Freaky

Christopher Landon, già autore del dittico Auguri per la tua morte, torna a diversi con i paradossi, riprendendo in Freaky il tema dello scambio fisico di identità: la vittima designata si ritrova nei panni del serial killer, e viceversa. In pratica il fantasy per famiglia à la Disney che si meticcia con la slasher movie. La Blumhouse ha sicuramente prodotto opere più interessanti, ma il divertimento è assicurato, anche grazie alla presenza scenica di Vince Vaughn impegnato a interpretare sia il folle “Macellaio” che la timida adolescente Millie.

Non vorrei essere nei suoi panni

La diciassettenne Millie Kessler sta cercando di sopravvivere alle sanguinarie aule della Blissfield High e alla crudeltà della folla popolare. Ma quando diventa il nuovo obiettivo del Macellaio, il famigerato serial killer della sua città, il suo ultimo anno diventa l’ultima delle sue preoccupazioni. Quando l’antico mistico pugnale del Macellaio fa sì che lui e Millie si sveglino uno nel corpo dell’altra, Millie scopre che ha solo 24 ore per riavere il suo corpo prima che lo scambio diventi permanente e rimanga intrappolata per sempre nel corpo di un maniaco di mezza età. L’unico problema è che ora sembra un imponente psicopatico, oggetto di una caccia all’uomo in tutta la città, mentre il Macellaio ha il suo aspetto e ha portato la sua voglia di carneficina all’Homecoming. Con l’aiuto della sua amica super sveglia Nyla, del super favoloso Joshua e della sua fiamma Booker, Millie corre contro il tempo per sciogliere la maledizione, mentre il Macellaio scopre che avere il corpo di una teenager è la copertura perfetta per una piccola follia omicida all’Homecoming. [sinossi]

Difficile pensare di sbagliare affermando che il quarantaseienne Christopher Landon sia fatalmente attratto dai ghiribizzi, tanto spaziali quanto temporali. Si parlava di porte per viaggiare attraverso il tempo (e di possessioni) già ne Il segnato, capitolo apocrifo – e più interessante – dell’annosa saga Paranormal Activity; il tema del viaggio nel tempo, e in particolar modo del loop, è stato poi alla base del successo del dittico Auguri per la tua morte e Ancora auguri per la tua morte. Se in particolare nel primo dei due capitoli il gioco consisteva nel prendere a esempio una commedia popolare come Ricomincio da capo e innestarvi all’interno i codici dello slasher movie, l’operazione condotta con Freaky non è poi molto dissimile. Lo scenario dopotutto è proprio quello dell’horror collegiale con serial killer che fa strage di corpi pubescenti, divenuto marchio di fabbrica della produzione statunitense tra gli anni Settanta e Ottanta e poi teorizzato – già ricorrendo all’arma della commedia – da Wes Craven e Kevin Williamson nei quattro capitoli di cui si compone per ora Scream. La sequenza iniziale di Freaky, sotto questo punto di vista, è emblematica: pochi giorni prima dell’inizio dell’ultimo anno di scuola, a un passo dunque dalla maggiore età, quattro adolescenti che passavano una serata a raccontarsi le leggende legate al “mostro” locale, chiamato Il Macellaio, vengono orribilmente assassinati proprio dal serial killer redivivo, che li colpisce uno a uno, in una vera e propria mattanza. Landon mette da subito le cose in chiaro, perché se da un lato gioca in maniera fin troppo evidente con il genere – qua e là esagerando, e dunque perdendo dalle mani di quando in quando il filo che sta tessendo – rileggendolo sotto l’ottica deformante della commedia, dall’altro si diverte a inzuppare la videocamera nel grand guignol: tra racchette conficcate in testa, capocce distrutte a colpi della tavoletta del water, e bottiglie di vino conficcate in gola fino a far esplodere le schegge di vetro verso l’esterno del corpo, l’incipit di Freaky sembra voler dimostrare come si possa davvero osare fino in fondo senza per questo venir meno a una rivisitazione per niente seriosa.

Già, perché in fin dei conti Freaky altro non è che un rifacimento decisamente libero nelle conclusioni narrative, di A ciascuno il suo corpo: imprevisti, incidenti, panico, risate per uno scambio impossibile, il celeberrimo libro per bambini dato alle stampe cinquant’anni fa da Mary Rodgers e già trasformato in immagine cinematografica in due film prodotti dalla Disney, Tutto accadde un venerdì di Gary Nelson con Barbara Harris e una tredicenne Jodie Foster, e Quel pazzo venerdì di Mark Waters con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. La storia è quella di una madre e di una figlia adolescente che per una sorta di incantesimo si scambiano i corpi, nella tradizione inaugurata sul finire del Diciannovesimo Secolo da F. Anstey nel romanzo Vice-versa, o una lezione per i padri. Christopher Landon, sempre alla ricerca di un meticciamento continuo tra le suggestioni, prende lo spunto dal romanzo di Rodgers ma invece di invertire le vite e i corpi di una genitrice e della figlia a un passo dall’età adulta, fa compiere lo stesso triplo salto mortale all’indietro a un’adolescente ripetutamente bullizzata a scuola e al Macellaio. Questa la trovata attorno al quale ruota tutto il film: come si comporterà un brutale assassino con la mente distorta trovandosi nel corpo di una goffa ragazzina? E allo stesso tempo, cosa escogiterà l’adolescente risvegliandosi nel corpaccione di un uomo ricercato dalla polizia? Ovviamente i fraintendimenti si sprecheranno, dando vita a una serie di gag che molto devono allo stato di forma di Vince Vaughn, credibile pazzo omicida dal fisico imponente – d’altro canto era già stato Norman Bates nello Psycho di Gus Van Sant – ma anche sublime nell’interpretare Millie.

Se c’è qualcosa che dispiace, e che il marchio Blumhouse suggeriva fosse possibile trovare nel film, è invece l’assenza di qualsiasi approfondimento reale sul concetto di identità, di sviluppo fisico, di mutazione dell’io durante la fase puberale. Freaky aveva tutte le carte in regola per centrare il bersaglio anche sotto questo punto di vista, invece si limita alla battuta – muovendosi spesso nel campo di ciò che oggi come oggi negli Stati Uniti è considerato politicamente accettabile – senza mai ritenere opportuno ragionare anche sotto il profilo estetico sulle questioni che sembra, ma solo in apparenza, voler sollevare. Certo, l’aspetto ludico ripaga alcune delle pretese dello spettatore, e se si affronta con lo spirito giusto Freaky è un divertissement perfetto per trascorrere una serata, ma l’impressione è che ci fosse un mare molto più agitato nel quale navigare, e si sia scelto invece il laghetto artificiale nel giardino pubblico. L’idea di Christopher Landon di prendere l’intrattenimento familiare à la Disney e costruire un Frankenstein con pezzi di slasher e di teen-movie è vincente, peccato che non si abbia avuto il coraggio di condurla fino alle estreme conseguenze.

Info
Freaky, il trailer.

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