Leafie – La storia di un amore

Leafie – La storia di un amore

di

Pur consapevoli che i capolavori dell’animazione sono da ricercare altrove – e tra pochi giorni nelle sale italiane irromperà il meraviglioso Il castello nel cielo di Hayao Miyazaki, portato sullo schermo con la bellezza di ventisei anni di ritardo dalla sempre meritoria Lucky Red – non si può non fare il tifo per Leafie, con la speranza che non venga massacrato al botteghino da uscite dall’impatto mediatico più devastante, ma assai meno coraggiose e coinvolgenti.

Il pulcino dai capelli verdi

In un allevamento di polli tra centinaia di galline si trova Leafie, una creatura straordinaria che sogna una vita fuori dalla gabbia. Leafie riesce a sfuggire dalla prigionia usando la sua intelligenza e, mentre si avventura nel bosco alla ricerca di se stessa, viene braccata da una feroce donnola chiamata One Eye. Leafie si salva grazie all’aiuto dell’anatra coraggiosa, Wanderer. Mentre Leafie inizia ad adattarsi alla vita selvaggia del bosco, scopre che la compagna di Wanderer è una bellissima anatra dalle piume bianche. Un giorno questa viene uccisa da One Eye. Leafie, entrando nel nido abbandonato, trova un uovo ancora caldo e si adagia teneramente su di esso. Il tempo passa e l’uovo si schiude proprio nella notte in cui anche Wanderer viene ucciso da One Eye. Leafie notando una macchia verde sulla testa del piccolo, lo chiama Greenie e si prende cura di esso come se fosse suo figlio. I due si trasferiscono in prossimità della palude in cui Leafie trova una casa per abitare. Tuttavia la differenza tra la mamma gallina e il suo anatroccolo mette a dura prova i due. Finché un giorno Greenie viene catturato dal proprietario dell’allevamento e rischia di perdere per sempre le sue ali. Appena Leafie viene a conoscenza di ciò, si precipita nella fattoria per salvare il suo piccolo… [sinossi]

L’uscita di un film come Leafie – La storia di un amore merita una digressione: la meritevole scelta della piccola Mediterranea Productions di distribuire anche in Italia il film di animazione diretto da Oh Seong-yun corre infatti il rischio di passare in secondo piano, laddove dovrebbe al contrario essere menzionata con orgoglio in ogni dove. In un’epoca in cui diventa sempre più difficile trovare spazio sugli schermi nostrani per tutto ciò che esula dalla prassi cui è abituato il grande pubblico, vedere che c’è ancora chi con coraggio e testardaggine allarga lo sguardo all’orizzonte senza fermarsi al proprio naso non può che rallegrare il cuore.

Dopotutto, nonostante si tratti di un dato con ogni probabilità insignificante per la maggior parte del pubblico, Leafie è stato campione di incasso in Corea del Sud, sbaragliando corazzate come i capitoli finali della saga di Harry Potter o lo statunitense Kung Fu Panda 2: una nazione da sempre attenta a promuovere la produzione interna ha affollato le sale per partecipare alle disavventure della gallina Leafie, smaniosa di vivere in libertà e pronta a difendere il piccolo e indifeso pulcino Greenie – così chiamato per il ciuffo verde che gli sovrasta la testa – contro le ingiustizie e le crudeltà del mondo. Nonostante siano in molti a ignorarlo la cinematografia sudcoreana ha tentato in più di un’occasione di ritagliarsi il proprio spazio – artistico ma anche e soprattutto economico – nel panorama asiatico, dominato giocoforza dal gigante giapponese, sede della più florida industria mondiale dell’animazione. Tra gli esperimenti più riusciti, all’alba del terzo millennio, vi furono il delicato e sognante My Beautiful Girl, Mari di Lee Seong-kang e l’appena successivo Wonderful Days di Kim Moong-saeng, in cui la cupa fantascienza si sposa con l’utilizzo della Computer Graphic: al lancio in grande stile dell’industria, però, non ha fatto seguito una fase di reale consolidamento all’interno delle dinamiche produttive asiatiche e mondiali. Il ritorno in pompa magna dell’animazione sudcoreana la si deve dunque proprio al qui citato Leafie (insieme al largamente apprezzato Green Days – Dinosaur and I di Ahn Jae-hoon e Han Hye-jin, visto in Italia di recente alla quattordicesima edizione del bolognese Future Film Festival).

Da un punto di vista strettamente narrativo a dire il vero il film di Oh Seong-yun non sembra esente da difetti: una certa meccanicità di scrittura, oltre a una separazione fin troppo evidenziata tra “buoni” e “cattivi”, finiscono in alcuni punti per appesantire una pellicola che ha però il grande merito di cercare un punto di contatto tra elementi all’apparenza perfettamente in antitesi tra loro. Pur sviluppando un film dagli intenti didattici, aprendosi dunque alla visione da parte di un pubblico in età scolare, il regista Oh (qui all’esordio) non disdegna incursioni in campi solitamente evitati con cura in tali circostanze: valga su tutto la presenza continua della morte, della privazione, della paura del dolore.
Senza venire meno alla soddisfazione dell’aspetto più puramente ludico Leafie mostra dunque la volontà netta di innervare il classico film “per l’infanzia”, rinnovandolo dalle fondamenta. Un approccio sicuramente debitore della storia stessa del cinema sudcoreano, ma che potrebbe aprire gli occhi a una fetta consistenze di genitori ed educatori anche dalle nostre parti, troppo spesso pronti a censurare convinti che il non mostrare sia un metodo migliore – sicuramente più comodo – del dover spiegare.

Da un punto di vista puramente tecnico Leafie si distingue in particolare per alcune scelte di ripresa, a loro modo spiazzanti, e per un paio di sequenze davvero ben congegnate, in particolare la fuga della protagonista dal pollaio e la gara di volo. Pur consapevoli che i capolavori dell’animazione sono da ricercare altrove – e tra pochi giorni nelle sale italiane irromperà il meraviglioso Il castello nel cielo di Hayao Miyazaki, portato sullo schermo con la bellezza di ventisei anni di ritardo dalla sempre meritoria Lucky Red – non si può non fare il tifo per Leafie, con la speranza che non venga massacrato al botteghino da uscite dall’impatto mediatico più devastante, ma assai meno coraggiose e coinvolgenti.

Info
Il trailer di Leafie – La storia di un amore.
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-01.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-02.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-03.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-04.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-05.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-06.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-07.jpg
  • Leafie-La-storia-di-un-amore-2011-Oh-Seong-yun-08.jpg

Articoli correlati

  • Blu-ray

    Train to Busan + Seoul Station

    di La Limited Edition targata Midnight Factory/Koch Media & Tucker Film del dittico zombesco realizzato da Yeon Sang-ho: l'adrenalinico live action Train to Busan e il prequel animato dai riflessi romeriani Seoul Station. Tra gli extra making of, B-roll e un booklet.
  • Trieste S+F 2016

    seoul-stationSeoul Station

    di Presentato al Trieste Science+Fiction Festival 2016, Seoul Station riporta Yeon Sang-ho al cinema d'animazione e a quel cosmico e spietato pessimismo che aveva già caratterizzato i precedenti The King of Pigs e The Fake.
  • Animazione

    The Fake

    di L'opera seconda del regista e sceneggiatore coreano Yeon Sang-ho. Un thriller teso e disperato, presentato in concorso al Future Film Festival 2014 di Bologna.
  • Animazione

    Padak RecensionePadak

    di Uno sgombro è preso in una rete da pesca e portato nell'acquario di un ristorante di pesce crudo. Appena arrivato nell'acquario, tenta in qualsiasi maniera di scappare...
  • Animazione

    The King of Pigs

    di Compagni ai tempi della scuola, Kyung-min, trentenne uomo d'affari, e Jong-suk, scrittore senza lavoro, si ritrovano dopo quindici anni e ricordano i crudeli compagni di classe...
  • Animazione

    Green Days – Dinosaur and I

    di , La giovane I-rang cade apposta durante l'unica gara a cui si sentiva di partecipare, per paura di perdere la corsa contro la rivale Min-jeong. Abbandonatasi all'ozio, da allora la ragazza non osa partecipare ad altre competizioni...
  • Animazione

    Life Is Cool

    di Il-kwon, di ritorno in Corea dagli Stati Uniti, viene accolto all'aeroporto da due amici: Tae-young, insegnante di doposcuola frustrato per la sua situazione professionale, e Sung-hoon, che lavora come interprete per un giocatore di pallacanestro afroamericano che gioca nel campionato coreano...
  • Libri

    Il cinema coreano contemporaneo

    Edito dalla O barra O Edizioni di Milano, Il cinema coreano contemporaneo di Lee Hyang-jin ha il grande merito di essere il primo esaustivo saggio sul cinema coreano, dalle traballanti e difficoltose origini fino ai giorni nostri...