Iron Man 3

Iron Man 3

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Quinta apparizione sul grande schermo di uno dei personaggi di punta dell’universo Marvel. Iron Man 3 mette in scena l’inevitabile crisi esistenziale del supereroe. Shane Black, oltre a dirigere, firma lo script a quattro mani con Drew Pearce prendendo ispirazione dai sei albi pubblicati tra il 2005 e il 2006, la saga Extremis di Warren Ellis.

Tabula rasa

Il nuovo film Marvel Iron Man 3 vede lo sfacciato ma brillante industriale Tony Stark/Iron Man combattere contro un nemico senza limiti. Quando Stark vedrà il suo mondo personale distrutto  per mano del suo nemico, intraprenderà una straziante missione alla ricerca dei responsabili. Si tratterà di un’impresa che metterà a dura prova il suo coraggio in ogni momento. Con le spalle al muro, Stark dovrà sopravvivere senza i dispositivi da lui creati, fidandosi solo del proprio ingegno e istinto per proteggerle persone che ama. Mentre trova tutte le forze per reagire, Stark trova la risposta alla domanda che lo ha sempre segretamente perseguitato: è l’uomo che fa l’armatura o è l’armatura  che fa l’uomo? [sinossi]

Lo avevamo lasciato la scorsa stagione in The Avengers al fianco degli altri membri dello S.H.I.E.L.D., da Hulk a Thor, passando per Capitan America, Occhio di Falco e la Vedova Nera, riuniti dal comandate Nick Fury per sventare una pericolosa minaccia aliena rappresentata dall’asgardiano Loki (Dio dell’inganno nonché fratello del Dio del tuono) e dagli agguerritissimi Chitauri, scesi sulla Terra con il chiaro intento di conquistarla. Per chi non lo avesse ancora capito stiamo parlando di Tony Stark e del suo corazzato alter ego Iron Man, che torna nelle sale con Iron Man 3 dopo la tremenda ed estenuante battaglia affrontata tra i cieli e le strade di New York nel 2012, che lo ha visto protagonista insieme ai Vendicatori di una disperata e sudata vittoria (seppur momentanea) raccolta nel fortunato crossover diretto da Joss Whedon, incentrato sulla prima grande reunion cinematografica di alcuni storici personaggi di casa Marvel. Quei fatti però, nonostante si siano risolti in chiave positiva, lo hanno in realtà segnato profondamente, tanto da fiaccare le resistenze psico-fisiche del celebre miliardario, ora costretto nel terzo capitolo della striscia cinematografica a lui dedicata a confrontarsi, non solo con il nemico di turno, che ha il duplice volto di uno spietato terrorista conosciuto come Mandarino e di uno scienziato pazzo in cerca di vendetta che risponde al nome di Aldrich Killian, ma soprattutto con se stesso, il proprio ruolo, l’identità, le fragilità e le insicurezze umane, oltre che con frequenti attacchi di panico. Una parabola esistenziale che, supereroe oppure no, prima o poi coinvolge tutti (Superman o Batman docet) e adesso è il turno proprio di Tony Stark.

In Iron Man 3, che segna la quinta apparizione sul grande schermo [1] di quello che è senza ombra di dubbio uno dei personaggi di punta dell’universo Marvel Comics [2], va in scena l’inevitabile crisi esistenziale del supereroe. Questa fa da sfondo emozionale a una nuova sfida che arriva dritta diritta dal passato e che spinge Stark a fare gli straordinari per annientare un esercito di soldati potenziati che si auto-rigenerano in stile Terminator, un terrorista vecchio stile che si “diverte” a sferrare attacchi dinamitardi per poi rapire il Presidente degli odiati Stati Uniti e scovare i responsabili che hanno ridotto in fin di vita l’amico di sempre Harold Happy Hogan. Il tutto cercando di tenere insieme i pezzi della propria vita coniugale con l’amata Pepper. Insomma, una bella matassa di sbrogliare per un Iron Man in formato amletico, che quanto a nemici fronteggiati in passato non ha nulla da invidiare ad alcun collega in attività: dai terroristi afgani del primo capitolo alla coppia formata dal letale Whiplas e dall’industriale senza scrupoli Justin Hammer affrontata nel secondo. L’elemento di novità rispetto al passato sta dunque nella mutazione caratteriale subita dal personaggio, che mantiene sì il suo inconfondibile mix di spavalderia e cinismo, ma rivela al pubblico e in primis a se stesso un’inedita fragilità che dà adito a dubbi, angosce e paure.

A raccontare questo doppio conflitto troviamo stavolta Shane Black, chiamato a sostituire dietro la macchina da presa l’artefice dei successi ottenuti dai primi due episodi, ossia l’attore e regista Jon Fraveau che torna per la terza volta consecutiva nel ruolo di Hogan e come produttore esecutivo. Quanto basta insomma per dare la continuità necessaria alla saga. Premesso che l’esordio sullo schermo di Iron Man del 2008 per mano di Fraveau resta, anche dopo aver assistito alla chiusura della trilogia, il pezzo migliore della collezione, l’atto terzo non cede davvero pochissimo sul fronte visivo rispetto ai precedenti, regalando alla platea momenti adrenalinici (l’attacco missilistico sferrato contro la villa di Stark a Malibù) e un epilogo tutti contro tutti che da solo vale il prezzo del biglietto. Da questo punto di vista la scelta di affidarsi alla stereoscopia contribuisce ad alimentare il fattore spettacolare della fruizione, ma anche a far lievitare come al solito il prezzo del biglietto. Il plot, al contrario, non regala grosse sorprese, se non la già citata metamorfosi interiore del protagonista, che di suo non basta a giustificare le due ore e passa di un racconto che sa come intrattenere, ma che a carte scoperte rivela la volontà degli autori di gettare le fondamenta per un futuro prossimo, che siamo sicuri non tarderà ad arrivare. Si ha, infatti, l’impressione che ci si trovi al cospetto di un ulteriore capitolo di transizione verso altro che non è di certo la chiusura del sipario; impressione che diventa certezza una volta entrati in contatto con i minuti conclusivi. Del resto, quale sano di mente metterebbe la parola fine a un brand che assicura palate fumanti di dollari?

Per il resto, il lavoro dietro la macchina da presa di Black, che oltre a dirigere firma lo script a quattro mani con Drew Pearce prendendo ispirazione dai sei albi pubblicati tra il 2005 e il 2006 che vanno a comporre la saga Extremis di Warren Ellis, è di buona fattura e permette al film di passare tranquillamente la soglia della sufficienza. L’eclettica regia del cineasta statunitense offre il suo meglio nelle scene dinamiche, mentre tocca ancora una volta a Robert Downey Jr. (i due hanno già lavorato insieme sul set di Kiss Kiss Bang Bang) fuori e sotto l’armatura di Iron Man ravvivare e rendere ancora più divertenti le situazioni statiche e dialogiche che coinvolgono Stark (da non perdere il duetto nel camion regia con un fan sfegatato, la prima vestizione e alcuni scambi con il piccolo aiutante e con Jarvis, ossia il sistema di intelligenza artificiale che governa la villa di Tony).

Note
1. Oltre ai tre capitoli prodotti nel 2008, 2010 e 2013, bisogna ricordare The Avengers e la partecipazione ne L’incredibile Hulk, sequel diretto nel 2008 da Louis Letterier delle avventure dell’irascibile uomo verde.
2. Nato dalle penne di Stan Lee e Larry Lieber e dai disegni della coppia Heck-Kirby, Iron Man fa la sua prima apparizione su carta nel marzo del 1963 nel volume 1 del  numero 39 di Tales of Suspence.
Info
Il sito ufficiale di Iron Man 3.
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