Apocalissi a basso costo al Future Film Festival
Apocalissi a basso costo – Il nuovo cinema fantastico italiano, questo il titolo di un focus che accompagnerà le giornate del Future Film Festival di Bologna dal 2 al 7 maggio, ripercorrendo le tappe del cinema indipendente italiano che non teme il soprannaturale. Da Lorenzo Bianchini a Eros Puglielli, da Michele Pastrello a Federico Sfascia, sei lungometraggi e otto cortometraggi per raccontare un’altra storia del cinema italiano contemporaneo, quasi sempre lasciata in seconda fascia e quasi mai glorificata da una distribuzione nelle sale. Tra gatti neri, cowboy che vanno a farsi giustizia nello spazio, astronavi di cartapesta, pranzi onirici, Lovecraft & Poe, ultracorpi, notti senza fine, leggende ancestrali e scenari post-apocalittici. Buone visioni, e buoni incubi.
“Apocalissi a basso costo”, quale titolo migliore per fendere la carne di una produzione italiana dedita al fantastico che è ancora oggi marginalizzata, costretta suo malgrado all’indipendenza – e poco contano in questo caso sporadiche eccezioni quali Lo chiamavano Jeeg Robot, ipotesi di cambiamento strutturale messa in campo affinché nulla davvero cambi – e quindi all’oscurità? Un’oscurità non solo tematica, ma che si allarga a macchia d’olio alla possibilità che film intenzionati a esulare dalla prassi del reale riescano davvero a trovare spazio negli stantii modelli distributivi nazionali. Apocalissi a basso costo, dunque, quelle che riemergono dal terriccio ancora fresco alla diciannovesima edizione del felsineo Future Film Festival, dove future è sempre stato a indicare una prospettiva fantascientifica, ma magari per una volta può essere letto come un auspicio: dare futuro a un cinema vivo, a una produzione fatta a chilometro zero ma anche e soprattutto a zero euro, ansimante ma ricca di idee, di intuizioni, di aperture verso mondi inesplorati o, meglio, non più esplorati dalla produzione di serie A, o supposta tale.
Nella mente di Carlo Tagliazucca, che mi ha sottoposto l’idea di un focus di questo tipo ed è in tutto e per tutto complice dell’allestimento dell’omaggio, l’immagine di Apocalissi a basso costo si è formata durante la diciottesima edizione del festival, quando partecipò in tutta la sua follia Federico Sfascia con Alienween, slabbrato sci-fi d’antant con irruzioni demenziali, scaturigini horror e romanticismo che colpisce alla schiena quando meno ce lo si aspetta. Un turbine che ha convinto Carlo a contattarmi per chiedermi se a mio avviso avesse senso continuare su questa strada, dare spazio a chi ululava reclamandolo. A mia volta avevo avuto modo nel corso degli anni di lavorare sul cinema di genere indipendente prodotto in Italia, prima come co-direttore del Roma3 Film Festival (in combutta con Pierpaolo De Sanctis e Francesco Del Grosso) e quindi in un piccolo e sparuto omaggio dal titolo “Sangue vivo” che organizzammo con Enrico Azzano all’allora vivo e vegeto Circolo degli Artisti, in un giugno afoso del 2012. Roma è poi la città del Fantafestival, che negli ultimi anni ha a sua volta spalancato le braccia all’indie italiano, senza dimenticare il ruolo centrale svolto dal Cinematografo Poverania diretto da Alessandra Sciamanna, Fabio Morichini, Matteo Sapio e Daniele Silipo. Uscire dalla capitale per muoversi verso la Torre degli Asinelli è anche un modo per riannodare i fili del Tentacoli Film Festival, esperimento dell’Acig (Associazione Cinema Indipendente di Genere) rimasto purtroppo privo di conseguenze che si svolse a Castel San Pietro nell’autunno del 2007.
Per cercare di comprendere il senso di un focus come questo, e la necessità di perservare nella difesa e nella promozione delle produzioni dal basso, spesso da men del basso, e comunque fieramente e con fatica autogestite, bisogna ripartire dal titolo, scardinandolo in due parti: apocalissi e basso costo. Il secondo è un dettaglio non cercato con particolare insistenza, ma reso spesso inevitabile: muoversi nell’indigenza pur di portare a termine un progetto personale, che non trova orecchie pronte a prestarsi nell’ambito della produzione per così dire “ufficiale”. Ma è il primo termine, che evoca l’apocalisse, a dover essere preso in seria considerazione. I sei lungometraggi e gli otto cortometraggi selezionati – e che rappresentano solo una punta dell’iceberg, con la maggior parte del corpo ancora purtroppo immerso nelle acque – si muovono tra gatti neri, cowboy che vanno a farsi giustizia nello spazio, astronavi di cartapesta, pranzi onirici, Lovecraft & Poe, ultracorpi, notti senza fine, leggende ancestrali e scenari post-apocalittici. Si muovono là dove in pochi, o quasi nessuno, ha più voglia di muoversi. Non temono l’ancestrale, non si spaventano di fronte al soprannaturale. Già, il soprannaturale, unico paletto che si è deciso di imporre. A Bologna non troveranno spazio né il thriller né il giallo, e tantomeno western (eccezion fatta per il folle sposalizio con lo sci-fi ordito dal collettivo John Snellinberg in Bandits on Mars) o poliziesco; per coordinarsi con la storia del festival, da sempre a suo agio nelle evasioni dalle gabbie del reale, sono stati selezionati solo film che puntassero con decisione sul soprannaturale. Fa in minima parte eccezione la produzione di Eros Puglielli, di cui verranno proiettati il cult Dorme e il cortometraggio Il pranzo onirico, ma la scelta è giustificata sia dal prorompente invadere del lisergico nelle due opere, sbandate e fuse come non mai, sia dal carattere di primogenitura che la loro presenza impone alla retrospettiva: tutto, o gran parte del tutto, deriva dall’esperienza di Puglielli, dalla sua dimostrazione di come sia possibile architettare visioni senza una base economica di partenza solida. Apocalissi. Immaginario che rinasce, si ridefinisce, trova nuova linfa e spazio. Spazio illimitato, dall’oscura profondità da cui può provenire la minaccia/speranza (da un lato il dittico Vigasio Sexploitation di Sebastiano Montresor, dall’altro Apollo 54 di Giordano Giulivi) ai corpi solidi della letteratura di riferimento, il Lovecraft inseguito sul corso del Po da Federico Greco e Roberto Leggio, e il Poe a passo uno di Paolo Gaudio (The Black Cat nasce come uno dei segmenti attraverso i quali si compone P.O.E. – Poetry of Eerie, opera visiva collettanea curata da Domiziano Cristopharo), fino ai recessi del Friuli narrato da Lorenzo Bianchini o delle altre realtà solo apparentemente ‘provinciali’, la Livorno dei Licaoni e la Foligno di Sfascia. Modalità di racconto del mondo e dell’Italia che non si accontentano di ciò che è già fruito, già esperito, già metabolizzato. Osano apocalissi dello sguardo e del senso. Osano l’inosabile. A volte rischiando il tonfo, ma sempre con la gloria del catastrionfo di ghezziana memoria. Un primo passo, questo Apocalissi a basso costo – Il nuovo cinema fantastico italiano, che non dimentica tutti coloro che sono rimasti inevitabilmente esclusi dalla contesa, ma li richiama a gran voce per una futura occasione. Perché il vero orrore sarebbe vivere senza l’orrore.
FILM IN PROGRAMMA
Lungometraggi
Vigasio Sexploitation (2010) di Sebastiano Montresor
Apollo 54 (2007) di Giordano Giulivi
Dorme (1994) di Eros Puglielli
I rec u (2012) di Federico Sfascia
Custodes Bestiae (2004) di Lorenzo Bianchini
Il mistero di Lovecraft – Road to L. (2005) di Federico Greco, Roberto Leggio
Cortometraggi
Bandits on Mars (2015) di John Snellinberg
The Black Cat (2012) di Paolo Gaudio
I dincj de lune (1999) di Lorenzo Bianchini
Last Blood (2003) di Guglielmo Favilla, Alessandro Izzo
Olivia (2016) di Alessandro Izzo
Il pranzo onirico (1996) di Eros Puglielli
Ultracorpo (2010) di Michele Pastrello
Versipellis (2011) di Donatello Della Pepa