The Liability

The Liability

di

I sussulti pulp e l’accostamento di diversi registri, anche musicali, sembrano troppo derivativi e The Liability avanza a strappi: la bizzarra esecuzione nei boschi, tra macabro e demenziale, come l’improvvisa apparizione della ragazza (senza nome e un po’ anche senza senso), sono il gioco d’accumulo di uno script che deve mascherare un’idea di base davvero flebile. Presentato al Torino Film Festival 2012.

Una rotunda del mare

Un diciannovenne viene spedito dal patrigno malavitoso a far da autista a un sicario silenzioso e meticoloso, per imparare i rudimenti del mestiere: ma le cose non vanno lisce. Noir-pulp laconico e crepuscolare, venato da un black humor tutto british, e con finale aperto a una paradossale speranza… [sinossi]
Amore mio
dimmi se sei
triste cosi
come me
dimmi se chi
ci separo’ e sempre li
accanto a te…
Una rotonda sul mare – Fred Bongusto

Approdato al terzo lungometraggio, selezionato in concorso al Torino Film Festival 2012, e con un lussuoso cast a disposizione, il regista Craig Viveiros mostra in maniera abbastanza evidente i pregi e gli attuali limiti della sua idea di cinema: The Liability, thriller gradevole e intriso di ironia, è un prodotto tecnicamente ben fatto, sagace nell’utilizzare i tanti e non scontati brani della colonna sonora, ma narrativamente debole e un po’ troppo furbo nel mescolare le carte, nel distribuire dosi di violenza, improbabile romanticismo e rapporti interpersonali forzati e poco credibili – da buddy movie improvvisato ci sono sembrate, ad esempio, le dinamiche tra il malcapitato Adam e il sicario Roy.

Lo sconfinato talento di Tim Roth e Peter Mullan, calati in ruoli per loro troppo facili, in fin dei conti appare un po’ sprecato, non supportato da un sceneggiatura che mette insieme un patrigno cattivo, un killer silenzioso, un diciannovenne sfrontato e perditempo e una ragazza troppo bella/brava/provocante per essere vera. Se The Liability è una sorta di viaggio premio per Roth e Mullan, potrà essere più utile alle carriere del simpatico protagonista Jack O’Connell (300: Rise of an Empire, United, la serie televisiva Skins e This is England) e soprattutto di Talulah Riley (St. Trinian’s, I Love Radio Rock, Orgoglio e pregiudizio), volti nuovi da seguire.

Nell’economia di una pellicola facile da dimenticare, funziona egregiamente l’incipit, insospettabilmente impreziosito da Una rotonda sul mare di Fred Bongusto [1]. Come detto, la colonna sonora riveste un ruolo fondamentale e nella sequenza d’apertura Viveiros gioca sul contrasto tra le note malinconiche della celebre canzone e il primo di una serie di brutali omicidi. I sussulti pulp e l’accostamento di diversi registri, anche musicali, sembrano però troppo derivativi e il lungometraggio avanza a strappi: la bizzarra esecuzione nei boschi, tra macabro e demenziale, come l’improvvisa apparizione della ragazza (senza nome e un po’ anche senza senso), sono il gioco d’accumulo di uno script che deve mascherare un’idea di base davvero flebile. Nel calderone della sceneggiatura firmata da John Wrathall (il deludente Good di Vicente Amorim e poco altro) finiscono atroci violenze sessuali, inarrestabili vendette, scontri generazionali e parecchio on the road. Troppa carne al fuoco, con la componente thriller, potenzialmente interessante, che viene bruciata troppo in fretta, schiacciata dai toni grotteschi affidati a un Mullan volenteroso, ovviamente padrone della scena (come Roth).

In estrema sintesi, The Liability è un onesto prodotto d’intrattenimento che si ritaglierà il proprio spazio grazie alla presenza di Tim Roth e Peter Mullan – il retrogusto, in ogni caso, è quello amarognolo delle occasioni gettate al vento. Troppo poco per il concorso internazionale del Torino Film Festival, e per un’opera terza.

Note
1. Il bello di dare un’occhiata anche ai titoli di coda, troppo spesso erroneamente snobbati: la canzone di Bongusto è riportata come Una rotunda del mare.
Info
Il trailer originale di The Liability.
La scheda di The Liability sul sito del TFF.
La pagina facebook di The Liability.
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-01.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-02.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-03.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-04.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-05.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-06.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-07.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-08.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-09.jpg
  • The-Liability-2012-Craig-Viveiros-10.jpg

Articoli correlati

Array
  • Archivio

    300 L'alba di un impero Recensione300 – L’alba di un impero

    di L'epopea guerriera nata dalle tavole disegnate da Frank Miller moltiplica i suoi campi di battaglia e inaspettatamente inneggia a democrazia, libertà ed eterosessualità.
  • Altrevisioni

    Broken

    di Rufus Norris, all'esordio nel lungometraggio, descrive un microcosmo di periferia inglese, riuscendo a sviscerarne sia l’aspetto barbarico che l’insopprimibile vitalità.
  • AltreVisioni

    skellig-the-owl-manSkellig: The Owl Man

    di Film per ragazzi con qualche ambizione, Skellig segna il ritorno al grande schermo della regista londinese, ancora una volta alle prese con un cast di livello. Star e centro gravitazionale della pellicola è ovviamente Tim Roth.
  • Archivio

    I-Love-Radio-RockI love Radio Rock

    di Nel 1966 - il periodo più straordinario per il pop britannico - la BBC trasmetteva solo 2 ore di rock and roll alla settimana. Ma una radio privata trasmetteva musica rock e pop, da una nave al largo della Gran Bretagna, 24 ore al giorno...
  • Archivio

    Orgoglio e pregiudizio

    di L’arrivo dei ricchi e piacenti Bingley e Darcy crea scompiglio nel villaggio di Longbourne e mette in moto le trame della Signora Bennet, irrefrenabile procacciatrice di buoni partiti per le proprie figlie...