Maraviglioso Boccaccio

Maraviglioso Boccaccio

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Dopo il bagno di realtà con Cesare deve morire, i Taviani tornano con Maraviglioso Boccaccio a un cinema compassato e illustrativo de-vitalizzando il Decamerone.

L’imbalsamato Boccaccio

Per fuggire dalla Firenze trecentesca colpita dalla peste, dieci giovani si rifugiano in campagna e impiegano il loro tempo raccontandosi delle brevi storie. Drammatiche o argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. [sinossi]

L’arrivo in sala di Maraviglioso Boccaccio proprio in un momento in cui furoreggia Cinquanta sfumature di grigio – che, si spera, possa portare prossimamente a un revival del cinema erotico – avrebbe potuto indurre a pensare alla sbalorditiva e inattesa prontezza dei fratelli Taviani che, dopo aver spiazzato tutti con l’epifania di Cesare deve morire (Orso d’Oro a Berlino nel 2012), davano l’impressione di essere intenzionati a presentarsi sulla scena internazionale persino con un film erotico d’autore. Del resto, così era successo a suo tempo con Il Decameron di Pier Paolo Pasolini, involontario iniziatore di un filone boccaccesco biecamente (ma anche giustamente) usato a fini commerciali.
E invece no. Niente di tutto questo bisogna aspettarsi dall’adattamento che i due fratelli toscani hanno fatto dell’immortale opera del loro corregionale trecentesco. Anzi, il Boccaccio dei Taviani viene privato delle sue dimensioni più celebrate: il vitalismo, la sensualità, l’erotismo. Rispetto al già citato Pasolini, che aveva privilegiato l’aspetto popolaresco delle novelle, i Taviani spingono nella direzione opposta e riportano il tutto nell’alveo di una borghesia che, in fuga dalla peste fiorentina, si rifugia in campagna e si racconta delle storie. Non a caso, la cornice viene privilegiata in Maraviglioso Boccaccio rispetto alle stesse novelle, il cui peso è notevolmente ridotto nella struttura complessiva del film.
Dunque, al di là delle cinque novelle che vengono raccontate (tra cui quella di Calandrino con protagonista Kim Rossi Stuart), sono proprio i turbamenti adolescenziali dei dieci ragazzi ad essere al centro della scena dall’inizio alla fine del film deludendo non solo le attese erotiche (il gruppo decide tra l’altro di dedicarsi alla castità) ma anche quelle divistiche. In un cast così ricco di star nostrane, come non se ne vedeva da tempo (si va dal già citato Kim Rossi Stuart a Riccardo Scamarcio, da Kasia Smutniak a Carolina Crescentini, da Paola Cortellesi a Michele Riondino, fino a Jasmine Trinca e Vittoria Puccini) fanno la loro comparsa sullo schermo per brevi lassi di tempo, quasi impersonassero tanti piccoli camei.

E allora dopo il bagno di realtà di Cesare deve morire, si ha l’impressione che con Maraviglioso Boccaccio i Taviani siano tornati alla loro dimensione abituale degli ultimi decenni, quello di un cinema letterario, illustrativo, azzimato e impolverato, un cinema che spesso è confluito nella televisione. Del resto, basta scorrere alcuni passaggi della loro filmografia per ritrovare il filo: Le affinità elettive, Resurrezione (miniserie TV), La masseria delle allodole, cui si aggiunge per l’appunto ora anche Maraviglioso Boccaccio. Infatti, non scegliendo alcuna particolare chiave di lettura del Decameron (per Pasolini ad esempio il popolaresco era strumento di un discorso prettamente politico, che si declinava nella disperata vitalità e nel rifiuto del conformismo borghese), il Boccaccio dei Taviani è una mera illustrazione, un sunto approssimativo e vagamente divulgativo, pronto per essere portato sul piccolo schermo. Ancor di più, proprio perché i Taviani nel loro adattamento fanno leva soprattutto sul sentimento amoroso, declinato però in versione castigata mai provocatoria e adatto per le famiglie, le cinque novelle da loro messe in scena sembrano in vitro delle perfette e possibili puntate per una miniserie TV da propinare ai (tele)spettatori.

Certo, vi sono a tratti dei momenti convincenti (in particolare l’incipit in cui viene mostrata la Firenze preda della peste), vi sono alcuni attori efficaci (su tutti Kasia Smutniak e Michele Riondino), ma vi sono anche tanti interpreti inadeguati e legnosi (soprattutto i dieci giovani impegnati nella troppo corposa cornice), così come vi sono anche dei brani innegabilmente kitsch (si vedano le piume svolazzanti del falcone ucciso).
L’eleganza formale non basta e, anzi, di fronte al magma e alla ricchezza infinita e proteiforme del testo di Boccaccio, è quasi un peccato capitale.

Info
Il trailer di Maraviglioso Boccaccio su Youtube.
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