Le ombre rosse

Le ombre rosse

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Come abbiamo avuto modo di affermare al momento della presentazione veneziana e della quasi contemporanea uscita in sala, Le ombre rosse è «frutto di uno sguardo indubbiamente amareggiato ma anche lucido e tagliente, portato a scavare nei meandri oscuri di una cocente sconfitta generazionale e tra le scorie di ideali un tempo rigogliosi».

Prendendo a pretesto l’ipotetica visita di un intellettuale disilluso (memorabile l’interpretazione di Roberto Herlitzka) ai ragazzi di un centro sociale ancora desiderosi di «Cambiare il mondo» (così hanno ribattezzato, non a caso, la loro sede), incerti però sul come dar voce alle proprie speranze, quel maestro del cinema italiano che ancora oggi ci sentiamo di definire compagno, Francesco Maselli detto Citto, ha deciso di indossare le scomode vesti del grillo parlante. Il suo ultimo lungometraggio è infatti un’opera che, ben al di là dei piccoli squilibri riscontrati nella rappresentazione, riesce pienamente nel compito di rivolgere interrogativi pesanti a quegli altri compagni, più presunti che reali, i quali per ingenuità o più frequentemente per opportunismo preferiscono distogliere lo sguardo dai ripetuti fallimenti di un centro-sinistra parolaio, privo di coerenza, corporativista, intimamente corrotto dall’agiatezza e più incline ad assecondare i cosiddetti poteri forti che le aspettative concrete della classe salariata. Non ci sorprende, stando così le cose, che con qualche rara e lodevole eccezione Le ombre rosse sia stato trattato con sospetto e sufficienza da quel mondo intellettuale, critica compresa, nei cui confronti il film di Maselli non fa certo sconti, sottolineandone al contrario il ruolo subalterno, la mollezza, le contraddizioni, l’inadeguatezza di fondo.

La missione di rendere giustizia a questa pellicola, che, se vi fosse ancora un minimo di spirito critico e di tensione dialettica all’interno della nostra fatiscente cultura, avrebbe dovuto scatenare ben altre reazioni, dibattiti, prese di posizione, passa ora ad una edizione in DVD estremamente curata, ricca di spunti. Edito da 01 Distribution, Le ombre rosse si presenta infatti con una buona qualità delle immagini e con un comparto extra particolarmente sviluppato. Oltre al trailer compaiono altri filmati, che in certi casi sono vere e proprie chicche, a testimonianza dell’atmosfera leggera, del senso di compartecipazione, della condivisione spinta fino alla goliardia che si respiravano evidentemente sul set di Maselli. Illuminante, ma soprattutto divertente, è il breve clip in cui si presenta la canzone dedicata a Citto da  Giorgio Arlorio, alla presenza della troupe, con una inedita trasformazione del classico canto Bella ciao nel poco ortodosso Bella ciak, in omaggio all’adesione del regista, allora giovanissimo, alla causa dei Partigiani. Risulta forse un po’ troppo convenzionale, ma ricco a sua volta di indicazioni interessanti, il backstage, nel quale fanno senz’altro effetto l’incontro estremamente amichevole dell’anziano cineasta con Ennio Fantaschini, uno dei grandi interpreti presenti nella pellicola, come anche la ricostruzione di una delle sequenze di maggior impatto, quella iniziale con Herlitzka introdotto nel centro sociale proprio mentre si stanno esibendo, con un brano molto coinvolgente, i Têtes de Bois. Dalle interviste emerge proprio l’accuratezza di Francesco Maselli nella scelta e nella direzione degli attori, qualità che non gli è mai stata estranea; basti pensare all’adattamento del romanzo di Moravia, Gli indifferenti, col suo cast strepitoso. Interessante, volendo, anche il mini-speciale incentrato sull’utilizzo degli effetti visivi, necessari ad esempio per la raffigurazione della facciata esterna del più volte menzionato centro sociale.

La buona resa dei contenuti extra è quindi uno dei motivi per guardare con favore all’uscita di questo DVD, l’altro è l’assoluta necessità di recuperare un film che è passato ingiustamente sotto silenzio, nonostante dispensi un’ironia intelligente e amara (o forse proprio per questo…) verso una sinistra italiana che vorremmo non veder più scendere a compromessi, bensì riprendere quelle lotte che qualsiasi coscienza marxista autentica, e non taroccata, tende a dare per scontate.

Info
Il trailer de Le ombre rosse.

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