Mary e lo spirito di mezzanotte

Mary e lo spirito di mezzanotte

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Settimo lungometraggio dell’animatore napoletano Enzo d’Alò (La Freccia Azzurra, La gabbianella e il gatto), sostenuto da una coproduzione europea, Mary e lo spirito di mezzanotte guarda fin troppo ai suoi piccoli spettatori e si adagia su un’animazione purtroppo altalenante. Al character design disneyano della protagonista, alla voce di Matilda De Angelis e ai colori vivaci il compito di conquistare il pubblico. Dopo il terremoto Cortellesi, tutto è possibile.

Sarà meraviglioso

Mary ha undici anni e un’incontenibile passione per la cucina: vuole diventare una grande chef. Sua nonna Emer, con cui ha un rapporto davvero speciale, la incoraggia a realizzare il suo sogno. Ma ogni percorso ha i suoi ostacoli, anche imprevedibili, e affrontarli può diventare un’avventura. Mary inizia così un viaggio che supera le barriere del tempo, dove quattro generazioni di donne avranno modo di confrontarsi e conoscersi profondamente. Una delicata storia di crescita, piena di ironia… [sinossi]

Alla fine, torniamo sempre lì, alla storica debolezza strutturale dell’animazione italiana, a un’industria che industria non è e forse mai lo sarà. Perché, prima del pur volenteroso Mary e lo spirito di mezzanotte, ci sarebbe ad esempio La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, altra coproduzione firmata da un talento migrante. Alla francese Prima Linea Productions, che si era sobbarcata i costi dell’esordio di Mattotti con Rai Cinema e Indigo Films, andò malissimo: flop al botteghino e avvilente chiusura. Ovviamente per la nuova avventura di d’Alò speriamo in esiti ben diversi, ma la necessità di dover girovagare per ritrovare il grande schermo è uno dei (tanti) segnali della crisi infinita della nostra animazione – si dirà, a parte qualche parentesi felice, siamo mai usciti dalla crisi dai tempi di Anton Gino Domeneghini a oggi?

L’operazione Mary e lo spirito di mezzanotte, che vede il coinvolgimento economico di vari paesi (Irlanda, Italia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Regno Unito ed Estonia) e che ha già raccolto una nomination agli EFA e qualche premio, è però più interessante nei presupposti che nel risultato finale. Il romanzo La gita di mezzanotte di Roddy Doyle come solida base di partenza, l’ambientazione suggestiva, il character design disneyano della protagonista non sono infatti supportati da una scrittura che sembra sottostimare il target scelto e che scivola spesso in schematismi troppo fanciulleschi (la scuola di cucina, la parte maschile della famiglia, l’ospedale). Anche l’animazione è altalenante: se i brevi ma intensi incubi in bianco e nero realizzati da Regina Pessoa riecheggiano sorprendentemente lo stile di Massi, lasciandoci il solito retrogusto amaro di potenzialità sopite (discorso non dissimile per l’amarcord disneyano Wish di prossima uscita), se le linee morbide e tondeggianti che caratterizzano la protagonista Mary potrebbero conquistare a prima vista i piccoli spettatori e se il lavoro cromatico sui fondali alza l’asticella complessiva (si vedano le sfumature di verde, i dettagli, la composizione dei quadri), la coperta si rivela comunque troppo corta, i chara design secondari sono decisamente meno convincenti, le proporzioni e prospettive fanno spesso saltare il banco. Nonostante alcuni aspetti più che positivi, come i flashback affidati a Marco Zanoni, la distanza tra Mary e lo spirito di mezzanotte e la qualità media di una qualsiasi produzione francese ci sembra ancora troppo marcata, anche nelle intenzioni, nel linguaggio, nelle idee grafiche e narrative. Manca al nuovo film di d’Alò la vivacità caleidoscopica del suo precedente Pipì, Pupù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite, la giustezza certosina del target, la volontà (ma anche possibilità) di sganciarsi dal morbo disneyano e da vaghe necessità commerciali – si vedano le canzoni, gradevoli ma superflue, quasi ingombranti.

Declinato al femminile, tra venature fantastiche e leggiadra accettazione del lutto, sospinto dall’affollata squadra coproduttiva, Mary e lo spirito di mezzanotte esce in Italia in una fase probabilmente propizia (due settimane prima di Prendi il volo della Illumination). La speranza è che un eventuale successo riporti d’Alò alle possibilità produttive e alle ambizioni de La Freccia Azzurra e La gabbianella e il gatto, a quella continuità che potrebbe finalmente sospingere la nostra animazione. La mente corre a Rak, a L’arte della felicità, Gatta Cenerentola e Yaya e Lennie – The Walking Liberty. Non ci resta che sperare.

Info
Il trailer di Mary e lo spirito di mezzanotte.

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