Arctic

Arctic

di

Presentato al Festival di Cannes 2018 nella sezione Séances de minuit, Arctic è l’opera prima del brasiliano Joe Penna, è un puntuale e solido survival film ed è soprattutto l’ennesima dimostrazione dello spessore attoriale e del magnetismo di Mads Mikkelsen.

All Is (not) Lost

Artico. La temperatura può scendere fino a -70°. In questo deserto ostile, gelido, lontano da tutto, un uomo lotta per la sopravvivenza. Intorno a lui, l’immensità bianca e una carcassa dell’aeroplano in cui si era rifugiato, segno di un incidente già lontano. Nel corso del tempo, l’uomo ha imparato a combattere il freddo e le tempeste, a fare attenzione agli orsi polari, a cacciare il cibo. Un evento inaspettato lo costringerà a partire per una lunga e pericolosa spedizione per la sopravvivenza. Ma questa terra ghiacciata non perdona alcun errore… [sinossi]

Joe Penna è (anche) uno youtuber. Arctic è un’avventura mainstream. Mads Mikkelsen è un attore straodinario. Partiamo da queste tre affermazioni che avrebbero fatto felice Lapalisse: trentenne brasiliano, Penna segna un punto a favore di una categoria spesso bistrattata, mettendo in mostra un certo talento e la capacità di confezionare un racconto solido, compatto, sfrondato di quasi tutto il superfluo – si eccede forse con le sottolineature musicali, ma senza strafare. Molto più godibile il vento.
Presentato nella sezione Séances de minuit, pensata per produzioni spettacolari e di genere destinate al grande pubblico, Arctic è un survival film che riecheggia inevitabilmente All Is Lost: in questo caso la distesa non è di acqua ma di neve e ghiaccio, ma i meccanismi narrativi e la lotta in solitaria sono gli stessi. Meccanismi che prevedono un centro gravitazionale d’eccezione, corposissimo, magnetico: se nella (dis)avventura di Chandor il plus valore attoriale era incarnato dall’icona intergenerazionale Redford, nell’esordio di Penna sono l’imponente fisicità e il fascino quasi animalesco di Mikkelsen a rendere immediatamente credibili e realistiche le fatiche e le dure prove affrontate dal protagonista.

La presenza e il volto scolpito dell’attore danese si calano infatti in una narrazione che si alimenta di pochissimi indizi: il sentiero scavato con mezzi di fortuna, il piccolo aereo malmesso in campo lungo, l’SOS disegnato nella neve e svelato da un’efficace ripresa dall’alto. SOS, survival film. Bastano pochi elementi, intrecciati alla presenza di Mikkelsen, per dare il via a una classica lotta per la sopravvivenza, fatta di precise routine quotidiane – la pesca tra i ghiacci, l’accensione della radio alimentata a manovella, il terreno faticosamente conquistato.
I bip bip dell’orologio scandiscono la routine, i tempi della sopravvivenza. Overgård (Mikkelsen) è un uomo d’esperienza, lo capiamo subito, ci crediamo subito, anche se a indicarcelo sono pochi ma efficacissimi dettagli – il dito del piede, ad esempio. La struttura narrativa di Arctic è tutta qui: essenziale, pensata per sopravvivere alla neve e al ghiaccio, per non farsi risucchiare nel solito accumulo di eccessi, di sventure, d’imprevisti. Bastano il deserto bianco e gelido, le temperature e i venti che uccidono rapidamente.

Come in All Is Lost, la storia nella storia è rappresentata dalla manualità e adattabilità dell’eroe, dalla sua conoscenza dello scenario naturale, dalle attrezzature più o meno di fortuna. Anche in questo caso, sul piano squisitamente produttivo, la sfida cinema-natura è vinta: dalla carlinga claustrofobica del bimotore alle ampie distese innevate, la messa in scena di Penna sfutta a dovere gli spazi e anche nei passaggi più faticosi (la scalata della catena montuosa) la spettacolarità della pellicola è intatta, coerente. Una spettacolarità trattenuta, realistica, senza ridondanti movimenti di macchina: Penna sa di non aver bisogno di calcare la mano, gli basta assecondare il paesaggio naturale, meraviglioso e fatale.
Un film di poche parole (fino al commovente hello), di decisioni capitali, di ostacoli fisici e psicologici, di linee tracciate su una mappa – non ci sono parentesi oniriche à la 127 ore, ma solo una strada da percorrere, rifugi da trovare e scavare, vite da salvare. Ordinario e straordinario. Hello.

Info
La scheda di Arctic sul sito di Cannes 2018.
Una clip tratta da Arctic.
  • Arctic-2018-Joe-Penna-01.jpg
  • Arctic-2018-Joe-Penna-02.jpg
  • Arctic-2018-Joe-Penna-03.jpg

Articoli correlati

  • Festival

    Cannes 2018 - Minuto per minuto dalla CroisetteCannes 2018 – Minuto per minuto

    Quinlan approda sulla Croisette e arriva il momento del tradizionale appuntamento del minuto per minuto. Dalla selezione ufficiale alla Quinzaine des réalisateurs e alla Semaine de la critique, ecco a voi il Festival di Cannes 2018!
  • Festival

    Cannes 2018Cannes 2018

    Si parte con Todos lo saben di Asghar Farhadi, per poi dividersi nei mille rivoli della sezioni ufficiali (Compétition, Un Certain Regard, Hors Compétition...) e delle sezioni parallele, spesso più fertili e intriganti (Quinzaine, Semaine, ACID). Senza dimenticare le certezze di Cannes Classics e Cinéma de la plage. Tanto, tutto, troppo.
  • Festival

    Festival di Cannes 2018Festival di Cannes 2018 – Presentazione

    Al via Cannes 2018, tra polemiche, strani divieti, lo spauracchio delle molestie, incontri/scontri tra la stampa e Frémaux e fluviali lettere dell'ultimo momento agli accreditati. E i film? Si parte con Todos lo saben di Asghar Farhadi, per poi dividersi nei mille rivoli della sezioni ufficiali...
  • Far East 2017

    Survival Family

    di Apre il Far East Film Festival 2017 Survival Family di Shinobu Yaguchi, una commedia giapponese incentrata su una suggestiva riflessione: cosa succederebbe alle nostre vite se di colpo ci trovassimo senza energia elettrica?
  • Trieste S+F 2015

    The-SurvivalistThe Survivalist

    di Ispirata opera prima del nordirlandese Stephen Fingleton, The Survivalist è fantascienza post-apocalittica ridotta all'osso, scarnificata nella struttura narrativa, nella messa in scena di un microcosmo che cerca disperatamente di sopravvivere. Tra le proposte più interessanti del Trieste Science+Fiction 2015.
  • Archivio

    All Is Lost RecensioneAll Is Lost – Tutto è perduto

    di Un'avventura intensa, realistica, senza sbavature narrative o parentesi melodrammatiche: solo una barca, il mare infuriato e Redford.
  • Archivio

    The Grey RecensioneThe Grey

    di L'eterno scontro fra Uomo e Natura al centro del nuovo action-movie con Liam Neeson, che stavolta si cala in una gelida e sanguinosa avventura ambientata nelle impervie montagne dell'Alaska sferzate dalle violente perturbazioni sub-artiche.
  • Archivio

    127 ore Recensione127 ore

    di L'alpinista Aron Ralston deve cercare di salvarsi dopo che la caduta di un masso gli ha intrappolato il braccio e lo tiene bloccato in un canyon. Nel corso dei successivi cinque giorni, Ralston troverà il coraggio di compiere un gesto estremo pur di uscire da una situazione sempre più critica...