L’incredibile Hulk

L’incredibile Hulk

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Con la regia di Louis Leterrier ed Edward Norton nel ruolo del protagonista, torna il mutante verde della Marvel e questa volta è proprio incredibile. A differenza del predecessore, L’incredibile Hulk sembra fare riferimento più alla serie televisiva degli anni ’70 che al fumetto.

Mi ricordo montagne di muscoli verdi

Torna il mutante verde della Marvel e questa volta è proprio incredibile. L’irascibile Bruce Banner (Edward Norton) si è rifugiato in una favela brasiliana, dove esercita il corpo e lo spirito con lo yoga, sperando così di imparare a controllare le proprie pulsioni nefaste. Il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (un inedito William Hurt, con parrucchino e baffo canuto) è però sulle sue tracce, mosso dal malsano intento di replicare il DNA di Banner e inocularlo a uno squadrone di supersoldati mutanti. Ma una goccia del sangue di Banner finisce in una bottiglia di succo di guaranà e di lì a breve un inconsapevole e assetato vecchietto statunitense inizia ad accusare degli strani sintomi rinvigorenti. Il nostro Thaddeus comprende allora che il suo obiettivo sta per essere raggiunto. Un siero viene dunque distillato dal sangue del vecchio e tosto mescolato con quello del non più aitante soldato Blonsky (Tim Roth), pronto a trasformasi in un combattente superdopato. Banner fa poi ritorno (a piedi) nell’Università della Virginia dove tutto ha avuto origine, qui ritrova la bella fidanzata Betty Ross (Liv Tyler) e con lei cerca di raggiungere uno scienziato che forse può curare la sua ipereccitazione congenita. Ma Betty è la figlia di Thaddeus e il generale non ha alcuna intenzione di concederla in sposa al mostro verde, né di lasciarsi sfuggire l’opportunità di carpirgli il misterioso ordine spiraliforme delle sue molecole mutanti… [sinossi]

È chiaro che a terrorizzare gli Stati Uniti non è più il pericolo atomico che serpeggiava negli anni della Guerra Fredda, quando L’incredibile Hulk ha fatto la sua comparsa nei fumetti della Marvel. Oggi il problema all’ordine del giorno è più complesso e tutto interno: adoperare la forza militare con un’etica sociocompatibile. L’utilizzo corretto delle scoperte mediche e tecnologiche è il nucleo alla base di questa nuova versione cinematografica delle vicende del mutante verde, così come la contrapposizione, di scottante attualità, tra una scienza dai fini benefici (incarnata qui dallo scienziato Mr. Blue) e una sua versione nefasta e militarizzata (quella del generale e della sua équipe). Ma L’incredibile Hulk, firmato dal non eccelso shooter transalpino Louis Leterrier (Transporter: Extreme, Danny the Dog) diluisce distrattamente questo interessante assunto, innestandolo con scene d’azione ordinarie e una storia d’amore poco appassionante.

La prima sequenza d’azione vede un Banner incappucciato in una assai visibile felpa rossa saltellare su tetti e cortili della favela brasiliana, mentre Blonsky e compagni lo inseguono armati fino ai denti. La sequenza è girata con scarsa originalità e impallidisce di fronte a quella, ambientata nella Casbah, vista di recente nel ben più solido e avvincente The Bourne Supremacy. Il secondo inseguimento ai danni del mutante ha luogo invece nel campus universitario di Culver, Virginia. Qui, dopo aver attraversato una labirintica biblioteca (viene da rimpiangere l’ironia giocosa di una scena analoga vista nell’ultimo Indiana Jones), mostro e soldati si fronteggiano nel parco accademico, dove ha luogo il solito rotolare sulla testa dei “buoni” di mezzi di locomozione (aerei e cingolati) in fiamme. L’unica novità elargitaci è quella di un’arma dal fastidioso ronzio, sparato contro il mutante da due altoparlanti vibranti. Un po’ di pathos lo si raggiunge invece con lo scontro finale, merito forse dell’inusuale ambientazione (la scena si svolge ad Harlem, proprio di fronte allo storico Apollo Theatre) e della fascinazione perversa che ci fa quasi tifare per il mostruoso rivale color ruggine: il ghignante Abominio.

Edward Norton è qui decisamente sottotono, esangue e tremante quando nei panni di Banner, fastidiosamente ringhiante quando incarnato dall’alter ego digitale e muscoloso. William Hurt pare leggermente sorpreso di trovarsi in questo insolito ruolo e forse di questo disagio dobbiamo attribuire parte della colpa al parrucchino color topo. In ogni caso il biasimo è da suddividere equamente tra la risibile sceneggiatura (inutile insistere sull’inverosimiglianza del tutto, si veda la sinossi) e l’anodina regia, mentre per gli esteti ci pensa Liv Tyler a catalizzare su di sé tutto il piacere visivo che questa pellicola può dare. La precedente versione di Hulk, ovvero quella firmata da Ang Lee, non era propriamente soddisfacente, ma farne un’altra come se la precedente non fosse mai esistita è, in questo caso, oltremodo futile, per quanto costituisca una novità, almeno dal punto di vista produttivo-commerciale.

A differenza del predecessore, L’incredibile Hulk sembra fare riferimento più alla serie televisiva degli anni ’70 che al fumetto. Lo dimostrano i titoli di testa (si veda la radicale differenza con quelli del film di Ang Lee, tutti fumettistici) e l’unico momento giocoso del film: l’apparizione di Lou Ferrigno (che faceva capolino anche in Hulk), qui nei panni del guardiano del laboratorio scientifico, corrotto con una semplice ma fumante pizza. A risollevare in extremis il film ci pensa poi un post finale del tutto simile (a buon intenditor…) a quello posto dopo i titoli di coda di Iron Man. Si tratta oramai di un’innovativa forma pubblicitaria per la prosecuzione del franchise Marvel e, a parte l’intento puramente commerciale, l’epifania è da applauso a scena aperta. Questa volta però si è pensato bene di non attendere la fine dei credits (come avveniva, appunto, in Iron Man), gli spettatori possono dunque stare tranquilli, non devono aspettare oltre per uscire dalla sala.

Info
La pagina Facebook ufficiale de L’incredibile Hulk.
Il trailer italiano de L’incredibile Hulk.
La recensione de L’incredibile Hulk è apparsa in precedenza sul sito www.cinemavvenire.it.
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