Insospettabili sospetti

Insospettabili sospetti

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Commedia geriatrica mainstream con protagonisti tre premi Oscar, Insospettabili Sospetti di Zach Braff strappa qualche risata, ma il suo sviluppo narrativo è sin troppo prevedibile.

I tre Oscar

Tre amici di vecchia data – Willie, Joe ed Al – decidono di dare una scossa alle proprie vite da pensionati e deviare dalla retta via quando la banca utilizza il loro fondo pensione per coprire un’assicurazione aziendale. Disperati e pressati dal bisogno di pagare le bollette e sbarcare il lunario, i tre rischieranno il tutto per tutto, decidendo di rapinare proprio la banca che li ha defraudati… [sinossi]

La commedia geriatrica sta diventando un genere cinematografico vero e proprio. Lo schema di massima è già ben consolidato: basta prendere due o più vecchie glorie del cinema, preferibilmente premiate con l’Oscar, e farle interagire sullo schermo all’interno di un plot basico che, in pieno stile americano, parla di una seconda chance, un nuovo inizio, un’ultima spiaggia. E poco altro. È già successo con Il grande match, il cui unico piacere spettatoriale derivava dalla visione di De Niro e Stallone sul ring, e prima ancora con Last Vegas, dove De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline si recavano nella città dei casinò per il matrimonio tardivo di Michael Douglas, senza dimenticare poi Uomini di parola dove tre anziani ex criminali, incarnati da Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin  si riunivano per portare a termine un ultimo colpo.

Ha un plot (oltre che un attore in comune, Alan Arkin) non dissimile da quest’ultimo, Insospettabili sospetti, che oltretutto è il remake di un film di Martin Brest del 1979, Vivere alla grande. L’originalità dunque, come si sarà intuito, non è propriamente la caratteristica principale di questo film che, presentato in anteprima al Bif&st 2017, segna la terza regia al lungometraggio per Zach Braff, indimenticabile protagonista dell’esilarante serie-tv ospedaliera Scrubs. Abbandonate le tonalità indie del delizioso La mia vita a Garden State e del da noi sconosciuto Wish I Was Here, Braff questa volta abbraccia in toto gli stilemi della commedia mainstream in salsa geriatrica, senza purtroppo aggiungere molto a un plot che scorre da solo su binari talmente oliati da far desiderare un approdo alla meta (ovvero al finale della storia) il più rapido possibile.

Protagonisti, manco a dirlo, sono tre premi Oscar: Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin. I tre vecchi amici si ritrovano improvvisamente senza pensione quando l’acciaieria in cui hanno lavorato per oltre quarant’anni chiude i battenti e viene dislocata altrove, mentre una banca riceverà come indennizzo tutti i soldi del fondo pensionistico. Non resta a questo trio “infeltrito” che rapinare quell’istituto bancario, per riprendersi quanto gli spetta.

Tutto procede come previsto in Insospettabili sospetti: il personaggio di Michael Caine fatica un po’ a convincere gli altri due (il più restio è Alan Arkin), poi i tre vanno a fare un po’ di pratica derubando un supermercato, si rimettono in forma, preparano il piano con l’aiuto di un “esperto”. Arriva il momento della rapina, realizzata indossando le maschere del Rat Pack (Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr.), poi c’è l’interrogatorio della polizia, dove in flashback osserviamo tre ridondanti alibi (fondamentalmente cose già viste e poco più).
Il ritmo è veloce, Zach Braff gioca con lo split screen, i tre Oscar sono assai piacevoli da osservare al lavoro e ogni tanto assestano qualche spassosa battuta. C’è anche un po’ di romance, con la storia d’amore senile tra Alan Arkin e la rediviva Ann-Margret, mentre il discorso satirico sulle banche e la loro avidità, viene (troppo) presto archiviato. E naturalmente non mancano le famiglie, con figli e nipoti e l’inno, costante e monofonico come un bordone, all’amicizia tra i tre vegliardi.

Inutile chiedere di più, Insospettabili sospetti è un “feel good movie” ben confezionato, seppure tutto privo di guizzi e idee originali. Anzi, una volta innescato il suo meccanismo, si finisce per provare una certa angoscia: visti i tre interpreti al lavoro e esalate un paio di risate, il finale è cosa già nota e ampiamente prevedibile. Perché tirarla tanto per le lunghe?

Info
La scheda di Insospettabili sospetti sul sito del Bif&st 2017.
La scheda sul sito della Warner Bros.
Il trailer del film.
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