Berlinale 2014
La Berlinale 2014, dal 6 al 16 febbraio, sessantaquattresima edizione dello storico festival tedesco. Apre la fiumana di film The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Poi Lars Von Trier, Tsai Ming Liang, Richard Linklater, Alain Resnais…
Alla Berlinale 2014 non fa freddo. È questa la prima, principale notizia che circola, come un virus informatico, tra gli accrediti stampa della kermesse tedesca: Berlino ha accolto il popolo cinefilo con una temperatura mite, primaverile (non fosse per le improvvise buriane ventose che fanno accapponare la pelle), e questa novità è stata accolta con una certa enfasi, in attesa che il festival prenda realmente corpo. Perché sarà finalmente la volta di Wes Anderson – a cui è toccata in sorte l’apertura con The Grand Budapest Hotel, che ospita uno dei cast più ricchi e sorprendenti visti in giro negli ultimi anni –, Lars Von Trier, Tsai Ming Liang, Richard Linklater, Alain Resnais e via discorrendo. Toccherà al cinema, come sempre, prendere il sopravvento su gossip, rumori di corridoio, speculazioni più o meno consapevoli e interessanti sul ruolo della settima arte nella contemporaneità. In questo senso un festival come Berlino, che segue da vicino un evento ancora poco riconosciuto dal microcosmo cinematografico italiano come Rotterdam, permette di aprire il fianco a una discussione sul rapporto tra i festival e le città in cui si sviluppano. Laddove realtà consolidate come Cannes e Venezia faticano e non poco a relazionarsi con il tessuto umano, sociale e politico che li circonda, la Berlinale spalanca da sempre le porte alla città: in un periodo storico in cui la cultura viene sovente abbandonata al proprio destino, una risorsa indispensabile per non essere messi da parte, relegati in un cantuccio ben poco confortevole. Berlino è la dimostrazione di come un festival cittadino non debba necessariamente scendere a compromessi con il proprio pubblico per riempire le sale. [continua a leggere]