Patrolman Baoyin
di Yang Jin
Presentato nella sezione Made in Shanxi del 2° Pingyao International Film Festival, Patrolman Baoyin è un film di genere poliziesco distillato nelle lande della Mongolia, dove tutto è imperniato alla lentezza, alla piccolezza e alla tranquillità.
I segreti di Wendur
Due donne, Zhuola e Lihong, arrivano in una piccola e quieta cittadina della Mongolia Interna. Con l’aiuto di un poliziotto di grande cuore chiamato Baoyin, Zhuola trova suo padre con cui aveva perso i contatti da molti anni, e trova anche un marito. Lihong che proviene dal sud della Cina non riesce ad accettare a una vita dedicata all’allevamento del bestiame. Ma grazie all’aiuto di Baoyin, gradualmente si adatta e riesce ad apprezzare quel mondo. Proprio quando le cose sembrano volgere al meglio, avviene però un omicidio. [sinossi]
Un paesaggio affascinante, un villaggio dalle abitazioni e dai templi colorati, adiacente al deserto percorso da cammelli errabondi, il tutto reso da una fotografia – curata dal giapponese Katsumi Yanagijima – che non si vergogna di avvicinarsi all’estetica del documentario etnografico patinato alla National Geographic. Il film Patrolman Baoyin è stato presentato nella sezione Made in Shanxi del Pingyao International Film Festival, dedicata alle opere che hanno a che vedere con la provincia cinese del Shanxi, dove si svolge la manifestazione, in questo caso perché il regista Yang Jin, alla sua opera seconda, proviene da quei luoghi, precisamente dalla contea di Pinglu. Ma il film ci porta in tutt’altro luogo, nel villaggio di Wendur nel Deserto dei Gobi, nella Mongolia Interna, centro di una fiorente attività mineraria un tempo, e ora importante per le sue acque sorgive pure però in via di esaurimento.
Baoyin è un poliziotto tuttofare, da portalettere ad addetto alle pompe funebri, un personaggio ispirato a una persona reale, tutore della legge in una piccola sperduta comunità dove deve anche svolgere un ruolo didattico, aiutare nell’inserimento di persone a seguito della politica delle ricollocazioni portata avanti dalle autorità, richiamata all’inizio del film. Così anche quando il padre sta cucinando lo stomaco di un lupo, ucciso perché stava divorando troppe pecore, Baoyin lo rimbrotta, ma alla fine chiude un occhio, prevale il buonsenso, richiamando alle leggi sull’ambiente per le quali il lupo rientra nella fauna protetta. Patrolman Baoyin si gioca anche sul bilinguismo con il cinese, parlato dagli esterni, e il linguaggio autoctono. Baoyin rimane single, devoto alla sua missione, nonostante si vociferi di passate o presenti fidanzate. Baoyin è il tutore di una comunità pacifica, dove tutto sembra governato dalla tranquillità e dai buoni sentimenti, si offre il tè agli stranieri, si ammira l’albero che sta crescendo. L’impegno del protagonista ottiene anche il riconoscimento di un’intervista alla tv di stato, dove si definisce orgoglioso di essere nato in quei luoghi.
In Patrolman Baoyin i personaggi vedono film avventurosi alla televisione, quei wuxia esagerati, trash dalle acrobazie impossibili. Sembra di contrasto a quella vita tranquilla, eppure anche quella piccola comunità verrà sconvolta da un omicidio facendo prendere al film una piega drammaturgica diversa, almeno apparentemente. Il senso dell’operazione di Patrolman Baoyin è proprio quello di innestare una narrativa di genere all’interno di un’opera ai limiti dell’etnografico. E gli stessi topoi del genere appaiono come distillati, rallentati all’interno di quel contesto di lentezza (e di elogio della lentezza). Eppure gli stereotipi ci sono tutti, il ritrovamento del cadavere, la detection, la raccolta degli indizi che portano al colpevole, l’inseguimento a suo modo spettacolare, l’arrivo delle macchine della polizia. Fino ad arrivare a un finale alla Norman Bates dove il colpevole ammette i suoi reati e spiega le motivazioni che lo hanno portato a compierli e porta gli inquirenti sui luoghi del delitto. Baoyin diventa la declinazione locale di Mr. Nice Guy o dello sceriffo Truman di Twin Peaks, senza bisogno dell’aiuto del tenente Cooper. Un compito che, ancora una volta, saprà portare a termine alla perfezione.
Info
La scheda di Patrolman Baoyin sul sito del Pingyao International Film Festival.
- Genere: drammatico, noir
- Titolo originale: Patrolman Baoyin
- Paese/Anno: Cina | 2018
- Regia: Yang Jin
- Sceneggiatura: Cao Kou
- Fotografia: Katsumi Yanagijima
- Montaggio: Jia Cuiping
- Interpreti: Badema, Baoyin Nimuhu
- Colonna sonora: Liu Sijun
- Produzione: Heaven Pictures-Beijing The Movie Co.
- Durata: 97'