The Visitor

The Visitor

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Presentato a Panorama della Berlinale 2024 The Visitor è una nuova operazione dell’iconoclasta Bruce LaBruce, che riadatta Teorema di Pasolini attualizzandolo con il suo immaginario pornografico politico, nella società inglese post-Brexit. Il regista, esponente del movimento queercore, ha l’intelligenza di rileggere, omaggiare, ricontestualizzare ma anche tradire Pasolini, in una poetica che non sempre coincide con quella dell’autore friulano.

Donna barbuta è sempre piaciuta

Londra, oggi. Un rifugiato si lava nudo sulla riva del Tamigi. Lo straniero enigmatico e sessualmente fluido si introduce in una famiglia dell’alta borghesia. Viene invitato a rimanere come dipendente. Il Visitatore presto seduce ogni membro della famiglia in una serie di espliciti incontri sessuali. Sconvolgerà il loro mondo, portandoli a liberarsi e a ridefinirsi radicalmente. [sinossi]

Dopo quasi cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, l’autore friulano è ancora rappresentato, rimane una figura a cui attingere o con la quale confrontarsi, come dimostra Abel Ferrara con il suo Pasolini. Anche lo scandaloso Bruce LaBruce riprende Teorema, il film del 1968, riadattandolo in The Visitor, presentato a Panorama della Berlinale 2024, un testo cinematografico che al cinema era già stato ripreso da Takashi Miike nel 2001 nel suo Visitor Q. Siamo su una spiaggia inglese, sulle acque inquinate del Tamigi, dove naufraga un immigrato di colore, dal fisico scultoreo. Potrebbe anche essere un extraterrestre caduto sulla Terra, per conquistarla, possedendone gli abitanti. Questo nerboruto superdotato è ovviamente l’ospite, il visitatore, corrispettivo del Terence Stamp di pasoliniana memoria. Per Bruce LaBruce si tratta di confrontarsi con un autore a lui molto caro, insieme a Fassbinder tra i caposaldi della cultura LGBT. Autore che conosce molto bene tanto da riuscire a tenere separato l’omaggio dall’adattamento in un nuovo contesto, ma sapendo anche tradire o desacralizzare ove lo ritenga opportuno.

Prima di tutto il regista canadese, come già prima di lui Miike, non intitola il suo film “Theorem” perché non si tratta affatto di un teorema. Manca tutto quel misticismo finale per il quale Emilia, la serva, in quanto figlia di una cultura contadina, è l’unica depositaria di quella religiosità primordiale che l’ospite aveva trasmesso per conoscenza biblica. Per LaBruce la religione cattolica è un semplice oggetto di sberleffo per le sue imposizioni moralistiche, ostacolo alla libertà sessuale. Così in The Visitor abbiamo un dildo-Gesù con cui la figlia viene penetrata dal Visitatore. E abbiamo anche le scene finali con il servo transgender che sono girate addirittura a Lourdes. E viene anche esibita, in funzione iconoclastica, l’immagine di Padre Pio. La lievitazione di Emilia avrebbe potuto anche essere a quel punto tolta, ma LaBruce decide invece di farne una divertita dissacrazione, trasformandola in una performance estrema di body suspension. Alla dimensione invece dell’omaggio appartiene l’inserimento di una scena presa invece da Salò o le 120 giornate di Sodoma, quella della coprofagia.

Siamo quindi nella Londra post-Brexit, in un’Europa in deriva reazionaria, dove il Visitatore non può che appartenere alla categoria degli immigrati clandestini, quello che rappresenta il principale spauracchio per tutti i governi dei paesi ricchi. Pur in questo contesto Bruce LaBruce realizza un altro importante shift rispetto all’opera di Pasolini e al contesto in cui era stata realizzata. La famiglia borghese in cui approda il visitatore, appare già di per sé bizzarra e disfunzionale. Il maggiordomo che accoglie l’ospite è un uomo transgender così come la figlia, una ragazza bionda con una folta peluria sul volto. A lei spetterà la principale modifica rispetto a Pasolini che l’aveva concepita per finire catatonica, con i pugni chiusi, portata via in un’ambulanza. Qui invece lə ragazzə rimane incinta del visitatore, scodellandone un altro uguale, partorito già adulto e uguale al padre. Sembra di essere nella casa degli Addams o nel Rocky Horror Picture Show. La borghesia contemporanea ritratta da LaBruce comprende già le famiglie arcobaleno: il matrimonio tra persone dello stesso sesso già da dieci anni è legale nel Regno Unito. Ma LaBruce rimane fedele al suo radicalismo arrabbiato queer e si vuole porre in opposizione antagonista anche a questo perbenismo, a questo progressismo di facciata, sguinzagliandogli contro il suo Visitor castigatore.

Non ci sono più attori nel cinema di Bruce LaBruce, dimentichiamoci Silvana Mangano, Terence Stamp, Laura Betti, Anne Wiazemsky. Ancora una volta il suo cinema è popolato di corpi puri, pulsanti, performer transgender, pornostar, che si muovono in un mondo psichedelico, con viraggi colorati, come le scene con la facciata bianca della casa signorile colorata alla Andy Warhol, con scritte agit-prop sovrimpresse, e vibrante al ritmo di musica techno.

Info
The Visitor sul sito della Berlinale.

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