The Fall Guy

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The Fall Guy, nuovo film del regista ex stuntman David Leitch, funziona a dovere, diverte e riesce a dare vita con il suo Colt Seavers al personaggio migliore e più centrato a oggi della sua carriera, grazie anche al bravo e autoironico Ryan Gosling, star di prim’ordine “retrocessa” a controfigura.

“Io non sono l’eroe di questa storia”: la rivincita dello stuntman

Colt Seavers è uno stuntman e, come ogni stuntman che si rispetti, è pronto a tutto: farsi saltare in aria e sparare, schiantarsi, lanciarsi dalle finestre e da ogni altezza possibile. Tutto per il nostro divertimento. Ora però, reduce da un incidente che ha quasi messo fine alla sua carriera, si troverà davanti alla prova più difficile della sua vita: ritrovare una star del cinema scomparsa, smascherare una cospirazione e cercare di riconquistare l’amore della sua vita, pur continuando a svolgere quotidianamente il suo lavoro. Sarà pronto a essere l’eroe? [sinossi]

Dopo essere stato un replicante per Denis Villeneuve nel (bellissimo) sequel di Blade Runner, Ryan Gosling si trova di nuovo nei panni di un body double, più comunemente uno stuntman, una controfigura. Proprio come il texano David Leitch, il quale, prima di diventare regista, ha svolto questa pericolosa professione a partire dagli anni ’90, prima di fondare la società 87Eleven per la formazione degli stuntmen insieme al socio Chad Stahelski, anche lui stuntman, e infine esordire insieme a lui (ma senza essere accreditato) alla regia con il primo capitolo di John Wick (2014). Dopo il troppo serioso Atomica bionda (Atomic Blonde, 2017), che aveva però il pregio di rivelare le abilità coreografiche del regista a vantaggio di una credibilissima e picchiaduro Charlize Theron, Leitch corregge la rotta e la dirotta verso l’action comedy, dapprima aggiungendo un nuovo capitolo a due franchising già avviati – Deadpool 2 (2018), per la Marvel, e Fast & Furious – Hobbs & Shaw (Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw, 2019), spin-off della longeva serie sulle corse d’auto clandestine – e poi con il discreto Bullet Train (2022), dove ritrova Brad Pitt per il quale aveva fatto da stuntman tra la fine degli anni ’90 e i primi del Duemila, stavolta per dirigerlo.

The Fall Guy riprende titolo e ispirazione dall’omonima e celebre serie TV omonima degli anni Ottanta (nota in Italia come Professione pericolo: cinque stagioni tra il 1981 e il 1986) con Lee Majors, che qui compare in un cameo nel ruolo di uno stuntman. Al termine del monologo che costituisce la scena introduttiva antecedente i titoli di testa, Colt Seavers si scusa con gli spettatori dicendo per aver parlato così tanto dal momento che, in fondo, lui non è l’eroe della storia. Sin dall’inizio il film presenta il mondo del cinema dal suo punto di vista, uno stuntman, per certi versi un “outcast”, al pari dell’aiuto-regista Jody Moreno (Emily Blunt), con la quale ha un flirt: entrambi lavorano a stretto contatto con lo stardom senza farvi davvero parte. Colt è un uomo socievole, umile, che accetta le prese in giro dell’arrogante star dal roboante e parodistico nome Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson, già diretto da Leitch nel precedente Bullet Train) come fossero parte del “pacchetto” del suo mestiere, nel quale è, ovviamente, il migliore. Fino al giorno della sua caduta, dalla quale esce miracolosamente vivo. Una caduta a doppio senso, che lo porta ad allontanarsi da quel mondo e ad abbandonare anche Jody senza una parola. Il suo ritorno sul set, dopo anni, grazie all’opera di convinzione della pervicace produttrice Gail (Hannah Waddingham), va a coincidere con un intricato complotto che richiederà tutte le sue risorse di “uomo d’azione”. Con la complicazione che in cabina di regia ora siede proprio la sua ex Jody, ancora innamorata, ma soprattutto molto arrabbiata con lui. Se Emily Blunt qui riesce a essere meno algida e più simpatica del solito, Gosling è perfetto per il ruolo, unendo prestanza fisica e autoironia, oltre a quella vena di malinconia che lo rende un perfetto antieroe. Leitch, assieme al suo sceneggiatore Drew Pearce, costruisce attorno ai suoi personaggi un mondo dichiaratamente “finto”, un set che si allarga all’intero mondo circostante. Il film che Jody sta girando, la sua grande occasione, è un blockbuster di fantascienza a base di alieni e cowboy che si rifà evidentemente a certi pastiche senza vergogna come Cowboys & Aliens (2011) di Jon Favreau. Ma c’è da dire che tutta la vicenda è ad alto tasso di improbabilità, e nell’ambizione di creare una perfetta fusione tra action, comedy e romance, è l’ironia sottostante a tutta l’operazione a fare da rete di salvataggio.

Ma in fin dei conti, se l’operazione può dirsi in buona parte riuscita, è anche grazie alla conoscenza di prima mano che Leitch ha del mondo degli stuntman, e dunque al loro modo di pensare (oltre che di muoversi), al loro campo di azione e alla loro visione “dal basso” del mondo del cinema. Oltre alla sua innegabile competenza nell’orchestrazione coreografica delle scene d’azione, sempre a misura d’uomo, Leitch si diletta con altri dispositivi, come ad esempio lo split screen (di cui aveva già fatto uso in Hobbs & Shaw) in una delle scene di confronto amoroso tra Colt e Jody al telefono, trattandola quasi come fosse una screwball degli anni d’oro. Leitch punta a costruire scene cult, montando una lunga sequenza di lotta durante un inseguimento automobilistico, alternandola, per contrasto, a Jody che canta al karaoke la struggente Against All Odds di Phil Collins, così come in Atomica bionda aveva accoppiato un ferocissimo combattimento di Charlize Theron sulle note di un’altra malinconica hit degli anni ’80: Father Figure di George Michael. E quando sembra cedere alla “marchetta” della più popolare popstar di questi anni, Taylor Swift, con la strappalacrime All too Well, lo fa costruendo una delle scene più ironiche del film, facendo piangere Gosling in macchina mentre la ascolta, venendo poi sorpreso dalla stessa Jody. Non manca poi il colpo di scena con un’attualissima guest star del cinema d’azione e di fantascienza che qui ovviamente non riveleremo. Occhio alle due scene nascoste nei titoli di coda: in una si vede che fine fa il villain della vicenda; nell’altra, si vedono brandelli del dietro le quinte, con scene d’azione eseguite da Gosling e dal suo stuntman: quello vero, giustamente omaggiato dal regista suo ex collega.

Info
The Fall Guy, il trailer.

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