The Eagle

The Eagle

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Kevin Macdonald con The Eagle riesce a far tornare vivo e vitale un genere come il peplum, altrimenti sepolto dai fasti del passato. Protagonista un ottimo Channing Tatum.

Nel nome del padre

Nel 140 dC, vent’anni dopo l’inspiegabile scomparsa dell’intera Nona Legione nei monti della Scozia, il giovane centurione Marcus Aquila giunge da Roma per risolvere il mistero e risollevare la reputazione del padre, comandante della Legione. Accompagnato solo dallo schiavo britannico Esca, Marcus varca il Vallo di Adriano e si reca nella sconfinata Caledonia per confrontarsi con le tribù selvagge del luogo, far pace con la memoria del padre e recuperare l’emblema dorato della legione, l’Aquila della Nona… [sinossi]

In principio fu proprio Georges Méliès con un frammento di celluloide impressa dal titolo Gesù che cammina sulle acque (1899), nella notte dei tempi della Settima Arte, a gettare le basi di quello che diventerà da lì a una manciata di anni, grazie alle due pellicole di Luigi Maggi Gli ultimi giorni di Pompei (1908) e Nerone (1909), un vero e proprio filone riconducibile al più vasto genere avventuroso, vale a dire il cosiddetto “cinema dei forzuti” o Peplum, dalla parola greca, mutuata dal latino, che indicava una tipologia di tunica battezzata appunto “peplo”, indossata dagli atletici e muscolosi protagonisti che ne animavano le gesta sul grande schermo.
Ci ha pensato poi Il Gladiatore di Ridley Scott all’alba del nuovo millennio a risvegliare da un profondo sonno criogenico, un sottogenere che nel periodo del muto e nel ventennio ‘50-‘60 ha vissuto prolifiche stagioni d’oro, partorendo autentiche pietre miliari scolpite a caratteri cubitali nella storia del cinema, prima di sprofondare di nuovo nel dimenticatoio con opere sempre più discutibili e mediocri, tanto dal punto di vista tecnico che drammaturgico. Un risveglio che però non ha sortito gli esiti tanto desiderati dalle major a stelle e strisce che, se in passato avevano replicato con successo su larga scala grazie ad acclamati kolossal il modello made in Italy, ad oggi invece non sono riuscite ancora a ridare, nonostante dalla loro parte ci siano decenni di migliorie tecnologiche, il giusto contributo alla causa. Nel tempo si è provato, ma con esiti abbastanza altalenanti, a mescolare gli ingredienti chiave del genere, in primis i personaggi e le trame incrociate e sincretiche a sfondo biblico o basate sulla mitologia greco-romana, o delle culture circostanti della stessa epoca, con effetti visivi sempre più avanzati e dosi massicce di azione e fantascienza nel tentativo di elevare in maniera esponenziale il tasso di spettacolarizzazione delle pellicole.

A dieci anni dal successo planetario del film di Scott e del suo protagonista Massimo Decimo Meridio, interpretato da Russell Crowe, Hollywood ci riprova con The Eagle, co-produzione anglo-statunitense firmata dal regista scozzese Kevin Macdonald. Il film dopo un buon riscontro ottenuto nelle sale americane nello scorso febbraio approda in quelle nostrane a partire dal 16 settembre con Bim per provare a colmare questo ulteriore gap decennale, segnato da pochi sussulti, come ad esempio Le Crociate dello stesso Ridley Scott e il folgorante Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn, e da molte cadute: da King Arthur di Antoine Fuqua a L’ultima legione di Doug Lefler, passando per Troy di Wolfgang Petersen, L’ultimo dei Templari di Dominic Sena, Scontro tra titani di Louis Leterrier e Centurion di Neil Marshall. Con quest’ultimo titolo, coincidenza vuole che The Eagle vada a incrociare più di un elemento drammaturgico e geografico, ripercorrendo con una discrepanza temporale (siamo, infatti, nel 140 d.C., vent’anni dopo) le medesime vicende. Ma al contrario del connazionale, Macdonald si affida ad un romanzo storico del 1954, L’Aquila della IX Legione, della scrittrice inglese Rosemary Sutcliff, a sua volta liberamente ispirato alla leggenda della misteriosa scomparsa della IX Legione romana.

A vestire i panni del giovane protagonista Marcus troviamo lo statunitense Channing Tatum, passato in brevissimo tempo dalle coreografie hip-hop del primo Step Up a ruoli più impegnativi in film come Guida per riconoscere i tuoi santi e Nemico pubblico, affiancato da un’altra giovane promessa, il Jamie Bell di Billy Elliot che interpreta Esca, oltre ad altri attori di indubbia esperienza come Mark Strong e Donald Sutherland, rispettivamente Guern e Aquila. Un parco attori di tutto rispetto per un peplum high tech che strizza l’occhio a quello vecchio stampo, mescolando dramma, avventura e azione grazie al contributo dietro la macchina da presa del pluri-premiato documentarista Macdonald, Oscar nel 2000 per Un giorno a settembre e autore di altri ottimi lavori quali La morte sospesa e Il nemico del mio nemico, qui alla terza esperienza nel lungometraggio di finzione dopo L’ultimo Re di Scozia e State of Play.

Attori e regista sono senza alcun dubbio l’arma in più di una pellicola che sa come intrattenere lo spettatore dal primo all’ultimo fotogramma, merito di uno script solido ed efficace, capace di gestire in maniera ottimale il livello di tensione e suspense tanto nelle scene di pura azione (l’attacco dei romani in formazione testuggine per il recupero dei prigionieri, il combattimento di Marcus ed Esca contro i guerrieri rinnegati nel bosco e l’asfissiante lunga fuga dei due protagonisti dal villaggio degli spietati Uomini Foca terminata con l’epica battaglia finale in stile Braveheart), quanto in quelle statiche e dialogiche (la ricostruzione del massacro della nona Legione nello scambio a due tra Marcus e Guern o la cerimonia d’iniziazione dei nuovi guerrieri della tribù degli Uomini Foca). Le tematiche e gli elementi chiave appartenenti al prolifico filone non mancano, ma non sono corpi a sé gettati nella mischia drammaturgica per fare numero e presenza come accade spesso (King Arthur e L’ultima legione docet), al contrario si amalgamano per costruire la strada narrativa migliore da far percorre al plot e ai personaggi che lo animano. In questo modo, l’esaltazione bellica e l’eroismo si sposano con l’ammonizione nei confronti della brama di potere e del desiderio irrefrenabile di conquista ed espansione territoriale, proiettando sul grande schermo una storia di riscatto personale, onore, lealtà, ma soprattutto di amicizia.
Da parte sua, Macdonald ci mette tutta la sagacia tecnica e il ricco repertorio stilistico in suo possesso (vedi i flashback che si susseguono lungo la narrazione), supportato alla grande dal lavoro fotografico di Anthony Dod Mantle e da quello in fase di montaggio di Justin Wright, per contribuire alla causa di un film che riesce finalmente a far rifiatare un genere che sopravvive solo grazie a sussulti occasionali.

Info
Il trailer di The Eagle su Youtube.
La pagina facebook di The Eagle.
Il sito ufficiale di The Eagle.
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