Loulou, l’incroyable secret

Loulou, l’incroyable secret

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Presentato nella sezione Generation della Berlinale, Loulou, l’incroyable secret di Éric Omond è l’ennesimo piccolo miracolo creativo della casa di produzione francese Prima Linea Productions.

Le loup est un loup pour le loup…

Loulou e Tom, un lupo e un coniglio, formano un duo indissolubile da quando sono bambini. La loro vita tranquilla nel paese dei conigli viene scossa dalla notizia che vorrebbe ancora in vita la madre di Loulou: i due partono prontamente alla ricerca della lupa nel principato di Wolfenberg, il paese dei lupi. Proprio in quel periodo, nel principato si sta svolgendo il Festival della Carne, che riunisce i più temibili e feroci predatori del mondo. E per gli erbivori non ci sono molte possibilità: finire schiavizzati o essere divorati senza pietà… [sinossi]

L’animazione è una questione di scelte. Grafiche, cromatiche, narrative, produttive e via discorrendo. Si può seguire la corrente dominante, imbastendo l’ennesima copia sbiadita in computer grafica come Khumba – Cercasi strisce disperatamente di Anthony Silverston, proprio in questi giorni nelle sale, oppure proseguire coerentemente un percorso artistico come Loulou, l’incroyable secret di Éric Omond, presentato alla Berlinale nella sempre fertile sezione Generation, ennesimo gioiellino per piccini della Prima Linea Productions che difficilmente vedremo nelle sale italiane.

Le scelte della Prima Linea sono chiare, coerenti fin dalle prime produzioni, come i film a episodi Loulou et autres loups (2003) e Peur(s) du noir (2007), e i lungometraggi U (2006) di Serge Elissalde e Le avventure di Zarafa (2012) di Rémi Bezançon e Jean-Christophe Lie, unica pellicola riuscita a sbarcare nel Bel Paese. Animazione a budget limitato ma curata, con una particolare attenzione per i colori e per la valorizzazione dei character design originali; gusto per la narrazione, anche (o forse soprattutto) quando ci si rivolge a un pubblico di giovanissimi; un equilibrio tra la giocosità della fantasia a briglie sciolte e la capacità di affrontare con garbo temi come la morte e la sessualità. Facile a dirsi…

Loulou, l’incroyable secret, tratto ancora una volta dai libri per l’infanzia di Grégoire Solotareff (Loulou et autres loups, U), prosegue su questo cammino, immergendoci in un’avventura dal ritmo incalzante, dominata da una creatività contagiosa e da un nonsense fertile, coerente, ironico. C’è spazio quindi per la coppia di amici inseparabili, per la sinuosa e stuzzicante Scarlett, per un villain crudele eppure fragile. Un’avventura ormonale, imprevedibile, adolescenziale, che non opprime i piccoli spettatori con sbandierati intenti didascalici, ma che suggerisce, accenna. Ma basterebbero le linee incerte della città dei lupi, lo spassoso viaggio in macchina che gioca sagacemente con la prospettiva o il castello che riecheggia Le roi et l’oiseau di Paul Grimault per giustificare il recupero di questo piccolo lungometraggio d’animazione tradizionale. Quasi una forma di resistenza.

Note
1.
Loulou et autres loups è mediometraggio formato da cinque episodi : Loulou, Marika et le loup, Micro loup, Pour faire le portrait d’un loup e T’es où Mère-Grand?. Il lungometraggio Peur(s) du noir, passato al Festival di Roma, è firmato da Blutch, Charles Burns, Marie Caillou, Pierre Di Sciullo, Lorenzo Mattotti e Richard McGuire.
Info
Il sito ufficiale di Loulou, l’incroyable secret.
La pagina facebook di Loulou, l’incroyable secret.
Loulou sul sito della Prima Linea Productions.
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