Sono fotogenico
Riflessione sull’innato provincialismo italiano e riproposizione di un esemplare racconto di illusioni perdute, Sono fotogenico di Dino Risi è una delle migliori prove tra le ultime dell’autore. Leggi tutto
La cena
La cena rientra nei grandi racconti corali, circoscritti in un unico luogo simbolico, che da sempre hanno affascinato Ettore Scola. Giunto alla ventiseiesima regia il sessantasettenne cineasta di Trevico dirige un'opera molto dolce ma un po' diseguale. Leggi tutto
Il sorpasso
Il sorpasso è il film che per primo raffigura senza edulcorazioni lo schianto cui sta andando incontro l'Italia ancora presa dalla sbornia del boom economico. Una curva dopo l'altra, sempre più veloci, in una sfida contro il tempo che è sfida contro lo spazio sociale. Leggi tutto
I mostri
I mostri è il film più sadico, lo sberleffo più crudele mai messo in pratica da Dino Risi (coadiuvato in fase di scrittura da Age, Scarpelli, Maccari, Scola e Petri); nell'Italia placida e grassoccia del boom economico questi venti episodi irrompevano come una bomba a mano. Leggi tutto
Mortacci
Sergio Citti è stato il cantore più sardonico e surreale dei vizi e delle ben poche virtù dell'italica gente, e Mortacci in tal senso appare quasi una summa del suo pensiero: il trapasso non prevede infatti alcuna redenzione, né nessun sollievo dalla pena dell'esistere. Con un cast come al solito corale e schizofrenico. Leggi tutto
La tratta delle bianche
Rilettura di tematiche e figure neorealiste tramite il filtro del noir americano e del melodramma autoctono, La tratta delle bianche di Luigi Comencini è un originale tentativo di condurre un discorso anche politico tramite strumenti allegorici e cinema di genere. Leggi tutto
I soliti ignoti
I soliti ignoti è la madre di tutte le commedie all'italiana, raffinatissimo congegno a orologeria che riprende la struttura base di Rififi di Jules Dassin per costruire ex-novo un approccio alla commedia inedito, basato tanto sulla parola quanto sull'azione. Leggi tutto
La terrazza
Ettore Scola chiude gli anni Settanta con un ritratto livido, acido e disilluso della classe intellettuale romana, quella dei salotti borghesi. Un'opera di straordinaria attualità, anche a distanza di quasi quaranta anni dalla sua realizzazione. Leggi tutto