Fast & Furious 9 – The Fast Saga

Fast & Furious 9 – The Fast Saga

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La famiglia, la squadra, la fede, l’adrenalina. Con Fast & Furious 9 di Justin Lin Dom Toretto torna al volante, ma stavolta è gravato da un trauma infantile da superare.

I dolori del giovane Toretto

Dom Toretto sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma il pericolo è in agguato. Questa volta, Dom dovrà confrontarsi con il suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob. [sinossi]

Stordente esempio di cinema delle attrazioni circensi basato sulle evoluzioni, anche aeree, del binomio corpo-macchina, la saga di Fast & Furious si regge da sempre – fin dal primo capitolo del 2001 – sulla capacità di reinventare e variare il suo quid ipercinetico: la messinscena dell’inseguimento automobilistico. A quest’arte dalla complessa calibratura e le cui variazioni sul tema richiedono una sempre maggiore sospensione dell’incredulità – ampiamente compensata dallo scoppiettante intrattenimento – si accompagna la costruzione di un eroe genuino e proletario, granitico del corpo e nelle certezze. Un eroe che non va decostruito né tantomeno psicanalizzato.

L’etica rigorosa, il multiculturalismo, la naturale adesione alla parità di genere, la fede e la centralità del discorso sulla famiglia e la squadra, fanno del protagonista superstite della saga Dom Toretto (Vin Diesel) un uomo del presente proiettato nel futuro attraverso le sue premure nei confronti dei bambini, altrui e ora anche suoi. Pertanto il rischio principale che si assume il lungamente atteso – causa pandemia – Fast & Furious 9 è quello di andare a scavare nel passato del ruspante e statuario pilota, un passato che rischia di scalfirne la solida essenza, oltre che a lungo andare di fiaccare lo spettatore.

Ritorno alla regia del franchise per Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, Fast & Furious 9 vede alla sceneggiatura lo stesso Lin coppia con la new entry Daniel Casey e il loro script, tra echi edipici, amletici e biblici alla Caino e Abele, va a conferire una tragicità più “classica” al personaggio di Toretto, andando a innescare nel suo passato il motore del racconto e quindi poi anche dell’azione.

Epigono dell’eroe al tramonto del western crepuscolare, Dom è ora un perfetto family man e vive ritirato nella sua “casa nella prateria” con il figlio Brian, avuto da Elena, e la compagna di sempre Letty ( Michelle Rodriguez). La nostalgia per l’adrenalina affligge entrambi, e quando alcuni componenti della loro squadra vanno a stanarli per una nuova missione, i due si rimettono al volante senza troppe remore. L’algida e geniale hacker Cipher (Charlize Theron) – ovvero la villain del precedente Fast & Furious 8 – è infatti sfuggita alla custodia di Mr. Nobody (Kurt Russel) per finire in una teca di vetro sotto il controllo di due nuovi cattivoni: il ricco figlio di papà Otto (Thue Ersted Rasmussen) e l’abile Jackob Toretto (il wrestel John Cena). Il cognome non mente: si tratta proprio del fratello di Dom, rinnegato dal resto della famiglia per aver causato la morte del padre durante una corsa automobilistica. Il nostro eroe dovrà quindi mettere in dubbio i legami di sangue e far affidamento sulla famiglia acquisita, ovvero la sua squadra (dove comunque ritroviamo la sorella Mia), per eliminare, o forse basterà soltanto redimere, il pericoloso congiunto. E con lui anche il trauma del passato. Quanto al McGuffin, questa volta si tratta di una calotta semisferica che va completata e poi, tramite una password, può governare tutta la tecnologia del mondo. Anzi, può riavviare l’ordine del mondo come fosse un vecchio PC da aggiornare.

Inutile girarci intorno, l’assenza dello sceneggiatore Chris Morgan (suoi gli script da The Fast and the Furious: Tokyo Drift, in poi) si fa sentire in Fast & Furious 9 e le già citate incursioni nel passato del giovane Toretto, con un ritorno reiterato, tramite flashback, alla “scena primaria” della morte paterna, appaiono stranianti divagazioni e rappresentano la maggiore debolezza di questo nono capitolo del franchise.

La cosa peggiore che puoi fare a un Toretto è togliergli la famiglia, recita uno degli aforismi più celebri della saga, per cui se da un lato la questione del fratello cattivo è destinata in qualche modo a sanarsi, resta sempre ben chiaro che la famiglia qui è anche, e soprattutto, la squadra. E a tal riguardo, in Fast & Furious 9, il team Toretto si è fatto piuttosto affollato e a tratti difficile da decifrare. Esso annovera componenti ripescate dai vari capitoli precedenti, con tanto di resurrezioni e recuperi di vecchi personaggi, più o meno secondari, di cui non sempre è facile avere memoria. Ipertrofica e in fin dei conti disordinata, la squadra questa volta sembra proprio essere sovraffollata e dunque c’è poco spazio per lasciar emergere le varie individualità. Al punto che, per citare l’esempio più calzante, appare un mero blasone la breve comparsata di Helen Mirren/Queenie. L’Universo Fast & Furious, che negli ultimi capitoli si è andato consolidando, appare dunque traballante rispetto al Marvel Cinematic Universe, dove gli sceneggiatori riescono in pochi istanti a rievocare chi sia un personaggio e cosa abbia fatto in precedenza. E infine va detto che la decisione, certo assai romantica, di lasciare virtualmente ancora in vita il Brian incarnato dal compianto Paul Walker, comincia a scricchiolare: assegnargli il ruolo di babysitter fuori campo non è un’idea a lungo praticabile.

Ma se le scelte di plot possono non entusiasmare, va detto che in Fast & Furious 9 tutto il resto funziona alla perfezione, come al solito. Il team, ormai globetrotter, spazia tra vari punti del globo che includono Londra, Tokyo, l’America centrale, Edimburgo, il Mar Caspio, l’Azerbaigian, Tblisi, e tutte le location vengono opportunamente sfruttate dal punto di vista dello spettacolo corpo-macchina. Ecco infatti i nostri eroi sfrecciare a 80 km/h su un campo minato, ecco l’automobile lanciarsi su un ponte di legno sospeso nel vuoto (evidentemente ad esclusivo uso pedonale), e a ponte caduto poi, ci si lancia lo stesso. Lo spazio sembra essere la prossima frontiera. E non resterà inesplorata. Le gag comiche tra Ludacris e Tyrese Gibson promettono un certo divertimento infantile, ma fa capolino anche qualche aspetto teorico quando uno dei due inizia a riflettere su cosa significa quando “qualcosa di improbabile accade più volte”. Che siano invincibili o meno, i protagonisti di Fast & Furious volteggeranno ancora, con e senza destriero meccanico, questo è certo. E superati i problemi edipico-amletici anche Dom Toretto tornerà ad essere quel pilota dietro il volante che fa la differenza, di nuovo uomo del suo tempo, senza traumi né flashback. Anzi, uomo senza tempo. Come si conviene ad ogni eroe.

Info:
Il trailer di Fast & Furious 9 – The Fast Saga
Il sito ufficiale di Fast & Furious 9 – The Fast Saga

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