Noi credevamo

Noi credevamo

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Noi credevamo, il capolavoro di Mario Martone, arriva in dvd con 01 Distribution in un’edizione speciale, da non lasciarsi sfuggire. Un’opera fondamentale, che riscrive il cinema italiano degli ultimi due decenni e ribadisce la centralità dell’arte come principale elemento di riflessione e cronaca su ciò che la circonda; perché “eravamo tanti, eravamo insieme, il carcere non bastava. Noi la lotta dovevamo cominciarla quando ne uscimmo. Noi, dolce parola, noi credevamo…”.

Tre ragazzi del sud Italia, in seguito alla feroce repressione borbonica dei moti che nel 1828 vedono coinvolte le loro famiglie, maturano la decisione di affiliarsi alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Attraverso quattro episodi che corrispondono ad altrettante pagine oscure del processo risorgimentale per l’unità d’Italia, le vite di Domenico, Angelo e Salvatore verranno segnate tragicamente dalla loro missione di cospiratori e rivoluzionari, sospese come saranno tra rigore morale e pulsioni omicide, spirito di sacrificio e paura, carcere e clandestinità, slanci ideali e disillusioni politiche. Sullo sfondo, la storia più sconosciuta della nascita del paese, dei conflitti implacabili tra i “padri della patria”, dell’insanabile frattura tra nord e sud, delle radici contorte su cui sì è sviluppata l’Italia in cui viviamo… [sinossi]
Odi la gloria dell’ardimento
il tuo colore mette spavento
Venezia e Roma poi nella fossa
cadremo assieme camicia rossa
Venezia e Roma poi nella fossa
cadremo assieme camicia rossa.
[Cantata nel film]
Si può vedere Noi credevamo anche su Raiplay, cliccando a questo link.

Davvero ammirevole il lavoro portato avanti dalla 01 Distribution per promuovere Noi credevamo di Mario Martone: dopo la classica uscita per l’home video, avvenuta alcuni mesi or sono, è ora la volta di una splendida edizione in dvd, con la versione integrale del film e un cd contenente la colonna sonora, eseguita dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da Roberto Abbado. Il modo migliore per dare la doverosa visibilità a una delle più importanti opere cinematografiche portate a termine in Italia negli ultimi due decenni: un film che ha il coraggio di rielaborare un racconto storico sul Risorgimento italiano senza perdere mai di vista la riflessione sulla contemporaneità.

Nell’interessante commento audio di Martone e Alberto Barbera, rintracciabile tra i pochi ma essenziali contenuti speciali del dvd, il regista campano ammette di aver trasformato l’incipit, dopo averlo scritto, in un omaggio a una sequenza analoga di 1860 di Alessandro Blasetti, uno dei pochi film “risorgimentali” del cinema italiano (Martone cita anche Il Gattopardo di Luchino Visconti, Bronte di Florestano Vancini e il misconosciuto La pattuglia perduta – Vecchio regno, in cui Piero Nelli mescolava al racconto storico le pratiche del cinema neorealista, con un approccio alla materia non poi così dissimile da quello che anima Noi credevamo).

Un’affermazione che rende abbastanza esplicito uno dei tratti essenziali del film, quello di porsi come vera e propria ricostruzione del materiale storico, attraverso un percorso di riscoperta della memoria della nazione che mette insieme fatti acclarati, ingegni, arti, speculazioni filosofiche. Noi credevamo non è “solo” l’ambiziosa messa in scena di un movimento decennale che portò, con fatica e piegando il capo di fronte a un numero non indifferente di compromessi, alla nascita dell’Italia unita, ma anche e soprattutto l’indagine accorata, disillusa ma mai doma, dell’Italia di oggi, “gretta, superba, assassina” per dirla con le parole usate da Domenico/Luigi Lo Cascio nel monologo finale. È così che viene a mescolarsi la storia di centocinquanta anni addietro con quella attuale, come il fatto che alcune location fossero state rintracciate grazie all’aiuto e all’intervento di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (in provincia di Salerno) ucciso dalla camorra in condizioni mai completamente chiarite appena pochi giorni prima della presentazione di Noi credevamo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove era presente in concorso. L’Italia di ieri e di oggi si guardano dunque attraverso lo specchio, riconoscendosi e al contempo disconoscendosi, nel difficile tentativo di comprendersi fino in fondo.

Un’opera fondamentale, che riscrive il cinema italiano degli ultimi due decenni e ribadisce la centralità dell’arte come principale elemento di riflessione e cronaca su ciò che la circonda, un punto fermo andato smarrito con troppa facilità da qualche tempo a questa parte all’interno della Settima Arte nostrana. Anche per questo il consiglio è quello di non perdere l’occasione di ascoltare gli aneddoti e gli spunti che nascono spontanei nel dialogo tra Martone e Barbera, vero e proprio nodo cruciale degli extra del dvd, quasi un film a parte. Contenuti speciali che contengono anche una breve sequenza eliminata dal montaggio finale del film, nella quale si assiste all’attesa da parte di Giuseppe Mazzini dell’arrivo di Salvatore, passata suonando la chitarra, il trailer del film e La meditazione, breve cortometraggio di teatro/danza che Martone ha tratto da Hayez e messo in scena sfruttando la suggestiva coreografia di Raffaella Giordano.

Il consiglio è dunque quello di non lasciarsi sfuggire dalle mani un capolavoro del cinema contemporaneo italiano, struggente resoconto di ciò che fu ed è, ma anche e soprattutto di ciò che sarebbe potuto essere, forse. Perché, come insegna il monologo finale “eravamo tanti, eravamo insieme, il carcere non bastava. Noi la lotta dovevamo cominciarla quando ne uscimmo. Noi, dolce parola, noi credevamo…”.

Info
Il trailer ufficiale di Noi credevamo.
La scheda di Noi credevamo sul sito della 01.
 
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