Amityville – Il risveglio

Amityville – Il risveglio

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Ennesimo tassello di una infinita saga horror cominciata nel 1979, Amityville – Il risveglio riporta in scena la celebre casa stregata, ma lo fa con poche timide idee.

Da una casa lontana il demonio si ricorda di me, delle mie abitudini

Belle si trasferisce nella nuova casa a Amityville con la madre, la sorellina e il fratello in coma che ha bisogno di costanti cure mediche. Belle scoprirà presto che in quella casa, ora teatro di fenomeni paranormali, sono stati commessi degli omicidi. [sinossi]

Nel corso di circa dieci anni la casa di produzione Blumhouse si è accreditata a livello mondiale come la più importante e influente in fatto di horror. Da Paranormal Activity a Sinister, passando per Insidious e La notte del giudizio, fino a Split e Get Out, praticamente tutte le produzioni orrorifiche di maggior successo (e, a volte, anche di ottimo livello) sono passate per le mani di Jason Blum, fondatore della società. Tanto che ormai la megalomania sembra aver preso il sopravvento, visto che ora Blum non si accontenta più di ideare, fondare e alimentare nuove saghe (sei film per Paranormal Activity, tre per Insidious e per La notte del giudizio, con altri seguiti in cantiere), ma cerca anche di infondere nuova linfa a dei franchise storici, come Amityville e, nientemeno, Halloween (previsto per il prossimo anno).
Chissà come andrà con il Michael Myers di John Carpenter, ma intanto vi è da dire che con la casa stregata sita al 112 Ocean Avenue della cittadina di Amityville nello stato di New York, dove nel 1974 fu veramente sterminata una famiglia da uno dei suoi componenti, non è andata troppo bene.

Diretto dal francese Franck Khalfoun, Amityville – Il risveglio è infatti un film prevedibile e scontato, che regala ben poche sorprese nel tentativo di giocare sulle variazioni di un tema già lungamente abusato. La sorpresa più consistente si palesa su un livello meta-cinematografico, ed è quella di dichiarare e di sottolineare l’ascendenza dalla saga cominciata nel 1979 con Amityville Horror di Stuart Rosenberg: la protagonista Belle, che è stata costretta dalla madre a trasferirsi lì con il resto della famiglia, si vede di notte insieme a dei suoi amici il DVD del film originale. Ma lo spunto non prende piede e siamo ben lontani dal funambolico gioco a rimpiattino di Scream. Anzi, dato che l’input cinefilo finisce lì (e gli amici di Belle spariscono subito dalla scena), viene da pensare che il DVD di Amityville Horror sia stato messo in scena solo per dire: “Ok, quello era il passato, vi diamo giusto un paio di elementi per capire di cosa si tratta, ma adesso si ricomincia ex novo e si fa sul serio”.
L’altra sorpresa/novità riguarda il livello narrativo: non vi sono uomini nella famiglia che si trasferisce nella casa, ma solo donne, e anzi l’unico uomo è in coma, ormai malato terminale, e appare inizialmente inquietante, sdraiato nella sua stanza completamente intubato. È il fratello gemello di Belle ed è adorato dalla madre (interpretata da una Jennifer Jason-Leigh poco sfruttata), convinta che il suo figliolo possa riprendersi. Il centro del film va dunque identificato nell’interazione/lotta tra la casa in cui riposa il demonio e un corpo debole tenuto in vita solo artificialmente. Un tema che poteva essere interessante, ma che purtroppo si sviluppa ben presto secondo uno schema ampiamente preventivabile.

In tal modo Amityville – Il risveglio non arriva a toccare l’inquietudine e l’orrore del capostipite, che pure era tutt’altro che un capolavoro, e nemmeno quello del suo prequel del 1982, Amityville Possession, diretto addirittura da Damiano Damiani, in cui si raccontava per la prima volta il vero pluri-omicidio avvenuto nel ’74 (e il cui DVD viene scartato dai ragazzi, come a esplicitare con supponenza una filiazione diretta con il primo film). Rispetto alla ruvidezza visiva e all’artigianalità di questi due titoli, il film di Khalfoun si muove infatti secondo un pigro e placido bilanciamento delle dosi: un pochino di spavento, qualche posa scollacciata (affidata alla giovane protagonista Bella Thorne), spiccioli di possessione, i già citati abbozzi di meta-cinema, brevi lacerti di effetti speciali. Tutto è troppo controllato, come se fosse sedato, e allora viene da domandarsi se ci fosse una reale necessità nel risvegliare il demone di Amityville, se non quella per l’appunto dell’ego della Blumhouse.

Info
Il trailer di Amityville – Il risveglio su Youtube.
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