Phantom Boy

Dopo la convincente opera prima Un gatto a Parigi, Felicioli e Gagnol si confermano con Phantom Boy, leggiadro noir dalle venature fantastiche che mette in scena senza inutili birignao una grave malattia, e che declina con creatività narrativa e grafica la nascita di un piccolo supereroe nella Grande Mela. Presentato al Torino Film Festival 2015e al Future Film Festival di Bologna 2016.

Nel blu dipinto di blu

New York, un misterioso malvivente sfigurato spara e ferisce gravemente Alex, l’ispettore di polizia che era sulle sue tracce. Immobilizzato in ospedale, Alex incontra Leo, un ragazzo di undici anni che ha la capacità di uscire dal suo corpo. Come un fantasma, invisibile a tutti, il ragazzo vola e passa attraverso i muri. Quando il gangster sfigurato minaccia la città con un virus informatico, grazie ai poteri straordinari del bambino, Alex riprende la sua inchiesta. Ad aiutarli sarà una volenterosa e testarda giornalista… [sinossi]

Sono passate poche settimane dalla proiezione al Festival di Roma dell’ottimo Tout en haut du monde di Rémi Chayé e ci troviamo nuovamente a glorificare il cinema d’animazione francese. Una scuola, un’industria, un modo di pensare e fare animazione. Al di là delle Alpi, anno dopo anno e pellicola dopo pellicola, si è consolidato il terzo polo dell’universo animato: oltre agli Stati Uniti e al Giappone, è la Francia a saper sposare con ammirevole costanza quantità e qualità. L’ennesima felice conferma arriva da Phantom Boy Gagnol & Felicioli, leggiadro noir/polar dalle venature fantastiche che mette in scena senza inutili birignao una grave malattia, e che declina con creatività narrativa e grafica la nascita di un piccolo supereroe nella Grande Mela. Un omaggio a matita e pastello ai supereroi à la Stan Lee, agli albi della Silver Age.

Archiviati premi e riscontri critici con il lungometraggio d’esordio Un gatto a Parigi, Gagnol & Felicioli procedono lungo sentieri già battuti fin dai tempi dei primi cortometraggi e della serie televisiva Les tragédies minuscules (1999). Autorialità e coerenza grafica e narrativa sono le parole chiave di Phantom Boy e del percorso artistico del duo transalpino: ritroviamo le animazioni essenziali, il fertile disinteresse per la prospettiva e le proporzioni, le linee sbilenche figlie delle avanguardie pittoriche novecentesche, il gusto per una narrazione ad altezza di bambino, la capacità di semplificare senza banalizzare.
In un certo senso, Phantom Boy è l’ideale proseguimento di Un gatto a Parigi. Le atmosfere noir del finale sui tetti parigini (l’allucinazione del Colosso di Nairobi, il vis-à-vis con il cattivissimo Victor Costa) avvolgono lo skyline newyorkese fin dai titoli di testa – ancora essenzialità nelle scelte grafiche, con echi di Saul Bass – e il nuovo villain, un Joker dadaista, è un parente stretto di Costa, ancora una volta circondato da tirapiedi dal risibile quoziente intellettivo.

Insomma, Gagnol & Felicioli sono abili nel mescolare toni allegri e leggeri e sequenze dal forte impatto emotivo (su tutte, il volo finale di Leo e la reprise del racconto nel racconto, con la piccola Titì nei panni della salvifica narratrice), inserendo qua e là fulminee citazioni cinefile (Gremlins, Manhattan…) a uso e consumo del pubblico adulto. Piccole e comprensibili concessioni agli accompagnatori dei fruitori finali: mai superficiale, anche quando semplifica gli snodi narrativi, Phantom Boy è infatti un ammirevole esempio di animazione per bambini/ragazzini, propositiva nei contenuti narrativi e grafici.
Phantom Boy gioca coi generi e coi cliché, rende vivissimi volti che (forse) sarebbero piaciuti a Modigliani, non ha paura di affrontare temi spesso improponibili per l’animazione commerciale come la malattia e la morte. La differenza, in fin dei conti, è proprio in quel commerciale: buona parte dell’animazione francese, soprattutto negli ultimi anni, è prima di tutto autoriale, slegata dagli schematismi dell’imperante computer grafica statunitense. Gagnol & Felicioli, come Rémi Chayé (Tout en haut du monde), Éric Omond (Loulou, l’incroyable secret) o il trio Benjamin Renner, Stéphane Aubier e Vincent Patar (Ernest & Celestine), non scimmiottano nessuno, ma cercano e creano nuovi mondi animati.

Info
Phantom Boy sul sito del TFF2015.
Il trailer originale di Phantom Boy.
Phantom Boy sul sito della PFA Films.
  • Phantom-Boy-2015-Gagnol-Felicioli-01.jpg
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