pampushny, Lyubov Aksyonova, Milos Bikovic, Polina Kuzminskaya, Rinal Mukhametov, Vilen Babichev
- Colonna sonora: Ilya Andrus
- Produzione: Big Cinema House, Big Sky Film, Fresh Produce Films, Group of Companies Gpm Kit, Mars Media
- Durata: 111'