Niente baci sulla bocca
di André Téchiné
Appassionante meticciato di racconto biografico, spregiudicatezza postmoderna e grande romanzo ottocentesco, Niente baci sulla bocca di André Téchiné è sobrio, elegante, avvincente, interpretato da un ottimo ensemble di attori. In dvd per Mustang e CG.
Ventenne alle soglie della vita, Pierre Lacaze si trasferisce dai paesaggi natii dei Pirenei a Parigi in cerca di fortuna, affascinato dalla grande città. Vorrebbe fare l’attore, ma trova lavoro in un ospedale come lavapiatti. Sulle prime intreccia una relazione con la nubile e matura Evelyne, poi perde la donna e il lavoro, e trovandosi in condizioni economiche sempre più precarie finisce per prestarsi alla prostituzione omosessuale. Veglia su di lui un anziano amico, l’intellettuale Romain, ma per Pierre sarà fatale l’incontro con la prostituta Ingrid… [sinossi]
Di racconti in cui i protagonisti vanno incontro a una proverbiale perdita dell’innocenza è piena la storia del cinema, e anche di qualsiasi altra forma d’arte narrativa. Spesso la perdita va di pari passo con il racconto di una formazione, che può essere al positivo o al negativo, o entrambe le cose nello stesso momento. Niente baci sulla bocca (1991) di André Téchiné mostra un suo primo tratto di anticonvenzionalità nel buttare all’aria tali strutture predeterminate. Il percorso del suo protagonista Pierre Lacaze scarta sia da impostazioni moralistiche basate su corruzione e degrado della grande metropoli, sia dal tracciato della costruzione di una personalità che da giovane si scopre, tramite l’esperienza, matura. Niente di tutto questo: Niente baci sulla bocca è innanzitutto una tranche de vie, che tuttavia non rinuncia per un solo istante a una robusta struttura romanzesca. Sulla scia di tanti giovani personaggi ardimentosi tipici della letteratura occidentale, Pierre si pone alla conquista della grande città incontrando difficoltà e cadendo più volte, fino all’esperienza più barbara e vile della violenza, ma in realtà l’innocenza l’ha perduta già da un pezzo, prima ancora di partire da casa.
Giungendo a Parigi dalle province montuose dei Pirenei nelle vicinanze di Lourdes, Pierre è già determinato a imporsi, a fare a gomitate con la vita, pieno d’entusiasmo e scaltrezza, poco avvezzo ai sentimentalismi e spregiudicato nel convertire a proprio vantaggio tutte le occasioni che gli si aprono. Non ultimo l’uso del proprio corpo, che Pierre rende funzionale alla sua autoaffermazione, prima con ricche zitelle ancora piacenti, poi con uomini. È una vendita orgogliosa, in realtà, quella di Pierre. Quando Evelyne, la sua prima conquista, lo congeda tramite una lettera e un mazzo di banconote, il ragazzo rifiuta il denaro, offeso e risentito. Alla prostituzione omosessuale ci arriva per fame e necessità, ma pone tariffe altissime, e senza concedersi né a baci né a sesso completo. La paura fa a gara con l’orgoglio. La fame spinge verso la vendita.
Sia pure tramite linee ben distanti da qualsiasi pesante didascalismo, Téchiné sembra condurre un sottile discorso socio-politico, in quel delinearsi di due poli esistenziali, la ricca borghesia parigina (ivi compresi gli intellettuali) e i proletari e migranti emarginati. Da un lato, la solitudine borghese riversa sulle giovani generazioni le proprie falle affettive, cavalcando implicitamente il potere del benessere economico o della posizione sociale; dall’altro, Pierre e Said, suo amico marocchino, si prestano alla prostituzione perché in un contesto di miseria materiale essa rimane come possibilità per fare un po’ di soldi facili. Servo e padrone, entrambi hanno bisogno dell’altro, entrambi si cercano per riempire proprie variegate necessità. Tuttavia, Niente baci sulla bocca si tiene lontanissimo da qualsiasi immediata considerazione di cinema politico. È anzi un film estremamente generoso nei confronti di tutte le figure narrate, osservate senza giudizio, senza preconcetti o sovrastrutture. Dalla zitella Evelyne che scopre il sesso con Pierre dopo aver rifiutato per anni perfino l’odore dell’uomo, all’intellettuale Romain, omosessuale padre putativo del ragazzo, dal film di Téchiné emana una bella sensazione di rispetto per l’umanità, narrata tramite strumenti prettamente romanzeschi che trovano un perfetto punto di fusione tra preordinato e credibile.
La vicenda di Pierre è ispirata alla vera vita di Jacques Nolot, anche soggettista e cosceneggiatore del film. Sodale di lunga data di André Téchiné, attore, poi sceneggiatore e pure regista in proprio, Nolot scrive una propria autobiografia cinematografica ripercorrendo nel protagonista Pierre il suo arrivo e le sue esperienze a Parigi dalla provincia, e trovando nel Romain impersonato da Philippe Noiret un corrispettivo nientemenoché di Roland Barthes, legato a Nolot da profonda amicizia. Niente baci sulla bocca traduce tale dato autobiografico in asciutto materiale romanzesco, che cerca spesso una nobile sobrietà di toni appena enfatizzata dal commento musicale di Philippe Sarde, con uscite verso temi immortali della musica classica. Téchiné compone così un film che è distillata eleganza francese, dove per eleganza s’intende nobiltà d’intenti, raffinatezza di racconto, accuratezza di dialoghi, attitudine all’introspezione e allusione psicologica, capacità di scartare dalla convenzione pur mantenendosi all’interno di un tradizionale impianto narrativo. Nessuno dei personaggi occhieggia allo spettatore, nessun ammiccamento, nessuno fa sforzi per farsi amare dal pubblico, nemmeno Pierre, spesso sgradevole e presuntuoso. Eppure si finisce per amare un po’ tutti, sulla scorta di una spiccata sensibilità autoriale per la verità umana.
Più che un racconto di formazione o perdita dell’innocenza, Téchiné imbastisce una sobria radiografia dello scontro tra la tracotanza giovanile e la scoperta dei propri limiti. Partito dai Pirenei determinato a fare l’attore, Pierre scopre presto di non avere il talento necessario per l’obiettivo che si è posto. È un rientro nei ranghi che, come detto, è dettato anche da oggettive condizioni sociali. Se Pierre non capisce un’acca del monologo di Amleto che gli è stato assegnato al corso di recitazione, è probabilmente anche perché si aprono profondi divari tra la sua formazione in provincia, in mezzo alla bottega dei genitori e gli allevamenti del fratello, e le ben pettinate possibilità educative della Parigi borghese. La violenza, in ultimo, irrompe brutalmente a spezzare gli ardimenti giovanili. Eppure Pierre non si arrende. Il finale ce lo restituisce pronto a tornare a Parigi dopo il servizio militare. Pur portando tracce psicopatologiche per la violenza subita, il ragazzo rilancia la sua sfida, irriducibile e mai sconfitto. Con grande finezza narrativa, Téchiné sospende anche qualsiasi netta conclusione sull’orientamento affettivo di Pierre. Rendendo per il momento il suo corpo puro strumento di affermazione nel mondo, Pierre attraversa esperienze senza interrogarsi troppo su se stesso. Sfrutta ed è sfruttato, l’orizzonte è quello del mercato di scambio. Per capirsi davvero e scoprire orientamenti, forse bisogna stare più in contatto con se stessi. È questa, probabilmente, la seconda sfida che anima il ragazzo sul finale.
strong>Niente baci sulla bocca tradisce più platealmente la propria inclinazione romanzesca nel suo ultimo capitolo, quando il gusto per il melodramma maudit prende il sopravvento sul resto. Perduta la testa per Ingrid, fascinosa prostituta al soldo del suo crudele compagno, Pierre va incontro alla forma più brutale di violenza, messa in scena da Téchiné con profonda intensità drammatica. A fianco di una spiccata eleganza di tratto, fin nella definizione fisiognomica dei personaggi (il cappotto rosso e il caschetto nero di Emmanuelle Béart), che allontana il realismo del racconto verso territori simbolici, l’orizzonte espressivo adottato da Téchiné si allinea anche al gusto per la citazione e la reminiscenza cinefila. Dal caschetto alla Louise Brooks, alla riedizione di un triangolo dei bassifondi vecchio come il cinema che può ricordare Il porto delle nebbie (1938) di Marcel Carné, Téchiné abbina cinema lontano nel tempo a nuovi classici, identificabili nei più o meno espliciti richiami all’universo di François Truffaut.
Se a Il ragazzo selvaggio (1970) è concessa una plateale citazione nei dialoghi, di contro la struttura e l’approccio del racconto possono richiamare alla mente la parabola di Antoine Doinel, con atto più evidente nell’ultima inquadratura sulle rive del mare – del resto, il primo articolo pubblicato da Téchiné sui “Cahiers du Cinéma”, all’epoca della sua attività critica, riguardava La calda amante (1964). Di fatto nell’ultima sezione di racconto cambiano un po’ i modi espressivi adottati. Si accende un gran lavoro espressivo sulle luci, specie nei paesaggi notturni dove il film troverà la sua pagina più brutale, e soprattutto la figura di Ingrid abbandona l’immediata mimesi di realtà verso una caratterizzazione più letteraria, che tiene presenti modelli e archetipi appartenenti a una cultura condivisa. In tal senso Niente baci sulla bocca sembra profilarsi come un ulteriore esempio di cinema post-Nouvelle Vague, in cui antico e moderno si danno la mano, pure riguardo al gioco di rimandi interni all’universo cinematografico. Il risultato è un appassionante meticciato tra autobiografismo, spregiudicatezza postmoderna e grande romanzo ottocentesco francese, tra verità umana ricercata nella finzione romanzesca ed estrema sobrietà di accenti.
Niente baci sulla bocca non ci conquista con la partecipazione emotiva, con il ricatto lacrimoso o con la denuncia sociale. Ci conquista al contrario col suo distacco di fronte a una materia incandescente, con la sua assenza di giudizio, soprattutto con la sua passione per il puro atto del narrare. Ci conquista, anche, con la piena naturalezza riservata a un racconto che a molti farebbe scuotere il parruccone del moralismo. Nessuno è santo, nessuno è dannato. Tutti quanti scopriamo il limite. La giovinezza è la cartina di tornasole di chi non l’ha più, o di chi non l’ha mai avuta. L’incontro è spesso un incrocio di pieni e vuoti. Ci si vende, ci si compra. Per ambizione. O per esser meno soli.
Extra: trailer italiano. Assente la versione originale del film.
Info
La scheda di Niente baci sulla bocca sul sito di CG Entertainment.
- Genere: drammatico, sentimentale
- Titolo originale: J'embrasse pas
- Paese/Anno: Francia, Italia | 1991
- Regia: André Téchiné
- Sceneggiatura: André Téchiné, Isabelle Coudrier-Kleist, Jacques Nolot, Michel Grisolia
- Fotografia: Thierry Arbogast
- Montaggio: Claudine Merlin, Edith Vassard
- Interpreti: Christophe Bernard, Clotilde Le Grand, Emmanuelle Béart, Frank Kirson, Hélène Vincent, Ivan Desny, Jacques Goujon, Jean-Christophe Bouvet, Jean-Daniel Delrieux, Kleber Bouzzone, Manuel Blanc, Martine Grimbert, Michèle Moretti , Paulette Bouvet, Philippe Adam, Philippe Noiret, Raphaëline Goupilleau, Roschdy Zem, Serge Caytan, Valery Caucigh
- Colonna sonora: Philippe Sarde
- Produzione: Bac Films, Ciné Cinq, Gruppo Bema, Président Films, Salomé
- Distribuzione: CG Entertainment, Mustang
- Durata: 115'