Zoran, il mio nipote scemo

Zoran, il mio nipote scemo

di

È difficile prendersela con Zoran, il mio nipote scemo e allora guardiamo al bicchiere mezzo pieno: il Friuli e la Slovenia, il vino e le osmize, la singolarità di Zoran Spacapan, il senso di comunità e il paradosso delle freccette ci restituiscono un’immagine forse idealizzata, parziale ma coinvolgente di un territorio, di un modo di vivere, di un calore umano sconosciuto alle metropoli. Presentato alla 28a edizione della Settimana della Critica a Venezia.

L’arte del (buon) vino e delle freccette

Paolo, quarant’anni, inaffidabile e dedito al piacere del buon vino, vive in un piccolo paesino vicino a Gorizia. Trascina le sue giornate nell’osteria del paese e si ostina in un infantile stalking ai danni dell’ex-moglie. Un giorno, inaspettatamente, si palesa suo nipote Zoran, uno strano sedicenne cresciuto sui monti della Slovenia. Paolo dovrà prendersi cura del ragazzino e ne scoprirà una dote bizzarra: è un vero fenomeno a lanciare le freccette. Questa per Paolo è l’occasione giusta per prendersi una rivincita nei confronti del mondo. Ma sarà tutto così facile? [sinossi]

È difficile prendersela con Zoran, il mio nipote scemo, presentato in concorso alla Settimana delle Critica della Mostra di Venezia 2013. L’esordio al lungometraggio del goriziano Matteo Oleotto, anche sceneggiatore con Daniela Gambaro, Pierpaolo Piciarelli e Marco Pettenello, è un fertile esempio di come raccontare e legarsi a un territorio, trovando fondi e talenti oltre i confini. Con fiumane di vino e buoni sentimenti, risate e venature drammatiche. E un casting perfettamente calibrato: Battiston in formato mattatore, la spalla comico-emotiva Rok Prašnikar (Zoran) e volti ad hoc come quello di Francesco Celio (Gustino) e Marjuta Slamič (Stefania). Citazione a parte per Roberto Citran (Alfio), attore che avrebbe meritato una carriera più luminosa.

E poi, innegabilmente, Zoran è stato coccolato dalla produzione e dall’ufficio stampa. “Casa Zoran”, luogo sospeso tra cinema e vino, è una delle idee più brillanti partorite al Lido negli ultimi anni. In un batter d’occhio si è tramutata in una sorta di “villa degli autori” a briglie sciolte [1]. Le proiezioni veneziane hanno fatto il tutto esaurito, il passaparola ha funzionato e il futuro nelle sale potrebbe essere roseo. La Tucker può sorridere.

Insomma, tutto bene? Non proprio. Ben diretto e sorretto da un’impeccabile confezione tecnica, Zoran, il mio nipote scemo si ferma narrativamente sul più bello, dopo aver messo parecchia carne al fuoco. Scaraventato il corpulento, iracondo e cinico protagonista in un tunnel apparentemente senza uscita, Oleotto e soci saltano un passaggio, risolvendo nel non detto/spiegato/giustificato uno snodo narrativo fondamentale. E così si dissolve al sole la coinvolgente deriva autodistruttiva di Paolo, bambinone irresponsabile, vigliacco, incapace di relazionarsi col prossimo. Non basta la gag del capovolgimento di ruoli tra Paolo e Zoran per dare un senso compiuto a un finale che ha i contorni di una coperta corta, di una chiusura frettolosa, di un riscatto concesso per amore del pubblico più che della storia. La cesura tra l’apice drammatico e le ultime sequenze è così netta da lasciare l’amaro in bocca. Ci basterà un buon bicchiere di vino? Magari due.

Torniamo a bomba. Visto che è difficile prendersela con Zoran, il mio nipote scemo, guardiamo al bicchiere mezzo pieno. Il Friuli e la Slovenia, il vino e le osmize [2], la singolarità di Zoran Spacapan, il senso di comunità e il paradosso delle freccette ci restituiscono un’immagine forse idealizzata, parziale ma coinvolgente di un territorio, di un modo di vivere, di un calore umano sconosciuto alle metropoli. E poi, «chi lassa el vin furlan, xè proprio un fiol de un can».

Note
1. Casa Zoran è stata messa in piedi a un passo dal centro nevralgico della Mostra, con generosa distribuzione di vino, prosciutto, uova e simpatia. Tutti invitati: giornalisti, critici, registi, sostenitori o anche semplici curiosi.
2. Segnalata solitamente con una frasca, l’osmiza è una sorta di osteria dove si vendono e consumano i prodotti tipici del territorio (vino, grappe, salumi, formaggi, uova).
Info
Il sito della Tucker Film, casa di distribuzione di Zoran, il mio nipote scemo.
La pagina facebook di Zoran, il mio nipote scemo.
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-01.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-02.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-03.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-04.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-05.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-06.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-07.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-08.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-09.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-10.jpg
  • zoran-il-mio-nipote-scemo-2013-11.jpg

Articoli correlati

Array
  • Venezia 2013

    Venezia 2013Venezia 2013 – Bilancio

    Più ombre che luci sulla settantesima edizione della Mostra, la seconda dal ritorno come direttore di Alberto Barbera.
  • Festival

    Venezia 2013Venezia 2013

    La vittoria che ha sdoganato il documentario. Quasi ogni testata giornalistica italiana ha introdotto le riflessioni più o meno positive sulla settantesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con questa affermazione apodittica...
  • Venezia 2013

    Venezia 2013Venezia 2013 – Minuto per minuto

    Con Venezia 70 torna il Minuto per Minuto. Cosa ci regalerà il secondo anno del Barbera-bis? Lo potrete scoprire attraverso la solita cronaca dalla laguna: annotazioni sparse sui film, sulle ovazioni e i fischi, sulle tendenze, le voci...