Berlinale 2022
La Berlinale 2022 segna il ritorno in presenza dopo lo slittamento online dello scorso anno: un’occasione per la manifestazione cinematografica per riappropriarsi degli spazi, dal Berlinale Palast di Potsdamer Platz fino alle sale più periferiche, e di riannodare il rapporto con la cittadinanza. Ad aprire le danze è François Ozon, che con Peter von Kant osa l’inosabile, vale a dire confrontarsi con Rainer Werner Fassbinder.
Peter von Kant, versione “al maschile” de Le lacrime amare di Petra von Kant diretta da François Ozon, è l’opera con cui si apre la Berlinale 2022, settantaduesima edizione del festival tedesco, la prima a tornare in presenza dopo un anno passato a distanza, con i film visti sugli schermi casalinghi, con un audio inadeguato, e senza il rapporto fisico con la sala, con i luoghi, con gli altri accreditati, con i cittadini di Berlino. Già, i cittadini di Berlino. Il festival si riappropria degli spazi che da decenni oramai lo caratterizzano, e per quanto questo non equivalga ancora a un ritorno alla cosiddetta “normalità” (non a caso una parte degli addetti ai lavori ha preferito non presenziare in loco, a causa anche della tardiva informazione relativa al tampone giornaliero da fare per poter accedere non solo alle sale per le proiezioni stampa, ma addirittura all’intera area principale del festival, quella che ruota attorno a Potsdamer Platz) è senza dubbio un segnale importante per un evento che da sempre assegna un ruolo così centrale e determinante al rapporto con la città. Permangono ovviamente preoccupazioni per l’organizzazione del festival, e mai come quest’anno gli occhi di tutti saranno puntati sulla capacità della Berlinale di gestire una situazione tuttora anomala – è giusto sottolineare come l’European Film Market si svolga anche nel 2022 online. Non si può infatti non ragionare su come il festival sia in qualche modo scisso a metà, con la fase delle prime concentrata solo dal 10 al 15 febbraio… [continua a leggere]
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