L’Île

L’Île

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Presentato nella competizione francese del FIDMarseille 2023, in anteprima mondiale, L’Île è il nuovo lavoro di Damien Manivel che mette in scena l’ultima lunga notte di una ragazza prima di separarsi dai suoi amici. Tornano i temi cari al regista delle emozioni primarie della giovinezza, della fisicità dei corpi e del rapporto, come nella danza, tra prova e messa in scena finale.

Prima e dopo la prova

Fine d’estate, da qualche parte in Bretagna. La ventenne Rosa e il suo gruppo di amici passano la loro ultima notte insieme sull’”isola”, un lembo di spiaggia che rappresenta il loro regno. Il giorno dopo la ragazza partirà per Montreal per una nuova vita. [sinossi]
¡Ay de mí!, Llorona, Llorona,
Llorona, dame tu amor.
¡Ay de mí!, Llorona, Llorona,
Llorona, dame tu amor.
El cielo puede esperar, ¡Ay, Llorona!,
pero mi corazón no.
El cielo puede esperar, ¡Ay, Llorona!,
pero mi corazón no.
Llorona, canzone folk messicana

Per Romeo e Giulietta era il dubbio tra il verso dell’usignolo e quello dell’allodola a sancire l’incertezza sulla fine di una notte che non si sarebbe voluto finisse mai. Neanche Rosa, e le sue amiche e amici, vorrebbe che quell’ultima notte, così intensa, così carica di significati, in quella spiaggia in Bretagna, abbia mai termine. Per lei, ventenne, il mattino significherà prendere un volo per Montreal, iniziare una nuova vita, entrare nel mondo adulto. Questa situazione esistenziale è il nucleo dell’ultimo film di Damien Manivel, L’Île, presentato in anteprima mondiale nel concorso francese del 34° FIDMarseille, dove gli è stata riconosciuta la menzione speciale e altri premi minori.

Quell’ultima notte, in quel lembo di spiaggia con un grande scoglio ribattezzato “L’isola” da quel gruppo di ragazzi che l’hanno eletto come punto di ritrovo, di feste, balli, bevute, canne, baci e amoreggiamenti al ritmo della canzone La Llorona, significa la fine dell’estate, la fine della spensierata giovinezza, il tempo delle esperienze, anche quelle sessuali, che sono rese con naturalezza, evitando le morbosità di Spring Breakers o Mektoub, My Love. Significa il tempo dell’addio. A Rosa mancheranno tutti loro, le mancheranno quelle giornate sull’”isola”. In un momento compare anche il fidanzato di Rosa e lei lo rassicura, promettendogli di scrivergli una volta atterrata su suolo canadese, di chiamarlo ogni giorno. Ma entrambi si illudono e forse ne sono consapevoli. Le loro strade ormai sono separate. Damien Manivel si è già occupato, per esempio in Le parc, delle emozioni primarie, di quelle che fanno parte della nostra esperienza giovanile, che rimarranno nella nostra memoria di adulti. Può essere la fine del liceo, la fine di una vacanza. E ora restituisce l’intensità di questa ultima notte, di quel momento chiave della vita, nella sua continua reiterazione, come se non ci fosse un domani, come se non ci fosse un’allodola.

Manivel entra dentro quel mondo, con una mdp estremamente mossa e instabile, vicina ai ragazzi soprattutto a Rosa, cardine del tutto, su cui si focalizza sempre. E nella ripetizione di quell’ultima notte ingloba anche le prove, in una classica palestra per danzatori e su un palcoscenico, dove lui stesso compare, in voce e brevemente di persona. Torna, come già nel precedente Les enfants d’Isadora, l’approccio da danzatore e coreografo del regista, la concezione collettiva, d’ensemble, dello spettacolo. Gli attori, che hanno lo stesso nome dei loro personaggi, mettono probabilmente il loro vissuto nella costruzione della situazione. Le prove rappresentano il continuo perfezionamento di un lavoro di messa in scena, di teatro, danza o cinema. Prima o poi si deve cristallizzare questa progressione e fissarla in uno spettacolo compiuto. Manivel eleva il training teatrale, come già aveva fatto Martone in Teatro di guerra, allo stesso livello dello spettacolo in scena, crea un cortocircuito tra il film e le sue prove, nella scena ripetuta comprendendo anche la sua genesi. Con il risultato paradossale di non renderla artificiosa ma, al contrario, più vera e genuina. I personaggi palpitano nella loro fisicità da danzatori, inscenando sentimenti reali.

Info
L’Île sul sito del FIDMarseille.

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