Un fidanzato per mia moglie

Un fidanzato per mia moglie

di

Davide Marengo si affida a una nutrita schiera di comici del piccolo schermo per tornare al cinema con Un fidanzato per mia moglie, rom-com scialba e poco brillante, remake dell’omonimo film argentino diretto da Juan Taratuto.

L’attacco del falco

Camilla, sarda doc, lascia la sua bella isola e si trasferisce nel capolouogo lombardo per amore di Simone, milanese al 100%. Dopo due anni di convivenza la coppia entra in crisi e decide di separarsi. Alla vigilia dell’appuntamento in tribunale, fanno una seduta di psicoterapia di coppia per valutare una possibile ricucitura prima dello strappo definitivo, scoprendo che le ragioni di fondo del loro amore non sembrano essere state intaccate del tutto… [sinossi]

Reduce dall’invisibile e non pervenuto The Lithium Conspiracy, tuttora inedito nelle sale nostrane salvo l’anteprima al Courmayeur Noir in Festival nel 2012 e del quale si sono perse definitivamente le tracce, Davide Marengo torna al cinema con Un fidanzato per mia moglie, distribuito a partire dal 30 aprile da 01. E per farlo decide di andare sul sicuro per non inciampare nuovamente in qualche meccanismo produttivo-distributivo “malato”, scegliendo come terza prova dietro la macchina da presa nel lungometraggio di finzione una classica Rom-Com degli equivoci, piena zeppa di comici del piccolo schermo in trasferta, ma come in questo caso incapaci di affrontare fino in fondo il passaggio sul grande: da Luca & Paolo ad Ale & Franz, passando per Geppi Cucciari. Due scelte che, vista la situazione e i cattivi scherzi che il mercato italiano è solito tirare a gran parte dei suoi esponenti, rappresentano due scialuppe di salvataggio alle quali aggrapparsi per non annegare. Eppure, come avremo modo di scoprire da qui a qualche riga, nemmeno l’avere imboccato la meno tortuosa strada della commedia nazional-popolare è servito al cineasta napoletano a portarsi a casa un risultato quantomeno soddisfacente e sufficiente.

A molti il titolo in questione non dirà nulla, ad altri al contrario ricorderà più o meno vagamente qualcosa. Quel qualcosa è la pellicola omonima (Un movio para mi mujer) campione d’incassi una dozzina di stagioni fa in Argentina e diretta da Juan Taratuto, della quale il film del regista di Notturno Bus è proprio il remake tricolore. Pratica, quest’ultima, che in Italia non è più poi tanto anomala e che, oltre ai rifacimenti di cult e classici del made in Italy sui quali è preferibile stendere un velo pietoso (ultimo in ordine di tempo l’abominevole Aspirante vedovo di Massimo Venier, remake liberamente ispirato di quel capolavoro della commedia all’italiana firmato da Dino Risi che risponde al titolo de Il vedovo), si è allargata a macchia d’olio anche oltre confine, con i produttori e i registi italiani che sono andati a (ri)pescare successi esteri, a cominciare proprio dal tanto celebrato Benvenuti al Sud. Il tutto con il chiaro intento di far fronte alla moria del nostro mercato.

Scritto dallo stesso Marengo con Francesco Piccolo e in collaborazione con Dino Gentili, Un fidanzato per mia moglie non è la fotocopia sbiadita dell’originale, piuttosto un adattamento più o meno fedele da considerare mal riuscito. Fatti gli aggiustamenti del caso, necessari a collocare e trasferire la storia e i personaggi dal Sud America alla Milano dei Navigli e dei grattacieli pre-Expo, il risultato non brilla certo per brio e per comicità. Aggettivi che sono merce molto rara in una scrittura che, una volta replicata l’architettura drammaturgica e narrativa presente nella matrice (un lungo flashback nel quale i coniugi protagonisti raccontano a una terapeuta onnisciente durante una seduta di coppia i motivi della loro crisi), si è limitata a cucire addosso al gruppo di interpreti battute e situazioni che hanno il gusto inconfondibile della minestra riscaldata, priva di spunti e pennellate personali degne di nota. Questo rende gli ingredienti propinati prevedibili e “masticati”, appartenenti a un repertorio che ha fatto il suo tempo, come quello che un vecchio comico è costretto a rispolverare su richiesta per tornare a calcare le tavole di un palcoscenico.
Dal punto di vista della confezione, Marengo fa quello che può per salvare il salvabile, ossia mette in quadro un plot che non lascia tanto spazio al lavoro creativo dietro la macchina da presa. Per cui la resa non va oltre il minimo indispensabile. Questo perché è il lavoro davanti alla cinepresa quello sul quale si è deciso di puntare per attirare lo spettatore di turno in sala. Dunque, certe scelte di cast lo confermano ampiamente. Peccato che quei volti noti della comicità televisiva, se in altri film avevano saputo farsi largo (vedi Luca & Paolo in Immaturi), mai come in questo caso appaiono come pesci fuor d’acqua che annaspano.

Info
La pagina dedicata a Un fidanzato per mia moglie sul sito dalla 01 Distribution.
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-1.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-2.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-3.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-4.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-5.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-6.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-7.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-8.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-9.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-10.jpg
  • un-fidanzato-per-mia-moglie-2014-davide-marengo-11.jpg

Articoli correlati

Array
  • In sala

    Puoi baciare lo sposo RecensionePuoi baciare lo sposo

    di Nonostante sia intriso di buone intenzioni Puoi baciare lo sposo non fa altro che confermare la mediocrità già esibita da Alessandro Genovesi nel corso della sua carriera. Una commedia stanca, incapace di rifuggire con forza dal macchiettismo e da gag stantie, e che spreca anche la location di Civita di Bagnoregio.
  • Archivio

    Amici di letto RecensioneAmici di letto

    di Amici di letto mette in scena un po' di (pudiche) evoluzioni sessuali dei belli e bravi Justin Timberlake e Mila Kunis, capaci persino di prendersi in giro. Le parole però osano ben più dei corpi...
  • Archivio

    Immaturi RecensioneImmaturi

    di Una versione sbiadita de Il grande freddo, con un'idea di partenza forte, ma uno script fallace.
  • Archivio

    Mine vaganti RecensioneMine vaganti

    di Özpetek abbandona finalmente il microcosmo di Testaccio per trasferire armi e bagagli in Puglia: ne nasce una commedia diseguale con un buon cast.