65: Fuga dalla Terra

65: Fuga dalla Terra

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Lontanissimi anni luce dalla fantascienza innervata di suggestioni politiche degli anni Cinquanta, Sessanta e soprattutto Settanta, altrettanto lontani dall’atteso ritorno di qualche ambiziosa space opera, guardiamo a 65: Fuga Dalla Terra con un sottilissimo filo si speranza. Non è e non può essere Dune o Blade Runner 2049, ma non è nemmeno l’ennesimo blockbuster targato MCU o DCEU, è qualcosa di cautamente diverso. Basilare, trattenuto, persino banale, 65: Fuga Dalla Terra quantomeno ci prova. Maluccio, ma ci prova.

Bimba a bordo

Dopo un incidente catastrofico su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills scopre subito di essere rimasto bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa. Con una sola possibilità di salvezza, Mills e l’unica altra sopravvissuta, Koa, devono farsi strada attraverso un territorio sconosciuto e pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza… [sinossi]

All’industria hollywoodiana servirà prima o poi – visto il calo marveliano e il tracollo della Warner\DC forse siamo già al prima – qualche idea nuova, dei sentieri alternativi da percorrere. Intendiamoci, per nuovo potrebbe andare bene anche un film come 65: Fuga Dalla Terra, che rimastica in chiave family-friendly una serie di suggestioni viste e riviste, qui imbrigliate dal target, forse da ripensamenti in fase di scrittura e chissà cos’altro.
Degli sbandierati autori di A Quiet Place rimane ad esempio la questione intrecciata del vitale silenzio e della difficoltà di comunicazione, portata avanti senza particolari intuizioni, e la minaccia mostruosa, potenzialmente orrorifica, ma depotenziata dal cast ridotto troppo presto a due e dalla solita spada di Damocle rappresentata dal target e dalle anime belle di questa interminabile e sempre più stanca fase storico-produttiva – ripensandoci a dieci anni di distanza, al di là delle schiaccianti similitudini narrative, After Earth nutriva altre ambizioni, in un contesto creativo decisamente meno ovattato.

Insomma, nonostante i dinosauri di varie forme e dimensioni, non siamo nel parco giochi granguignolesco di King Kong, ma nemmeno dalle parti fertilmente sadiche di A Quiet Place o, volendo abbassare ulteriormente l’asticella, The Silence e Bird Box. Il film scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods sembra sempre fare un passo indietro rispetto alle evidenti potenzialità, preferendo la sfera drammatico-sentimentale a quella più realistica di fango, sangue e sofferenza – e soprattutto tensione e paura, i grandi assenti. Sull’altare di un prodotto pensato per il box office, ma rimasto sostanzialmente a secco, vengono sacrificate o fin troppo levigate le increspature narrative, come ad esempio la sequenza nella grotta, che gioca ben poco col buio e col potenziale claustrofobico. Allo stesso modo, perdita e sacrificio finiscono per seguire binari fin troppo evidenti, privando lo spettatore di un minimo di sorpresa – come, ad esempio, la questione legata alla Terra.

Ripensando con estrema nostaglia a prodotti per il grande pubblico come Il mio nemico (1985) di Wolfgang Petersen, ma anche al televisivo Bentornato Scorpion (The Return of Starbuck) della serie Galactica (1980), entrambi parenti piuttosto stretti di 65: Fuga Dalla Terra, ci ritroviamo a setacciare minuziosamente la pellicola di Beck & Woods, in cerca di qualcosa di luccicante, anche fosse pirite: ad esempio, la giovanissima Ariana Greenblatt, clone sci-fi di Hailee Steinfeld ai tempi de Il Grinta. Un volto nuovo? Speriamo, in questo film funziona, tiene testa a un convinto Adam Driver e già dimostra di poter essere qualcosa di più di una fugace Gamora bambina. E poi le stelle, lo spazio, l’esplorazione, nuovi mondi, un ritorno alla fantascienza, possibilmente quella vera: la follia di Punto di non ritorno (1997) di Paul W. S. Anderson, le creature fameliche di Pitch Black (2000) di David Twohy, ma persino l’ingenuità di Navigator (1986) di Randal Kleiser… insomma, pur fallimentare, 65: Fuga Dalla Terra ci regala quantomeno una flebile speranza, il sogno di avventurarci nuovamente nel cosmo, tra i viaggi intergalattici, riabbracciando un genere che ha nel suo DNA potenzialità infinite. Più dei cinecomic, cara Hollywood, più dei cinecomic. Ma, ahinoi, non è mai questo il punto.

Info
Il trailer di 65: Fuga dalla Terra.

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