Il documentarista Matthew Lancit racconta la sua esistenza quotidiana di convivenza con il diabete nel suo ultimo lavoro Fais le mort!, fatto di situazioni ludiche, citazioni cinematografiche, artigianali scene di body horror. Un grande esercizio di esorcismo della morte. Leggi tutto
I cambiamenti epocali nei paesi dell'Est Europa successivi alla caduta del muro raccontati attraverso una vicenda emblematica nell'Ungheria post-sovietica: la storia è stata scovata e messa in scena da László Csáki in Pelikan Blue, ricostruita con animazione. Leggi tutto
Esordio al lungometraggio per il filmmaker franco-nipponico Koya Kamura, Hiver à Sokcho è la storia dell'incontro di due culture attraverso la fugace unione di due anime nel contesto di una cittadina di mare sudcoreana. Tra Hiroshima mon amour e Lost in Translation. Leggi tutto
Realizzato nell'arco di un quindicennio, Afterwar rimastica i codici del documentario per confrontarsi con il trauma della guerra. In particolare, il dispositivo architettato da Birgitte Stærmose approfondisce la dimensione performativa dell'attore sociale. Leggi tutto
Sex di Dag Johan Haugerud si adagia come di consueto in una totale adesione allo scavo reciproco fra personaggi del tutto affidati allo strumento espressivo del dialogo, in cerca di qualche verità su identità, corpo e desiderio. Leggi tutto
Documentario osservazionale puro è Paul, ultima opera del filmmaker canadese Denis Côté. Il ritratto di un personaggio che è crocevia di difficoltà psicologiche e sociali, da cui esce con pratiche che sarebbero moralmente da condannare per i benpensanti. Leggi tutto
Nuova esplorazione delle ricadute della tecnica, Eat the Night di Jonathan Vinel e Caroline Poggi si allaccia alla questione dell'escapismo per condurre un'indagine più radicale sulle immagini contemporanee. Leggi tutto
What Does That Nature Say to You è il primo film dell'anno per Hong Sangsoo, che torna a guardare alle nuove generazioni, nella figura del giovane Donghwa, regista di matrimoni con l'ambizione della poesia, e a una forma sempre più pura, scarna ed essenziale di cinema. Leggi tutto
Estremizzazione della poetica surrealista e primitivista di Michel Gondry, Maya, donne-moi un titre è un film d’animazione che il regista costruisce interagendo con la sua bimba, realizzando episodi su suo suggerimento. Presentato in Generation Kplus della Berlinale 2025. Leggi tutto
Strichka chasu (Timestamp) di Kateryna Gornostai si delinea per una sobria restituzione dell’assunzione di responsabilità da parte degli istituti scolastici nei confronti di un’intera generazione a rischio di restare senza istruzione. Leggi tutto
Il Settecento, la pittura, l’arte, il pensiero filosofico e scientifico dell’età dei lumi, i semi che daranno origine al mondo moderno, cinema compreso, confluiscono in Leibniz – Chronicle of a Lost Painting, ultima opera del più che ottantenne Edgar Reitz. Leggi tutto
Richard Linklater con Blue Moon racconta una sera nella vita di Lorenz Hart, paroliere statunitense a cui si devono tra le altre la canzone del titolo e My Funny Valentine. In concorso alla Berlinale 2025. Leggi tutto
Sébastien Betbeder torna per la terza volta a girare in Groenlandia con L’Incroyable femme des neiges, racconto di come trovare un bilanciamento tra l'umano e l'elemento naturale possa rappresentare il punto di svolta di un'intera esistenza. Leggi tutto
I margini del mondo, la necessità popolare dell’illusione, il bisogno di magia e reincanto. El mensaje di Iván Fund percorre l’Argentina rurale sulle orme di un trio di protagonisti che regalano speranze agli ultimi del mondo. Forse truffatori, forse no. Leggi tutto
Delicious di Nele Mueller-Stöfen tenta l’apologo horror su lotta di classe e disuguaglianze sociali tenendo a mente modelli cinematografici recenti e meno recenti. Il risultato è un prodotto Netflix anodino e superficiale, che oltretutto non rischia mai nulla. Leggi tutto
Una storia di amour fou interclassista, intrisa di erotismo patinato anni Ottanta, parlando anche un po’ dell’emigrazione da Messico a Stati Uniti, e aggiungendo anche l’ingrediente della danza. Tutto questo è Dreams, il nuovo lavoro del messicano Michel Franco. Leggi tutto
Frutto di un’ampia coproduzione cosmopolita, Yunan di Ameer Fakher Eldin cerca strade verso il racconto dai riflessi universali su esilio, nostalgia delle radici, solitudine e separazione dall’altro. Meravigliosa Hanna Schygulla (come sempre). In concorso alla Berlinale 2025. Leggi tutto
Opera dai sottili riflessi politici, Ato noturno di Marcio Reolon e Filipe Matzembacher ragiona sull’odierna società dell’immagine e sull’eterno conflitto fra dimensione pubblica e privata. Alla Berlinale 2025 nella sezione Panorama. Leggi tutto
Presentato nella sezione Forum della Berlinale 2025, Restitucija, ili, San i java stare garde (Eighty Plus) è l’opera più recente del serbo Želimir Žilnik, autore a suo tempo appartenente al movimento cinematografico jugoslavo dell’Onda nera. Leggi tutto
Mobbing e sicurezza sul lavoro. The Settlement di Mohamed Rashad è un ottimo thriller dell’anima che indaga il mondo del lavoro e le sue derive di disagio messi in relazione con le rigidità di un preciso contesto socio-antropologico e metropolitano. Leggi tutto
Il riscaldamento globale, il rapporto Uomo/Natura, il ruolo fondamentale degli animali nella difesa degli ecosistemi. Only on Earth di Robin Petré propone un potente e affascinante spettacolo audiovisivo sorretto a una riflessione sulle derive della modernità. Leggi tutto
Ancora un affresco della Cina rurale offerto da Huo Meng con la sua ultima opera, Living the Land. La profonda trasformazione del paese è in atto e se ne odono gli echi anche in quel mondo decentrato. In concorso nella Berlinale 2025. Leggi tutto
Esordio alla regia per la produttrice taiwanese Julian Chou, Blind Love è la storia di una donna borghese sposata che si innamora di un'altra donna, un manifesto della libertà di amare contro la cultura patriarcale e della famiglia tradizionale che ancora alberga nel suo paese. Leggi tutto
Il veterano regista nipponico Kichitarō Negishi, la cui carriera iniziò con i Roman Porno, omaggia il poeta di inizi Novecento Chūya Nakahara nel suo ultimo film Yasuko, Songs of Days Past. Non un semplice biopic artistico quanto un Jules e Jim patinato nel Giappone del passato. Leggi tutto
Quattro episodi di malagiustizia in Indonesia sono raccontati in Whispers in the Dabbas da Garin Nugroho. Il grande regista indonesiano realizza un’opera di denuncia di sentenze draconiane nei confronti di cittadini, per lo più povera gente, che non sono allineati con il potere politico . Leggi tutto
Co-produzione fra Bosnia e Croazia sospesa fra la rom-com, il melodramma, il romanzo di formazione e un’inguaribile nostalgia verso la Jugoslavia unita e socialista di Tito, My Late Summer segna il decimo ritorno dietro alla macchina da presa di Danis Tanović. Leggi tutto
Dopo oltre trent’anni di carriera, e un numero di opere che non si riesce nemmeno più a contare, Takashi Miike sforna un nuovo film, Blazing Fists, perfettamente all’altezza dei suoi capolavori riconosciuti. Presentato nella sezione Limelight dell’IFFR 2025. Leggi tutto
Una vecchia stazione di ricerche biologiche nel mezzo della foresta del Congo diventa in L'arbre de l'authenticité l’occasione per il filmmaker e artista Sammy Baloji per ragionare su colonialismo e crisi climatica, sul ruolo della scienza nella storia, sul mito dell’antropocentrismo. Leggi tutto
Ancora un'opera a tematica LGBT per il regista svedese-georgiano Levan Akin che, in Crossing, racconta la ricerca da parte di una donna della nipote trans a Istanbul. Un grande affresco della capitale turca, dei quartieri popolari, della sua comunità transgender. Leggi tutto
Lesson Learned rappresenta l'esordio al lungometraggio per Bálint Szimler. Un film fresco e spontaneo, un'opera indipendente e scomoda che casualmente non ha ricevuto alcun finanziamento governativo. In concorso al Trieste Film Festival 2025. Leggi tutto