Porco Rosso

Porco Rosso

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Ennesimo gioiello miyazakiano, Porco Rosso è scatenato divertimento e profonda riflessione, è fantasia al galoppo e credibile ricostruzione storica, è azione e romanticismo. E il bellissimo idrovolante Savoia S-21 pilotato da Porco Rosso può diventare spettacolare come la mitica Fiat 500 de Il castello di Cagliostro o commovente come il mehve nella prima sequenza di Nausicaä.

Up In The Sky, It’s A Bird, It’s A Plane, No… It’s a Pig!

Le spericolate e mirabolanti avventure aeree di Porco Rosso, abilissimo aviatore misteriosamente trasformato in maiale: i pirotecnici scontri nei cieli con gli scalcinati pirati della banda Mamma Aiuto, la rivalità con lo sbruffone americano Donald Curtis e l’amore per la bella Gina… [sinossi]

Il Miyazaki Day veneziano ha sicuramente regalato emozioni. Il maestro giapponese ha confermato di essere, anche nella celebrazione, un uomo di grande spessore e, cosa ancor più importante, un folto pubblico ha avuto la possibilità di vedere – rivedere, per i tanti fan presenti – tre splendide pellicole: i due lungometraggi Nausicaä della Valle del Vento e Porco Rosso e il cortometraggio On Your Mark. Dispiace solo per l’assenza di Tonari no Totoro, ma ci si può accontentare…

Kurenai no Buta (1992), alias Porco Rosso, è, tra i lungometraggi di Hayao Miyazaki, uno dei titoli meno conosciuti. Ed è un vero peccato, soprattutto per il pubblico italiano, vista la suggestiva ambientazione adriatica e i riferimenti al Ventennio – la lapidaria frase del protagonista, “Meglio essere un maiale che un fascista”, riassume con forza le posizioni politiche dell’autore nipponico, da sempre schierato a sinistra (da segnalare il convinto applauso del pubblico veneziano…). Giova ricordare la rigorosa formazione culturale del “Dio degli Anime”, laureatosi alla prestigiosa Gakushin University con una tesi sulle teorie dell’industria giapponese e fin da giovane impegnato sul fronte sindacale – e proprio alle riunioni del sindacato nascerà il formidabile sodalizio con Isao Takahata (Una tomba per le lucciole, Anna dai capelli rossi). Al di là delle convincenti annotazioni storiche, Porco Rosso è un’avventura che riesce a fondere slapstick comedy e profonde riflessioni, sequenze mozzafiato e toccante romanticismo. Il protagonista, un aviatore con le fattezze di un maiale, si divide tra pirotecnici scontri aerei con i pirati della banda Mamma Aiuto – divertente citazione dei pirati capitanati dalla nerboruta Dola di Laputa, il castello nel cielo (1986) – e l’amore impossibile per Gina, donna di carattere e dall’incomparabile bellezza. Suo acerrimo rivale, tra i cieli e in amore, è il pilota americano Donald Curtis, sbruffone e apparentemente insopportabile. Oltre al paffuto protagonista, occupano un posto di rilievo le due figure femminili, Gina e Fio. Non è una novità nell’universo narrativo miyazakiano, da sempre popolato da splendide e risolute eroine. È la giovane Fio, ad esempio, a prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia, dimostrando le sue capacità in un ambiente riservato solitamente agli uomini. E la bella Gina non ha difficoltà a farsi rispettare da pirati e avventurieri.

Non è difficile scorgere nel burbero Porco Rosso l’alter ego di Miyazaki: proprio il maiale, tra l’altro, è l’animale preferito dall’autore nipponico, utilizzato per divertenti e ironici autoritratti e presente in molti suoi lavori, da Conan, il ragazzo del futuro a La città incantata. Il fondatore, insieme al suddetto Takahata, del glorioso Studio Ghibli non nasconde la propria delusione nei confronti della situazione internazionale (ancora più evidente la sua posizione nelle pagine dello splendido manga Nausicaä della Valle del Vento che avrebbe terminato proprio dopo la lavorazione di Porco Rosso): il suo roseo alter ego rifiuta la propria “umanità” perché nauseato dall’idiozia, dall’inutilità e dalla crudeltà della guerra. Magistrale la sequenza degli aerei abbattuti che salgono come fantasmi verso le nuvole: Miyazaki riesce a mostrare tutta la drammaticità e l’insensatezza della guerra e il disperato senso di impotenza del suo eroe.

Porco Rosso è, inoltre, un omaggio di Miyazaki agli aerei e agli aviatori degli anni Venti – il volo è uno dei temi ricorrenti nel cinema dell’autore giapponese – e regala sequenze memorabili. Tra le tante, indubbiamente, i quindici minuti iniziali: il primo duello aereo tra Porco Rosso e la banda dei pirati è realizzato con la consueta maestria tecnica – oltre alla fluida animazione, è da sottolineare l’ottimo montaggio – ed è reso irresistibilmente comico dalla presenza di uno scatenato gruppetto di bambine! Il regista di Akebono, da sempre affascinato dal cielo, fa cominciare anche questa pellicola “dall’alto”: si pensi, ad esempio, alla sequenza d’apertura di Laputa (lo scontro sul dirigibile e il lento planare di Sheeta) o al volo sull’aliante della protagonista durante i titoli di testa di Nausicaä. Gustosi gli omaggi a Winsor McCay e ai fratelli Fleischer, pionieri del cinema d’animazione, nella sequenza all’interno del cinematografo e all’amico Marco Pagot, animatore italiano, conosciuto ai tempi della serie televisiva Il fiuto di Sherlock Holmes (prodotta, incredibile a dirsi, da Mamma Rai!).

Hayao Miyazaki conferma di essere, oltre ad un regista dalla tecnica raffinata, un autore capace di raccontare storie fruibili a qualsiasi livello: Porco Rosso è scatenato divertimento e profonda riflessione, è fantasia al galoppo e credibile ricostruzione storica, è azione e romanticismo. E il bellissimo idrovolante Savoia S-21 pilotato da Porco Rosso può diventare spettacolare come la mitica Fiat 500 de Il castello di Cagliostro o commovente come il mehve nella prima sequenza di Nausicaä.

Info
Porco Rosso su nausicaa.net.
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