The Lodgers – Non infrangere le regole

The Lodgers – Non infrangere le regole

di

Due gemelli costretti a vivere reclusi in una vecchia magione, nell’Irlanda degli anni Venti del Ventesimo Secolo per via di una maledizione che da sempre grava sulla loro famiglia. Ecco The Lodgers di Brian O’Malley, sinuoso racconto gotico che non riesce ad andare molto al di là della fascinosa ambientazione.

Mezzanotte e dintorni

Irlanda, anni Venti. Edward e Rachel sono una coppia di gemelli orfani che abitano nella residenza di famiglia, fatiscente e sinistra. Sebbene isolati, i due non sono soli: ad abitare la dimora, alcune entità invisibili che regolano la vita dei due ragazzi in modo ferreo, basandosi su tre semplice regole da non trasgredire assolutamente. Prima regola: Edward e Rachel, allo scoccare della mezzanotte, devono essere a letto, con la porta chiusa. Seconda: nessuno mai deve attraversare la siepe e accedere alla casa. Terza: i gemelli non possono lasciare l’abitazione in modo definitivo. Il mancato rispetto di questi obblighi comporterebbe la collera degli spiriti degli antenati. Vicina al compimento dei diciotto anni, Rachel conosce un giovane reduce dal quale si sente immediatamente attratta. Per lei rappresenta la possibilità di fuggire dal maniero e dalla maledizione che la perseguita. Edward però le si mostra ostile… [sinossi]
Girl child, boy child, listen well
Be in bed by midnight’s bell
Never let a stranger through your door
Never leave each other all alone.

The Lodgers, che raggiunge le sale italiane dopo essere stato già presentato lo scorso dicembre al Torino Film Festival, si inserisce nell’horror contemporaneo sottolineando alcune delle linee guida che ne muovono l’estetica, e il senso. Brian O’Malley, che aveva già diretto nel 2014 Let Us Prey, per questo secondo lungometraggio utilizza una carta da sempre molto gettonata nell’ambito del cinema dell’orrore: il gotico. Per quanto il film sia ambientato nell’Irlanda degli anni Venti dello scorso secolo, con la Grande Guerra appena terminata e una rivoluzione di fatto in corso – la cosiddetta “guerra civile irlandese” terminò nel 1923, con Michael Collins e Éamon de Valera sui lati opposti della barricata – The Lodgers fa ampio ricorso agli stilemi e agli stratagemmi della letteratura gotica. Ecco dunque una grande, immensa magione diroccata e abbandonata al suo destino ma ancora vissuta da due gemelli, un ragazzo e una ragazza, sui quali grava una maledizione secolare; ecco gli spiriti che si agitano nella notte strisciando fuori da una botola nel pavimento; ecco i giochi di chiaroscuro, e perfino un giovane corvo che fa riecheggiare nella mente immediati riferimenti a Edgar Allan Poe. “Once upon a midnight dreary”, così prende l’abbrivio The Raven, e la mezzanotte ha un peso anche nello sviluppo del film di O’Malley. Dettaglio che porta al secondo dettame dell’horror perfettamente rispettato dal regista irlandese: le regole.

La trama di The Lodgers, come evidenzia anche il trailer del film, si sviluppa attorno non tanto a ciò che i due fratelli Rachel ed Edward fanno in questo maniero decadente nel quale vivono tutti da soli, ma soprattutto a ciò che non devono fare. Il rispetto di regole che una volta disattese non possono far altro che provocare immani disastri è un vero e proprio topos del genere, a partire dal Dracula di Bram Stoker – a Jonathan Harker è interdetto il curiosare nel castello – fino ad arrivare a molti esempi attuali, l’ultimo in ordine di tempo lo scipito The Midnight Man di Travis Zariwny, uscito in sala in Italia poco meno di due mesi fa. Le regole. L’illusione della salvezza. Regole chiare e nette quelle ricevute fin dall’infanzia dai due gemelli: devono essere a letto entro la mezzanotte, non devono far entrare nessuno in casa, e non devono mai separarsi. Le regole che riceverebbe qualsiasi bambino piccolo da un genitore, ma in questo caso ci sono due eccezioni: l’eventuale negligenza può portare demoni a palesarsi in casa, e i due hanno appena compiuto diciotto anni.
Il problema di The Lodgers è che Brian O’Malley ha chiaro come costruire la scenografia di un horror gotico, ma non ne maneggia le motivazioni più pulsanti; nella sua messa in scena l’ombra che attanaglia la casa è un’ombra. Può spostarsi e diventare spirito, presenza, ma è un’ombra in quanto tale. È materia. Non vive nella mente dei suoi personaggi, e non ne amplifica la lettura del reale. È reale. Sa giocare con gli stilemi, questo giovane cineasta irlandese, e il film gode di quell’eleganza tipica dell’ambientazione rurale inglese e irlandese, tra brume serali e luci tremolanti. Ma come gran parte del gotico contemporaneo (si pensi a un titolo scialbo come The Woman in Black di James Watkins, per esempio, mentre tutt’altra ispirazione aveva mostrato Guillermo Del Toro nel pur largamente sottostimato Crimson Peak) anche The Lodgers corre il serio rischio di rimanere sempre e solo in superficie, incapace di scavare.

Questi due gemelli, interpretati da Charlotte Vega e Bill Milner (ventiquattro anni la prima, ventitré il secondo), sono così rattrappiti nella loro condizione di predestinati alla sofferenza e all’orrore da sviluppare in scena solo una lettura dicotomica della situazione: una vorrebbe aprirsi all’esterno e sfuggire alla condanna, l’altro sprofonda lentamente nella paranoia e nella pazzia. Nel giocare poi sul tema dell’incesto – che è anche alla base della suddetta maledizione – la sceneggiatura scritta da David Turpin dimostra di non avere troppe frecce nella propria faretra. Anche le intuizioni più interessanti, come quella di far irrompere nella tetra quotidianità della ragazza un coetaneo che ha perso una gamba in guerra combattendo per l’esercito inglese, e diventando dunque sia monco che traditore, impossibilato a smuovere a pietà i suoi concittadini, finiscono per venire castrate da una struttura troppo rigida, in cui si procede solo per accumulo di dettagli senza arrivare mai davvero al cuore della questione. The Lodgers è il paradigma di un cinema elegante e superfluo, in cui la giusta collocazione delle luci e la ragnatela curata nei minimi particolari si pensa possa sopperire a una narrazione compiuta, e che sappia davvero rompere quelle regole del genere che restano a penzolare come una spada di Damocle sulla testa di O’Malley.

Info
Il trailer di The Lodgers.
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-10.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-09.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-08.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-07.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-06.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-04.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-03.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-02.jpg
  • the-lodgers-2017-brian-omalley-01.jpg

Articoli correlati

Array
  • Buone feste!

    Dracula di Bram Stoker RecensioneDracula di Bram Stoker

    di Dracula di Bram Stoker è il primo film a cui Francis Ford Coppola lavora dopo aver portato a termine la trilogia de Il padrino; attraverso le lenti deformanti dell'orrore il regista rielabora la storia stessa del cinema – arte non-morta per eccellenza – e riflette su di sé.
  • Venezia 2017

    Il castello maledetto

    di Perduto, ritrovato e restaurato negli anni Sessanta e oggi nuovamente ripulito dalle cicatrici del tempo, il film di James Whale torna a deliziarci con le atmosfere orrorifiche e i toni brillanti. La versione restaurata è stata presentata nella sezione Venezia Classici.
  • FFF 2017

    7 minuti dopo la mezzanotte

    di 7 minuti dopo la mezzanotte segna il ritorno dietro la macchina da presa di Juan Antonio Bayona, e conferma il talento del regista spagnolo, qui alle prese con un doloroso fantasy che mette in scena l'elaborazione di un lutto.
  • Archivio

    Crimson Peak RecensioneCrimson Peak

    di Il rosso del sangue e della passione, lo splendore della profondità di campo, le performance di Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Tom Hiddleston. Crimson Peak intreccia suggestioni gotiche e (iper)melodrammatiche, scenografie lussuose e una messa in scena abbacinante.
  • Roma 2014

    La maschera del demonio RecensioneLa maschera del demonio

    di Il capolavoro di Mario Bava, punto di riferimento per il cinema gotico italiano (e non solo), rivive sugli schermi dell'Auditorium durante la nona edizione del Festival di Roma.
  • Roma 2014

    La cripta e l'incubo RecensioneLa cripta e l’incubo

    di Visto a Roma in 35mm nella retrospettiva sul gotico italiano, La cripta e l’incubo è una delle due incursioni del regista di Totò Camillo Mastrocinque nel gotico italiano, insieme al successivo Un angelo per Satana.
  • Cult

    Nightmare

    di L'inquietante thriller psicologico in odore di gotico di Freddie Francis torna a nuova vita sullo schermo del Ravenna Nightmare.
  • Archivio

    The Woman in Black

    di Il cinema anglosassone alla riscoperta del gotico, ma il film di James Watkins si impantana nei luoghi comuni del genere.
  • AltreVisioni

    Twixt

    di A quasi vent’anni di distanza da Dracula di Bram Stoker (1992), Francis Ford Coppola torna alle atmosfere horror con Twixt, presentato in Festa mobile – Figure nel paesaggio al Torino Film Festival.
  • Archivio

    1921 - Il mistero di Rookford Recensione1921 – Il mistero di Rookford

    di 1921 - Il mistero di Rookford si muove in un terreno, quello dell'horror gotico e romantico, di cui non sa cogliere tutte le sfumature, anche per colpa di una regia troppo didascalica, firmata da Nick Murphy.
  • DVD

    Danza macabra

    di Danza macabra, il più gotico tra gli horror di Antonio Margheriti, edito in dvd dalla CG Home Video.