Godzilla e Kong – Il nuovo impero

Godzilla e Kong – Il nuovo impero

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Arrivati al quinto capitolo del MonsterVerse targato Warner\Legendary, possiamo già guardare al recente passato con un carico non indifferente di nostalgia. Nel breve volgere di dieci anni siamo stati catapultati dal pregevole Godzilla di Gareth Edwards a un rollercoaster senz’anima e dalla svogliatissima scrittura come Godzilla e Kong – Il nuovo impero, tragico emblema di un cinema d’intrattenimento destinato a sciogliersi come neve al sole.

SuperGozzillaLilla di quarto livello

L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla dovranno combattere fianco a fianco contro una colossale minaccia sconosciuta che si cela nel nostro mondo, mettendo a dura prova la loro stessa esistenza. E la nostra. Le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di Skull Island, tra gli altri, svelano la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità… [sinossi]

Abitato da personaggi trasferello, tratteggiati con due battute vagamente spiritose e qualche eccesso caricaturale, il MonsterVerse Warner\Legendary guarda sostanzialmente solo ai suoi Titani, alle dimensioni, ai danni, ai mondi che crollano. E se il precedente Godzilla vs. Kong (2021), prima incursione nella saga di Adam Wingard (You’re Next, V/H/S 2, Blair Witch), puntava sulla grandeur distruttiva dei mostri, sul fuori scala, sulle dimensioni gigantesche e quindi disumane, questo Godzilla e Kong – Il nuovo impero perde di vista pure questo unico possibile appiglio, smarrendosi fin da subito tra le pieghe di una sceneggiatura che sembra pensata per essere spezzettata su TikTok.

Il punto non sono gli effetti speciali, il gran fracasso (anche divertente, se ci si accontenta) degli scontri e la messa in scena (scontata ma di buon livello) del mondo sotterraneo, e nemmeno la qualità degli interpreti, in primis la splendida Rebecca Hall, impegnata in uno dei ruoli meno significativi della sua pregevole filmografia (The Prestige, Christine, Professor Marston and the Wonder Women), ma l’idea di cinema che permea sempre più queste produzioni. Una parabola discendente, non dissimile dalle recenti derive Marvel & DC, nell’approccio alla scrittura, nella costruzione dei personaggi, negli snodi narrativi, qui davvero quasi azzerati. Insomma, come uno sparatutto senza grosse pretese.
A guardare l’andamento degli incassi della saga, ahinoi, qualsiasi riflessione sulla qualità della scrittura sembrerebbe fuori posto, ma solo non valutando le prospettive, non dissimili a nostro parere dalle difficoltà incontrate in queste ultime stagioni dalle produzioni legate all’universo supereroistico, decisamente prossimo a questa rielaborazione dell’immaginario dei kaijū eiga – indicativo il successo nella recente notte degli Oscar del nipponico Godzilla Minus One, a marcare ancora una volta il divario creativo tra l’industria del Sol Levante e il mastodonte hollywoodiano. In questo senso, non solo all’interno del MonsterVerse, Godzilla di Gareth Edwards appare oggi come una gioiosa eccezione rispetto a una prassi spesso deludente: sono passati dieci anni, Godzilla è ridotto a una bocca da fuoco (l’effetto audio è sempre impattante, ma evidentemente non basta) e Kong, persino sbiadito rispetto allo sguaiato Kong: Skull Island, è maldestramente umanizzato.

Allontanandoci di pochissimo dal MonsterVerse, non era indubbiamente un baluardo del genere Rampage – Furia animale di Brad Peyton, cucito addosso a Dwayne “The Rock” Johnson (non a caso si ragionava su una sorta di TheRockVerse), ma a livello di scrittura, quantomeno rispetto al risultato di Godzilla e Kong – Il nuovo impero, oggi sembra persino appartenere a un’epoca passata e più felice – non è così, ma l’impressione è perfino più raggelante della titanica new entry di Wingard e soci. La creazione a ritroso della mitologia del MonsterVerse scricchiola visibilmente, ma la cartina tornasole della pellicola è rappresentata da Trapper (Dan Stevens) e in seconda battuta da Bernie Hayes (Brian Tyree Henry), personaggi privi di qualsiasi spessore, spalle comiche che depotenziano totalmente il possibile afflato drammatico. Sì, i tempi di Edwards sembrano davvero lontanissimi.

Info
Il trailer di Godzilla e Kong – Il nuovo impero.

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