The Tiger
di Park Hoon-jung
Ambizioso blockbuster sudcoreano e pellicola d’apertura della diciottesima edizione del Far East Film Festival 2016, The Tiger di Park Hoon-jung spreca l’intensa performance di Choi Min-sik, poco supportata da una sceneggiatura ripetitiva, retorica, ridondante. Splendida l’ambientazione, mentre la computer grafica mostra più di una sbavatura.
Gli occhi della tigre
1925. Corea, monte Jirisan. Man-deok è un vecchio cacciatore che vive col figlio sedicenne. Un tempo considerato il miglior cacciatore coreano, si è ritirato dopo che la moglie è morta a causa del “Signore della Montagna”, una maestosa tigre del monte Jirisan. L’ufficiale giapponese Maezono mobilita i suoi soldati quando un drappello di uomini che era a caccia di guerriglieri della resistenza anti-giapponese viene massacrato dall’enorme bestia… [sinossi – catalogo FEFF]
Park Hoon-jung rientra senza dubbio nella lunga lista di nomi da seguire dell’industria cinematografica sudcoreana. Industria che con The Tiger dimostra ancora una volta di avere studiato a fondo la lezione hollywoodiana, assimilandone non solo i pregi ma anche i difetti, limiti fisiologici di un’abnorme macchina da soldi. La narrazione e la retorica debordante di Park, fuori controllo rispetto al precedente e ottimo New World (2013), finisce per fagocitare la sontuosa ambientazione, la performance di Choi Min-sik e le potenzialità di un racconto dall’innegabile afflato epico e metaforico. Mancano totalmente, purtroppo, i chiaroscuri e le sfumature di New World, quella capacità di raccontare e rappresentare la complessità, le contraddizioni, sacrificate sull’altare di una spettacolarità dai contorni (persino) disneyani.
Questo ambizioso blockbuster, scelto come pellicola d’apertura della diciottesima edizione del Far East Film Festival 2016, si allinea alla sovrabbondanza retorica di molti war movie sudcoreani (My Way, Brothers of War – Sotto due bandiere) e alla indisponente pratica di tratteggiare in maniera superficiale e schematica il nemico di turno. In questo caso, come in molti altri per il cinema asiatico, i soliti giapponesi: tanto stupidi quanto disumani, boriosi e impreparati. Macchiette. Sbiaditi rigurgiti propagandistici e nazionalistici, figli più delle logiche da botteghino che di una vera e propria scelta politica – e in controtendenza, ad esempio, con quella larga fetta di cinema sudcoreano autoriale o commerciale che affronta con ammirevole spirito critico spinose questioni storiche e politiche (The Front Line, National Security e The Attorney, giusto per citarne alcuni, meritevoli di un pronto recupero).
Detto delle marionette nipponiche, The Tiger ci offre la possibilità di affrontare due questioni centrali del cinema commerciale sudcoreano, del suo essere industria altamente competitiva. In primis, alcuni tratti ricorrenti dei blockbuster più smaccatamente nazional-popolari: The Tiger, come il campione di retorica & melassa Ode to My Father (2014), eccede sotto ogni aspetto, dalla durata (due ore e venti) alla mattanza dei soldati giapponesi, dai flashback strappalacrime alle sottolineature didascaliche. Lacrime e scene madri. Insomma, grana grossa e gioco facile: Park spiega, ripete, calca la mano tanto sull’umanizzazione della tigre quanto sulla disumanizzazione dei soldati nipponici, inanella finali su finali. Una spettacolarità basilare, da prima serata, che tira in ballo famiglia, patria, onore, spiritualità. Un prodotto, sulla carta, di sicura presa sul grande pubblico.
Come sicura presa ha la caratterizzazione della tigre, di questo quasi sovrannaturale “Signore della Montagna”, realizzato in computer grafica. Anche in questo caso, alcune note dolenti: funzionano i primi e primissimi piani e i campi lunghi, ma le movenze della tigre sono ancora legnose e i pixel non sempre fanno il loro dovere. In questo senso, nonostante una tradizione che prende forma già negli anni Ottanta (Starchaser: La Leggenda Di Orin, 1985) e un’impressionante quantità di animazione in cgi prodotta, la computer grafica sudcoreana non si è ancora allineata agli elevatissimi standard hollywoodiani. Ci arriverà.
Info
La scheda di The Tiger sul sito del FEFF.
Il trailer originale di The Tiger.
- Genere: action, avventura
- Titolo originale: Daeho
- Paese/Anno: Corea del Sud | 2015
- Regia: Park Hoon-jung
- Sceneggiatura: Park Hoon-jung
- Fotografia: Lee Mo-gae
- Interpreti: Choi Min-sik, Jeong Man-sik, Jung Suk-Won, Kim Sang-ho, Ra Mi-ran, Ren Ōsugi, Sung Yoo-Bin, Yoo Jae-Myung
- Colonna sonora: Jo Yeong-wook
- Produzione: Sanai Pictures
- Durata: 140'