Frankenstein

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Tra i titoli di punta del Trieste Science+Fiction 2015, Frankenstein di Bernard Rose non risparmia dosi di sangue e violenza, ma guarda soprattutto alle implicazioni etiche e morali della creazione, (fanta)scientifica quanto naturale, e al rigetto da parte della società di qualsiasi corpo estraneo…

I, Adam

Frankenstein è ambientato nella Los Angeles di oggi ed è raccontato interamente dalla prospettiva del mostro, Adam. Dopo essere stato creato da una coppia di eccentrici scienziati, marito e moglie, i quali lo hanno abbandonato credendolo morto, Adam si ritrova in un mondo che non gli concede altro che violenza e percosse. Questa figura perfetta, ora ridotta a un mostro sfigurato, dovrà imparare ad affrontare la terribile natura degli esseri umani… [sinossi – catalogo Trieste S+F 2015]

La carriera di Bernard Rose non ha seguito le traiettorie che potevamo immaginare dopo l’ispirato Candyman – Terrore dietro lo specchio (1992), perdendosi tra i rivoli di pellicole ambiziose ma non sempre fortunate (Amata immortale, Anna Karenina) e produzioni poco memorabili (Snuff-Movie, sxtape). Lo stesso girovagare tra generi diversi, che lo ha portato fino al leggiadro biopic Mr. Nice, ci aveva fatto perdere la speranza di un significativo ritorno all’horror. Ma è proprio questa imprevedibilità, unita alla capacità di scrittura e introspezione, ad arricchire Frankenstein, ultima fatica di Rose, pellicola d’apertura del Trieste Science+Fiction 2015 e produzione fieramente indie, sostenuta dalla presenza di Danny Huston (Victor Frankenstein) e Carrie-Anne Moss (Marie). Ma è la Creatura, Adam (Xavier Samuel), il centro gravitazionale di questo adattamento contemporaneo e sostanzialmente minimalista del romanzo di Mary Shelley [1].

Rose non rinuncia a sangue, violenza e qualche effettaccio grandguignolesco, ma è l’anima della Creatura che vuole scandagliare: Frankenstein guarda soprattutto alle implicazioni etiche e morali della creazione, (fanta)scientifica quanto naturale e genitoriale, e al rigetto da parte della società di qualsiasi corpo estraneo. Più Fratello di un altro pianeta che I, Frankenstein.
Le stesse implicazioni scientifiche e bioetiche cedono terreno al triangolo (an)affettivo Adam-Marie-Victor: la Creatura è un bambino in un corpo di adulto, celere nelle sviluppo intellettivo e motorio, che ci pone di fronte alle contraddizioni della maternità e della paternità, alla natura istintiva del neonato, a una sua paradossale pericolosità. Conoscenza e coscienza, intrecciate ai legami interpersonali, sono l’anello di congiunzione tra creazione e umanità, plus valore o disvalore fondamentale che completa il lavoro di una avveniristica stampante in 3D – ci arriveremo, probabilmente.

Rose vuole catturare l’essenza del romanzo, sfuggendo al pur nobilissimo imprinting di James Whale e alle trappole di una facile spettacolarizzazione. Girato in pochi ambienti, tra interni claustrofobici ed esterni degradati e periferici, Frankenstein ricorre a una suggestiva voice over della Creatura, si immerge nella dimensione intima, anche onirica. La macchina da presa a mano si incolla ai volti, ancor più che ai corpi; Adam è un barbone, un reietto, a suo modo una figura cristologica; l’horror è profondamente umanista.
Ritroviamo con piacere il gigante buono Tony Todd, indimenticabile Candyman. È lui, altro “mostro”, altro reietto, l’unica oasi di (im)possibile felicità: Frankenstein è un film sull’amore negato, sul rifiuto, sulla impossibilità dell’integrazione. Sul legame madre-figlio, sulla marginalità paterna. Un film che modella il genere a proprio piacimento, che cerca di percorrere visivamente e narrativamente strade poco battute, rischiando di non trovare un pubblico e una facile collocazione distributiva. Una creatura da difendere.

Note
1. Per Frankenstein, o il moderno Prometeo si avvicinano i due secoli di vita. Scritto tra il 1816 e il 1817, pubblicato nel 1818 e modificato nel 1931, è stato più volte portato sullo schermo. Attendiamo, per i “festeggiamenti”, un ritorno di fiamma della settima arte: tra le varie produzioni in ballo, segnaliamo Victor: La storia segreta del dott. Frankenstein di Paul McGuigan.
Info
Il trailer originale di Frankenstein.
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