Kung Fu Panda 4
di Mike Mitchell, Stephanie Stine
La buona computer grafica della DreamWorks, qualche gag apprezzabile (merito soprattutto dei due padri del protagonista, Ping e Li Shan), il prevedibilissimo ma funzionale incontro\scontro tra Po e Zhen e l’oramai lunga esperienza di Mike Mitchell garantiscono a Kung Fu Panda 4 e soprattutto agli spettatori una gradevole velocità di crociera. Si vede e poi si dimentica, come buona parte dei blockbuster in cgi.
Panda! Go, Panda!
Po, in qualità di Guerriero Dragone, assiste il signor Ping, suo padre adottivo, e Li Shan, suo padre biologico, nell’apertura del loro nuovo ristorante. Nel frattempo, il Maestro Shifu giunge per comunicargli che è giunto il momento per lui di progredire e assumere il ruolo di guida spirituale della Valle della Pace. Questo implica che Po debba rinunciare al titolo di Guerriero Dragone e individuare un degno successore per prendere il suo posto… [sinossi]
Coraggio, fiducia in se stessi, pazienza, disciplina e compassione. Ovvero, il nucleo tematico e narrativo de I segreti dei cinque cicloni, cortometraggio del 2009, breve sequel del primo travolgente Kung Fu Panda (2008) di Mark Osborne e John Stevenson. In un’altra epoca, forse, ci si sarebbe fermati lì. In questa lunga, lunghissima corsa ai sequel prequel midquel interquel spin-off crossover reboot e tutto quel che segue, il simpatico e pacioso panda Po non poteva che dar vita a un franchise sempre più strutturato: quattro lungometraggi, cinque cortometraggi e tre serie, senza contare la fiumana di merchandise per grandi e piccini e un buon numero di videogiochi. Tanto, troppo. Quel che salva il franchise, tenendolo sempre in pieni, è l’idea iniziale. Nell’animazione, come insegna l’industria degli anime (Panda! Go, Panda!, Orsetto Panda e gli amici della foresta), i panda funzionano: ancor meglio, quantomeno per il box office, se si strizza l’occhio alla CGI burlona alla Shrek e se l’avventura è declinata a colpi di arti marziali – e qui si torna al Sol Levante, ai battle shōnen che da anni fanno il bello e il cattivo tempo in giro per il mondo. Ed ecco, a grandi linee, raccontati i perché di Kung Fu Panda 4, ultimo (?) capitolo che nulla aggiunge e nulla toglie ai precedenti, ripescando persino i vari cattivi incontrati, sconfitti e spediti all’altro mondo da Po – la mente corre all’orgia robotica di Mazinga Z Infinity e ai vari Garada K7, Doublas M2, Gromazen R9, Chigul E7 e Deviral X1, usati più o meno come Tai Lung, Kai, Boar e via discorrendo.
La buona computer grafica della DreamWorks, qualche gag apprezzabile (merito soprattutto dei due padri del protagonista, Ping e Li Shan), il prevedibilissimo ma funzionale incontro\scontro tra Po e Zhen e l’oramai lunga esperienza di Mike Mitchell garantiscono a Kung Fu Panda 4 e soprattutto agli spettatori una gradevole velocità di crociera, infarcita dalla consueta retorica del cambiamento – ahinoi, quanto si sta assottigliando la distanza tra DreamWorks e Pixar, anche alla luce del pur grazioso Red, uscito da poco nelle sale. Ecco, proprio la Pixar ci ricorda uno dei piccoli vantaggi dello studio fondato da Spielberg, Katzenberg e Geffen, ben visibile anche in Kung Fu Panda 4: un concetto molto più elastico, per non dire fluido, della famiglia. Sfizioso, tra l’altro, il confronto tra i due adorabili padri e La Camaleonte, una mamma decisamente cattiva.
L’afflato seriale di questo quarto capitolo è evidente, dall’ipotetico passaggio di consegne (vai mai a sapere…) alla parata che omaggia tutti i cattivi, che questa volta quasi azzerano la presenza dei cinque cicloni, ridotti a fulminei camei. Il saluto corale e lo scioglimento di una storia fin troppo basilare, senza grandi sussulti sul fronte wuxia (genere che, in mano ad altri e soprattutto negli anni d’oro, sapeva cercare e trovare, anche nella reiterazione, nell’accumulo e nell’eccesso, soluzioni narrative ed estetiche spesso memorabili), ci restituiscono in fin dei conti quella che è la caratura dell’animazione targata DreamWorks, quasi mai memorabile, quasi sempre dignitosa. Il problema, come sempre, è se vogliamo davvero accontentarci di così poco – in attesa, tra l’altro, della rivoluzione annunciata dell’intelligenza artificiale.
Info
Il trailer di Kung Fu Panda 4.
- Genere: action, animazione, arti marziali, avventura, commedia, fantasy
- Titolo originale: Kung Fu Panda 4
- Paese/Anno: Cina, USA | 2024
- Regia: Mike Mitchell, Stephanie Stine
- Sceneggiatura: Darren Lemke, Glenn Berger, Jonathan Aibel
- Montaggio: Christopher Knights
- Interpreti: April Hong, Audrey Brooke, Awkwafina, Bryan Cranston, Cece Valentina, Cedric Yarbrough, Dustin Hoffman, Gedde Watanabe, Ian McShane, Jack Black, James Hong, James Murray, James Sie, Karen Maruyama, Ke Huy Quan, Lincoln Nakamura, Logan Kim, Lori Tan Chinn, Mick Wingert, Mike Mitchell, Mr. Beast, Peggy Etra, Phil LaMarr, Reyn Doi, Ronny Chieng, Seth Rogen, Suzanne Buirgy, Tom McGrath, Vic Chao, Viola Davis
- Colonna sonora: Hans Zimmer, Steve Mazzaro
- Produzione: DreamWorks, DreamWorks Animation, Universal Pictures
- Durata: 94'
- Data di uscita: 21/03/2024