Coming Soon

Coming Soon

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Baciato dal successo commerciale nella madre patria, l’esordio alla regia di Sophon Sakdaphisit – autore delle sceneggiature di Shutter e Alone – era stato segnalato anche nel resto del mondo come una delle incursioni più originali nella materia del terrore apparse sugli schermi negli ultimi anni. Ma Coming Soon funziona solo a tratti, ed esclusivamente per via di una costruzione della tensione che può effettivamente cogliere di sorpresa lo spettatore.

La pirateria uccide al cinema

Tra tutte le cinematografie del sud-est asiatico che hanno colto al balzo l’occasione di sfruttare al massimo il potenziale da box office dell’horror, dopo la “presa del potere” del genere da parte del Giappone nei primi anni novanta dello scorso secolo, quella che ha messo in campo i valori artistici più alti è senza dubbio la Thailandia. Titoli come Nang nak di Nonzee Nimibutr, Dorm di Songyos Sugmakanan , 13 – Beloved di Chukiat Sakveerakul, Art of the Devil 2 del Ronin Team e lo stupefacente Sick Nurses di Piraphan Laoyont e Thospol Sirivivat, solo per citare i più convincenti, sono la dimostrazione palese di una comunione d’amorosi sensi tra Bangkok e i film dell’orrore che si rinnova di anno in anno. Anche durante le giornate dell’XI Far East Film Festival abbiamo avuto modo di incontrare prodotti destinati a rimanere impressi nella memoria, come l’ottimo 4BIA, film a episodi diretto da Yongyoot Thongkontoon, Parkpoom Wongpoom, Bangjong Pisanthanakul e Paween Purijitpania. Allo stesso modo avevamo davvero molte aspettative per quel che riguardava Coming Soon: baciato dal successo commerciale nella madre patria, l’esordio alla regia di Sophon Sakdaphisit – autore delle sceneggiature di Shutter e Alone – era stato segnalato anche nel resto del mondo come una delle incursioni più originali nella materia del terrore apparse sugli schermi negli ultimi anni.

Una pellicola di prossima uscita nei cinema thailandesi sembra portare con sé una maledizione: a farne le spese per primo è un proiezionista che sta piratando il film con una videocamera palmare. Da questo momento il giovane Chane, che collabora al piano criminale, inizia a essere perseguitato dalle visioni della donna anziana che è la protagonista negativa del prossimamente. Insieme alla sua ex ragazza, il ragazzo decide di svelare l’arcano, entrando in un mondo in cui realtà e finzione cinematografica si mescolano fino a confondersi.

La trama, a nostro modesto avviso, parla da sé: con un simile concentrato di azione, cinefilia e riflessione teorica, Coming Soon sarebbe potuto diventare, nelle mani di un regista più esperto, un piccolo capolavoro del genere. Ma, che sia o meno una colpa ascrivibile al solo Sakdaphisit, l’opera finisce per dimostrarsi un mezzo flop; ancora più sorprendente diventa questa amara constatazione se si considera che il set del film è stato testimone dell’incontro tra alcune dei nomi più considerevoli della settima arte di Bangkok, da Yongyoot Thongkontoon (Best of Times, il già citato 4BIA) e Jira Maligool (Mekhong Full Moon Party) come produttori a Kongkiat Komhsiri (Art of the Devil 2Muay Thai Chaiya) nel ruolo di co-sceneggiatore. Insomma, un trust di cervelli dai quali sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Perché Coming Soon è un film che funziona solo a tratti, ed esclusivamente per via di una costruzione della tensione che può effettivamente cogliere di sorpresa lo spettatore: tutto questo è però vanificato da un lavoro di scrittura davvero sciatto, dove anche le intuizioni di maggior impatto visivo e orrorifico vengono di fatto svilite da un impianto narrativo raffazzonato, del tutto incongruente e improvvisato. Per esempio, una sequenza come quella della reiterazione spazio-temporale della medesima azione per tre volte (con il povero Chane costretto a sfuggire ai malviventi con cui era arrivato a patti per la diffusione del film in versione pirata), riesce in effetti a risultare efficace; lo stesso discorso vale per lo stato di caos, con realtà e finzione che diventano indistinguibili (e con i personaggi che possono addirittura entrare nello schermo), che vive in perenne crescendo in direzione della deflagrazione finale. Idee affascinanti, anche ben realizzate da un punto di vista prettamente tecnico – laddove il film appare davvero inattaccabile è nella cura della confezione – che però sono attaccate tra loro a forza, senza alcuna reale coerenza narrativa.

Si ha netta l’impressione che Sakdaphisit si sia lasciato prendere la mano da un materiale magmatico, denso di significati anche extra-cinematografici, perdendo in poco tempo di vista l’obiettivo primario della pellicola. Forse per affrontare una sfida così complessa sarebbe stato necessario assoldare un cineasta e uno sceneggiatore con maggior esperienza sulle spalle, o magari sarebbe bastato affidare questa creatura a un regista dallo sconfinato talento visionario: siamo infatti certi che Coming Soon in mano a John Carpenter o Wes Craven sarebbe diventato uno dei caposaldi dell’horror contemporaneo. Senza dubbio Sakdaphisit, vista anche la giovane età, avrà modo di dimostrare il suo reale valore: ci piacerebbe che continuasse a lavorare l’horror con questo approccio a metà tra il popolare e il teorico, ma speriamo che in futuro sia in grado di gestire con maggior attenzione i suoi parti creativi.
Nell’attesa, ci faremo sedurre dall’universo dei prossimamente, nella speranza di non incrociare gli occhi di un’anziana con gli occhi da pazza che ci chiede con voce strozzata “vuoi vedermi morire?”.

Info
Il trailer di Coming Soon.
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