Una nuova amica

Una nuova amica

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Un racconto inquieto e liberatorio, pieno di suspense e di erotismo: Una nuova amica è il nuovo film di François Ozon che, finalmente, non si lascia suggestionare dai soliti giochi di specchi del suo cinema e si identifica appieno con i suoi protagonisti.

La donna che visse

Profondamente scossa dalla morte della migliore amica, Claire si riapre alla gioia di vivere dopo una scoperta sorprendente e intrigante sul marito della defunta, ma presto la situazione comincia a sfuggirle di mano… [sinossi]

François Ozon è un regista abilissimo, capace di costruire atmosfere inquietanti e morbose partendo da pochi elementi. Ma, nonostante ciò – o forse proprio per questo – il suo cinema appare sempre preda di una tendenza naturale all’oziosità, al giochino fine a se stesso, all’esercizio di stile. Se in tal modo può essere identificato uno dei titoli più noti della sua filmografia, vale a dire Swimming Pool, non diversamente è andata anche nel recentissimo passato con un film come Nella casa. Stavolta, però, con Una nuova amica le cose sembrano cambiare e finalmente il regista francese riesce a costruire una storia che non si avvita su se stessa. Ancor di più: per una volta il racconto è incarnato da personaggi che soffrono profondamente e che si trovano costretti a portare il peso di un dramma in apparenza irrisolvibile.

Una nuova amica ha un incipit folgorante, in pieno stile Ozon: una ragazza in abiti matrimoniali che poi si scopre essere morta. Un incipit che con notevole lungimiranza è stato usato anche come trailer del film. Dopodiché ci si ritrova al funerale della ragazza e facciamo la conoscenza con la nostra protagonista, Claire (interpretata dall’eccellente Anaïs Demoustier), la migliore amica della defunta. E anche qui Ozon lavora di fino con una sventagliata di flashback in cui racconta con pochi cenni il profondo legame che ha unito le due. Ma è solo dopo, quando si teme che il regista abbia già finito le sue carte (come spesso gli è accaduto in passato), che in realtà Una nuova amica cresce d’intensità, vale a dire dal momento in cui Romain Duris, che interpreta il vedovo dell’amica con neonata a carico, si prende la scena. Scisso da una sessualità ambigua, questi ri-costruirà il rapporto con Claire giocando pericolosamente e feticisticamente al superamento del fantasma della defunta amata da entrambi. Una nuova amica si veste allora improvvisamente di atmosfere, situazioni e soluzioni molto affini a certi film di Hitchcock e De Palma, con la differenza che la follia e la devianza sessuale non comportano qui dinamiche horror, quanto piuttosto transgender.

Ecco che allora Una nuova amica diventa anche una apprezzabilissima testimonianza sull’omosessualità e sulla diversità sessuale che non cade mai in facili cliché o in tesi discutibili e aprioristiche. Perché, al contrario di quel che fa Ozpetek da noi, Ozon soffre insieme ai suoi personaggi, si fa portatore di tutti i loro drammi e delle loro ambiguità finendo così, ovviamente, anche per raccontare se stesso (oltre che ritagliarsi un vezzoso quanto riuscito cameo). Allo stesso tempo, al cospetto di una confezione come sempre impeccabile nella sua eleganza formale, Ozon riesce a far funzionare meglio che in passato sia i simboli (il leit-motiv delle partite a tennis ad esempio, che potrebbe persino portare con sé una lontana eco del truffautiano La signora della porta accanto), sia la suspense che si nutre e si alimenta grazie a una fortissima tensione erotica.
Dal cinema francese arriva quindi una nuova testimonianza sull’amor fou. Una nuova amica ne travalica e ne aggiorna i temi e i confini e a questo punto ci fa ben sperare per il cinema futuro di un regista che, troppo spesso e sempre a ragione, in passato è stato descritto come un modesto e poco convinto epigono dei grandi autori d’oltralpe del passato.

Info
Il trailer di Una nuova amica su Youtube.
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