Rotterdam 2022 – Presentazione
Annunciato il programma dell’International Film Festival Rotterdam 2022, la 51a edizione della manifestazione che, anche per quest’anno, si svolgerà completamente online. La direttrice artistica Vanja Kaludjercic ha illustrato i film presentati al festival, disponibili, dal 26 gennaio al 6 febbraio, all’audience internazionale di accreditati e al pubblico nazionale. 14 opere nella Tiger Competition e numerose altre nelle varie sezioni collaterali. A completare il programma alcuni Big Talk che saranno disponibili anche per un pubblico generico fuori dai confini olandesi.
Si era all’antivigilia dello scorso Natale, quando dall’International Film Festival Rotterdam furono costretti ad annunciare lo spostamento online dell’edizione 2022, la 51a, causa la situazione sanitaria nei Paesi Bassi con l’adozione nel paese di misure severe. Per il secondo anno è costretto a capitolare quello che è il secondo festival del Nord Europa, una manifestazione storica che ha superato la boa del mezzo secolo di storia, nonché una delle vetrine più importanti per il cinema di ricerca da tutto il mondo. La direttrice artistica Vanja Kaludjercic ha ora annunciato il programma di questa edizione in streaming, con due diverse selezioni, una per il pubblico nazionale generico, quello che tradizionalmente affolla le sale del festival, costituita dalle sole sezioni non competitive, e una per un’audience internazionale di accreditati che prevede anche i diversi concorsi. In totale saranno presentati circa 200 film.
Il concorso principale, la Tiger Competition, vede 14 opere. Una storia ambientata durante l’occupazione nazista delle repubbliche baltiche è quella raccontata nel film russo Achrome di Maria Ignatenko; un delicato coming of age in un severo collegio nell’Himalaya è l’indiano The Cloud Messenger di Rahat Mahajan; adattamento da Il trovatello di von Kleist, trasposto nella Lisbona del Sedicesimo secolo, è il portoghese A criança di Marguerite de Hillerin e Félix Dutilloy-Liégeois; un viaggio nella mitologia indigena è il paraguaiano EAMI di Paz Encina; un curioso adattamento in chiave di programma per bambini della Metamorfosi di Kafka è l’israeliano Kafka for Kids di Roee Rosen; un appartamento con apparizioni ectoplasmatiche nei sobborghi di Santiago del Cile è al centro di Proyecto Fantasma di Roberto Doveris; storia di una coppia di anziani alle prese con la morte è il cinese To Love Again di Gao Linyang; incentrato sulle proteste dei lavoratori in una piccola città mineraria giapponese, girato in 16mm sgranato, è Yamabuki di Juichirō Yamasaki.
Dieci titoli nella Big Screen Competition, che comprende opere tra il cinema popolare, classico e d’essai. Tra questi il nuovo film di Clara Law, protagonista della new wave hongkongese ora trasferita in Australia, dal titolo Drifting Petals; e poi CE2, opera sull’infanzia difficile, diretta da Jacques Doillon; e Splendid Isolation, storia di due amanti in un’isola deserta, allegoria di Urszula Antoniak della vita durante la pandemia. 16 cortometraggi fanno invece parte del concorso Ammodo Tiger Short.
Nel programma accessibile anche al pubblico generico olandese le tradizionali sezioni, non competitive, Harbour, Limelight, Bright Future, Art Directions, Short & Mid-length e Cinema Regained. Da segnalare vari film, di autori affermati, non in anteprima, in Harbour: Benediction di Terence Davies, Corsini interpreta a Blomberg y Maciel, documentario sul cantante italo-argentino Ignacio Corsini del regista di La flor Mariano Llinás, Crescent Night di Gurvinder Singh, Serre-moi-fort di Mathieu Amalric, Kinorama – Beyond the Walls of the Real dell’artista portoghese Edgar Pêra, oggetto di una personale dell’IFFR del 2019, The Mole Song: Final di Takashi Miike. E poi Italo Disco. The Sparkling Sound of the 80s, in Art Directions, documentario tedesco sulla disco music italiana del regista Alessandro Melazzini.
Il film d’apertura del festival sarà Please Baby Please della filmmaker Amanda Kramer anche oggetto di un focus. Disponibili a tutti, anche al pubblico non accreditato fuori dai confini olandesi, i Big Talk, gli incontri con artisti quali la stessa Amanda Kramer, Mathieu Amalric e il direttore della fotografia thailandese, premiato quest’anno con il Robby Müller Award, Sayombhu Mukdeeprom, noto per i suoi lavori con Apichatpong Weerasethakul, Miguel Gomes e Luca Guadagnino.