Il sospetto
di Thomas Vinterberg
Nonostante l’ottima interpretazione di Mads MIkkelsen, Il sospetto non riesce a evitare le trappole del cinema di Thomas Vinterberg, furbo e ricattatorio.
I bambini ci diffamano
In una piccola cittadina danese di provincia, a pochi giorni dal Natale, il quarantenne Lucas sembra ormai prossimo a riprendere il controllo della propria vita. Dopo un drammatico divorzio l’uomo ha una nuova fidanzata, un nuovo lavoro e sta per riallacciare i rapporti con il figlio adolescente Marcus. Ma la situazione precipita a causa di una piccola bugia e mentre la neve continua a cadere uno strano morbo si diffonde nella cittadina. La comunità cade in uno stato di prostrazione e isteria, mentre Lucas deve lottare per la sua vita e la sua dignità… [sinossi]
C’era una volta il Dogme 95, un manifesto estetico che fu preso inaspettatamente sul serio tanto dagli addetti ai lavori quanto dalla critica e che in realtà nascondeva al suo interno solo ed esclusivamente l’ennesimo e beffardo esperimento situazionista di Lars Von Trier, vero e proprio maestro della provocazione – ruolo rivestito anche di recente, basti pensare all’infausto “scandalo” esploso dodici mesi fa sulla Croisette con le dichiarazioni “naziste” che il regista danese rilasciò durante la conferenza stampa di Melancholia. Lo stesso Von Trier, dopo aver giurato fedeltà assoluta alla lista di regole da lui redatte, le smentì clamorosamente mettendo in scena Dancer in the Dark: eppure c’è ancora chi resiste nel ricordo nostalgico di quel breve periodo artistico.
Uno di questi è senza dubbio Thomas Vinterberg, che dal Dogma 95 trasse i più grandi benefici, venendo accolto ovunque come nuovo maestro del cinema europeo all’epoca di Festen, primo film a rappresentare sullo schermo il neonato movimento nel 1998. Una reazione senza dubbio esagerata per un’opera in ogni caso ben più che interessante, in grado di rinnovare la macchina produttiva scagliandosi contro alcune delle certezze più incrollabili della Settima Arte.
Peccato che la vena autoriale di Vinterberg si sia esaurita praticamente lì: da allora il cineasta danese ha cercato di ritrovare le coordinate di quel successo internazionale in ogni modo, arrivando persino a emigrare all’ombra di Hollywood, nell’indie statunitense che (a conti fatti) rappresenta nella maggior parte dei casi la più pervicace perpetuazione dello status quo. La presenza in concorso di Vinterberg alla sessantacinquesima edizione del Festival di Cannes non era dunque facilmente decodificabile: si sarebbe finalmente avvertito uno scarto rispetto alla ripetizione di schemi oramai abusati da quasi tre lustri? La risposta, racchiusa nelle quasi due ore nelle quali si dipana Il sospetto (l’originale danese è Jagten), è un inesorabile no.
Mentre il pubblico viene portato a non dubitare in nessun caso dell’onestà del kalos kai agatos Mads (la scena da cui prende corpo l’accusa viene mostrata in ogni suo minimo dettaglio, fugando ogni perplessità sulla condotta morale del personaggio), il resto dell’umanità della piccola cittadina in cui si sviluppa la vicenda si comporta in maniera irrazionale solo per permettere alla storia di procedere nella direzione preferita dal regista: si prenda come paradigma la fastidiosa sequenza dell’interrogatorio subito dalla bambina da parte di un sedicente psicologo infantile, la cui deontologia professionale appare a dir poco risibile.Interessato solo a produrre rigetto nello spettatore, Vinterberg si fa beffe della logica, della narrazione e anche della storia stessa, preoccupandosi di far sì che all’innocente e incompreso Lucas gliene capitino di cotte e di crude. Un comportamento autoriale discutibile, e che traduce Il sospetto in un’opera a tesi, del tutto priva di qualsiasi altra necessità puramente cinematografica. Non manca, ovviamente, la professionalità del regista, e anche il cast si impegna in uno sforzo apprezzabile, ma il problema resta nel manico: a parte la solita e prevedibile invettiva anti-borghese e la critica all’ipocrisia della società occidentale, non è possibile estrapolare altri elementi di interesse. Anzi, l’unica dimostrazione di una spinta estetica in grado di dare senso anche alla tesi alla base del film si rintraccia solo nell’ultima sequenza, effettivamente mirabile e inattesa. Ma è troppo poco, davvero troppo poco.
Info
La scheda de Il sospetto sul sito del Festival di Cannes.
Il trailer italiano de Il sospetto.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Jagten
- Paese/Anno: Danimarca | 2012
- Regia: Thomas Vinterberg
- Sceneggiatura: Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm
- Fotografia: Charlotte Bruus Christensen
- Montaggio: Anne Østerud, Janus Billeskov Jansen
- Interpreti: Alexandra Rapaport, Allan Wibor Christensen, Anne Louise Hassing, Annika Wedderkopp, Øyvind Hagen-Traberg, Bjarne Henriksen, Daniel Engstrup, Hana Shuan, Josefine Gråbøl, Jytte Kvinesdal, Lars Ranthe, Lasse Fogelstrøm, Mads Mikkelsen, Nicolai Dahl Hamilton, Søren Rønholt, Sebastian Bull Sarning, Steen Ordell Guldbrand Jensen, Susse Wold, Thomas Bo Larsen , Troels Thorsen
- Colonna sonora: Nikolaj Egelund
- Produzione: Zentropa Entertainments
- Distribuzione: Bim Distribuzione
- Durata: 111'
- Data di uscita: 23/11/2012