Un castello in Italia
di Valeria Bruni Tedeschi
Presentato al Festival di Cannes 2013, Un castello in Italia è un film fuori contesto. (Fuori) Concorso. Solo a tratti divertente, sopravvive grazie al talento e alle performance degli interpreti: dalla regista/protagonista a Louis Garrel, ovviamente bravo a vestire per l’ennesima volta gli stessi panni, fino a Filippo Timi, il personaggio potenzialmente più interessante. Il resto è una commediola sentimentale vista mille volte, fastidiosamente prevedibile, legata mani e piedi alla leggerezza fattasi inconsistenza del cinema (italo)transalpino dei salotti buoni.
Anche i ricchi piangono
La quarantenne Louise incontra il giovane e svogliato attore Nathan: sensi e sogni assopiti rifioriscono. Louise, la madre e il fratello malato, eredi nullafacenti di una famiglia di ricchi industriali italiani in declino, devono occuparsi del loro castello italiano, di quadri preziosi e di altre proprietà che forse dovranno vendere. Decadenza e malattia, amore e speranza… [sinossi]
Messico, 1979: Verónica Castro è la star della telenovela Los ricos también lloran. Italia, 1982: Telereporter inizia a trasmettere la versione italiana, la celeberrima Anche i ricchi piangono. Cannes, 2013: lunedì 20 maggio viene presentato in concorso, in una proiezione con pubblico e critica, Un castello in Italia di Valeria Bruni Tedeschi. Spogliando il lungometraggio della patina transalpina e del glamour di Garrel e della Bruni Tedeschi, resta poco o nulla, giusto il retrogusto amaro di un cinema visceralmente borghese, viziato, ombelicale, sospinto verso l’alto da logiche assai distanti dalla Settima Arte.
Un castello in Italia è un film fuori contesto. (Fuori) Concorso. Solo a tratti divertente, sopravvive grazie al talento e alle performance degli interpreti: dalla regista/sceneggiatrice/attrice, come sempre elegante e bella, a Louis Garrel, ovviamente bravo a vestire per l’ennesima volta gli stessi panni, fino a Filippo Timi, il personaggio potenzialmente più interessante. Il resto è una commediola sentimentale vista mille volte, fastidiosamente prevedibile, legata mani e piedi alla leggerezza fattasi inconsistenza del cinema transalpino dei salotti buoni. È cinema dell’intellighenzia. Cinema che calzerebbe a pennello in una rassegna organizzata dal PD.
Qualcosa funziona, a partire dalla diligente regia. Valeria Bruni Tedeschi gira con uno stile pulito, privo di fronzoli e belletti, come nei precedenti È più facile per un cammello… (2003) e Actrices (2007). Una messa in scena al servizio degli attori, vero centro gravitazionale del cinema della regista italiana. Ma in fin dei conti è un gioco facile, una partita giocata in casa: tra le mani ha Garrel e Timi, come nei lungometraggi precedenti aveva Mathieu Amalric, Valeria Golino, Chiara Mastroianni, Lambert Wilson, Emmanuelle Devos e via discorrendo.
Le risate o i sorrisi strappati sono figli di una comicità derivativa, figlia degenere di Moretti & Co., di una supposta incomunicabilità tra diverse sensibilità, se così vogliamo chiamarle. E allora si dovrebbe ridere della sequenza con le suore campane, donnine antiquate, ignoranti e fuori dal tempo. Oppure ci si dovrebbe divertire con le ciniche osservazioni della servitù ingrata o con i tracolli isterici di Louise alle prese con la quotidianità. Meglio, molto meglio, quando il racconto si focalizza esclusivamente sulle vicende amorose di Louise e Nathan, sui timori, sull’altalena di emozioni.
Del destino della ricca famiglia italo-francese, un tempo proprietaria di una fiorente industria e ora alle prese con la vendita del loro castello, ci interessa ben poco. Come delle rivendicazioni di Ludovic, viveur dai giorni contati; dei legami morbosi; degli alberi morenti e (de)cadenti; degli andirivieni della madre; dei dubbi professionali di Nathan, attore annoiato, e di tutto quel che segue. Sono solo lacrime fasulle.
Smaccatamente autoreferenziale e al tempo stesso impalpabile, Un castello in Italia sembra intrappolare la poetica di Valeria Bruni Tedeschi in un tunnel senza uscita, nonostante Čechov e Il giardino dei ciliegi. Come per Sofia Coppola, a Cannes con The Bling Ring, la necessità di cambiare rotta appare impellente.
Info
Il sito della distribuzione italia di Un castello in Italia.
Il trailer di Un castello in Italia.
- Genere: commedia, drammatico
- Titolo originale: Un château en Italie
- Paese/Anno: Francia | 2013
- Regia: Valeria Bruni Tedeschi
- Sceneggiatura: Agnès de Sacy, Noémie Lvovsky, Valeria Bruni Tedeschi
- Fotografia: Jeanne Lapoirie
- Montaggio: Anne Weil
- Interpreti: Alexandre Styker, André Wilms, Anna Morello, Aurélia Petit, Bernard Nissile, Céline Sallette, Filippo Rutigliano, Filippo Timi, Gerard Falce, Louis Garrel, Magalie Woch, Marie Riviere, Marysa Borini, Nicolas Maury, Oury Milshtein, Philippe Pescayre, Pippo Delbono, Silvio Orlando, Valeria Bruni Tedeschi, Xavier Beauvois
- Produzione: SBS Productions
- Distribuzione: Teodora Film
- Durata: 104'
- Data di uscita: 31/10/2013