Effetti collaterali
di Steven Soderbergh
Effetti collaterali è un film sulla malattia, sulla fobia dei singoli e della collettività, sul morbo psicologico e morale che dilaga a tutti i livelli, anche ai piani alti. È, in un certo senso, un Contagion meno eclatante, invisibile e più spaventoso: la famiglia, i colleghi di lavoro, le istituzioni, le grandi industrie, come i medici e i loro pazienti, covano paure, rabbia, stress e un’instabilità disarmante. Effetti collaterali ci mette di fronte a un castello di carte pronto a crollare. Presentato in concorso alla Berlinale.
La ricetta giusta
Il marito Martin sta per uscire di prigione e finalmente la vita sognata da Emily Taylor dovrebbe riprendere il giusto corso, ma un’ansia soffocante continua a tormentarla, tra palpitazioni improvvise, sbalzi emotivi e tracolli nervosi. L’unica soluzione sembra la visita da uno specialista e il ricorso ai farmaci. La situazione sembra migliorare, anche se le medicine provocano a Emily dei veri e propri black-out durante i quali non ricorda nulla di quello che fa… [sinossi]
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
la pillola va giù
la pillola va giù
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
tutto brillerà di più!
È decisamente spiazzante il nuovo film di Steven Soderbergh, fin dal piccolo paradosso della selezione berlinese. In lizza per l’Orso d’oro, Effetti collaterali non è esattamente il tipico film da concorso, almeno per le consuetudini della Berlinale, nonostante sia una delle opere più convincenti tra quelle presentate nei primi sei giorni della kermesse [1]. Insomma, un cavallo vincente in una corsa di levrieri.
L’imprevedibilità, in fin dei conti, è una delle peculiarità della filmografia del cineasta americano, in grado di cambiare registro, genere e modalità produttive in un batter di ciglia, dalle suggestioni glamour di Ocean’s Eleven alla dimensione indie di Bubble, passando per gli scenari pandemici e realistici di Contagion o le acrobazie dell’ambizioso action Knockout – Resa dei conti. Capace di declinare il cinema a proprio piacimento, Soderbergh mette in scena un lungometraggio che cambia più volte rotta, divertendo e divertendosi con una struttura quasi schizofrenica, seducente in ogni suo detour.
Non è questa la sede per anticipare snodi fondamentali della trama e per rovinare gradevoli sorprese, ma vale la pena soffermarsi sull’incipit di Effetti collaterali. Soderbergh e Scott Z. Burns, già sceneggiatore di Contagion e The Informant! [2], giocano con le atmosfere hitchcockiane per delineare un dramma psichiatrico, che inizialmente potrebbe prendere diverse direzioni, focalizandosi sui singoli personaggi (medico e paziente) o sul vasto, torbido e complesso panorama delle case farmaceutiche. E non è per nulla superficiale lo sguardo su una delle dipendenze della società statunitense, vittima di un ricorso sistematico a psichiatri e medicinali: Jonathan Banks/Jude Law, ben lontano da candidi deus ex machina come Tyrone C. Berger/Judd Hirsch di Gente comune, e l’instabile Emily Taylor/Rooney Mara incarnano perfettamente le debolezze di un rituale oramai collettivo, molto spesso più dannoso che utile. Degna di nota, a questo proposito, l’interpretazione della Mara, corpo fragile che appare ai nostri occhi come un usignolo in gabbia, nipote di quelle mogli/casalinghe dei melodrammi statunitensi degli anni Cinquanta.
Fin qui sembrerebbe tutto prevedibile, se non entrasse in gioco una deriva depalmiana, un divertissement a scatole cinesi. Soderbergh rovescia le carte in tavola, scardinando le iniziali convinzioni, mettendo di fronte lo spettatore agli inganni della narrazione cinematografica, facendosi beffe di quello che abbiamo visto o creduto di vedere. E se in qualche passaggio troppo frettoloso e meccanico qualcosa non funziona, rischiando di far inceppare il meccanismo, la rapidità e densità dello script, accompagnate dalla consueta e certosina mise-en-scène soderberghiana, ci portano oltre, trascinandoci dentro e fuori un vortice claustrofobico, kafkiano, che resta sotto la pelle anche dopo la visione.
Effetti collaterali è un film sulla malattia, sulla fobia dei singoli e della collettività, sul morbo psicologico e morale che dilaga a tutti i livelli, anche ai piani alti. È, in un certo senso, un Contagion meno eclatante, invisibile e più spaventoso: la famiglia, i colleghi di lavoro, le istituzioni, le grandi industrie, come i medici e i loro pazienti, covano paure, rabbia, stress e un’instabilità disarmante. Effetti collaterali ci mette di fronte a un castello di carte pronto a crollare. E nessuna pillola ci potrà salvare.
Note
1. Più facile immaginare Side Effects a Venezia o Cannes, concorsi generalmente slegati dai contenuti politici e sociali delle pellicole.
2. Burns ha esordito alla regia nel 2006 con Pu-239 (The Half Life of Timofey Berezin), con Soderbergh nelle vesti di produttore esecutivo. Tra le altre sceneggiature firmate da Scott segnaliamo The Bourne Ultimatum e, in fase di pre-produzione, Dawn of the Planet of the Apes, previsto per il 2014.
Info
Il sito ufficiale di Effetti collaterali.
Il trailer italiano di Effetti collaterali.
- Genere: drammatico, thriller
- Titolo originale: Side Effects
- Paese/Anno: USA | 2013
- Regia: Steven Soderbergh
- Sceneggiatura: Scott Z. Burns
- Fotografia: Steven Soderbergh
- Montaggio: Steven Soderbergh
- Interpreti: Ann Dowd, Carmen Pelaez, Catherine Zeta-Jones, Channing Tatum, David Costabile, Elizabeth Rodriguez, Haraldo Alvarez, Jacqueline Antaramian, James Martinez, Jude Law, Katie Lowes, Mamie Gummer, Marin Ireland, Michelle Vergara Moore, Polly Draper, Rooney Mara, Steven Platt, Victor Cruz, Vinessa Shaw, Vladimi Versailles
- Colonna sonora: Thomas Newman
- Produzione: Di Bonaventura Pictures, Endgame Entertainment
- Distribuzione: M2 Pictures
- Durata: 106'
- Data di uscita: 01/05/2013
