Terra Formars

Terra Formars

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Al Marché ci si è imbattuti anche nell’ultimo film di Takashi Miike, Terra Formars, adattamento poco brillante di un manga e di un anime già di loro dimenticabili.

Ogni scarrafone…

I due criminali Shokichi e Nanao accettano, per evitare una probabile condanna a morte, di prendere parte a una missione segreta chiamata “Terraforming Project”; si tratta di andare su Marte per sterminare le migliaia di scarafaggi che l’hanno colonizzato dopo essere stati spediti lì dagli umani cinquecento anni prima. Insieme ai due prendono parte alla spedizione altri tredici disadattati di vario tipo; tutti alla ricerca della libetà, o di accaparrarsi il premio promesso per la riuscita dell’operazione. Ma le cose non andranno per il verso giusto… [sinossi]

Terra Formars è un giocattolo, di quelli che ricevi da bambino da lontani zii che vengono a trovarti una volta ogni due anni, o forse di più. Non conoscono i tuoi gusti, i poveri zii, e per farti un regalo devono entrare nel negozio più vicino e improvvisare, sperando di non commettere errori clamorosi e di non portarti un doppione. Comprano quindi qualcosa che sulla carta potrebbe piacerti. Non è colpa loro se si tratta di una brutta copia di ciò che veramente ti appassiona, e quindi non sprechi pensieri malevoli nei loro confronti. Il giocattolo ti resta, e tu lo metti in un angolo, pensando che prima o poi lo utilizzerai, ma sapendo che in realtà non è vero. Takashi Miike di giocattoli ne ha portati a termine tanti, nella sua vita, trasformando in opere preziose scarti di fabbrica di vario tipo: anni fa per fare un esempio prese un trascurabile film sudcoreano (The Quiet Family di Kim Jee-woon, al suo esordio), lo rimasticò in forma ultra-pop e diede alla luce The Happiness of the Katakuris, in bilico tra il demenziale e il sublime e in grado di raggiungere il capolavoro su entrambi i fronti.
Spesso considerato molto meno del suo reale valore, a causa di scelte a dir poco popolari – ma sempre folli, un passo oltre il dirupo, e senza paura – Miike ha coltivato nel corso degli anni un’idea tutta personale di ciò che può significare blockbuster. Già The Great Yokai War, primo vero film per il grande pubblico che girò nel 2005, indicava la direzione: anche di fronte a prodotti fatti e finiti, pensati per lo più per un pubblico dall’immaginario anestetizzato, Miike ha sempre trovato la chiave di volta per aprire la porta all’anarchia, all’impensabile, al rivoluzionario. Solo dodici mesi fa sulla Croisette faceva irruzione la ranocchia gigante di Yakuza Apocalypse

A Cannes 2016 in realtà Miike non è presente con nessun film, ma il cinefilo appassionato nello spulciare il ricco (anche troppo) programma del Marché du festival può imbattersi in Terra Formars, novantesimo lungometraggio del regista giapponese in venticinque anni di carriera; il film è uscito lo scorso 29 aprile in patria, e ha scelto Cannes per cercare acquirenti in giro per il mondo.
Tratto da un manga scritto da Yu Sasuga e illustrato da Kenichi Tachibana, fonte di ispirazione per un trascurabile serie di animazione, Terra Formars è un pastrocchio senza capo né coda, che Miike mette in scena con innegabile maestria tecnica, ma che manca dell’elemento fondamentale per un progetto di questo tipo: un pur minimo sviluppo narrativo che giustifichi lo sforzo produttivo. Miike si diverte a portare davanti alla macchina da presa questo scontro tra (pseudo)umani e scarafaggi antropomorfi, ma al di là delle infinite (e anche stancanti) battaglie campali tra le due parti in gara non c’è davvero un granché da annotare. Lo schema è ripetuto all’infinito, ed è sempre lo stesso: la pletora di blattoidei dalle proporzioni abnormi assedia il gruppuscolo di umani, che per rispondere si inietta nella tempia il siero in grado di donar loro super poteri – avvicinandoli a questo o a quell’altro insetto – e si prepara al combattimento.
La mattanza non ha nulla a che vedere con l’apoteosi di umori e sangue che adornava gioielli quali Ichi the Killer o 13 assassini, e la serialità ossessiva delle sequenze non possiede alcun retropensiero teorico, come invece avveniva in Izo e anche nel recente As the Gods Will. Si resta solo nel campo dello scherzo tirato per le lunghe, con qualche guizzo di sana cattiveria e sadismo e poco più. Un passaggio a vuoto, non il primo e probabilmente neanche l’ultimo per uno dei registi in ogni caso indispensabili della contemporaneità.

Info
Il trailer di Terra Formars.
Terra Formars, il sito ufficiale giapponese.

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