Il silenzio del mare
Il silenzio del mare è un film volutamente anticinematografico, ridotto all'osso, minimalista senza alcun cedimento, intriso di tutto il peso letterario e morale dell'omonimo romanzo di Vercors. Leggi tutto
Le jene del quarto potere
Unica vera trasferta in terra americana di Jean-Pierre Melville, Le jene del quarto potere decostruisce il classico noir giornalistico a stelle e strisce adottando un andamento allentato, libero e divagante. Regna un divertito cinismo che sa molto di Nouvelle Vague. Leggi tutto
Labbra proibite
Realizzato su commissione e in coproduzione italiana, Labbra proibite di Jean-Pierre Melville adotta alcune linee di massima del noir e del mélo ma collocandosi robustamente al di sopra dei generi. Leggi tutto
Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide
Tutte le ore feriscono... l'ultima uccide di Jean-Pierre Melville riesce a manipolare con geometrica precisione gli archetipi del cinema poliziesco, del noir, mettendo personaggi e spettatori di fronte all'ineluttabilità del destino e all'ambigua specularità dei due protagonisti. Leggi tutto
I ragazzi terribili
Invitato da Jean Cocteau a dirigere la trasposizione del suo omonimo romanzo, nel 1950 Jean-Pierre Melville realizza I ragazzi terribili, suo secondo lungometraggio. Il film prelude all'automatismo esistenziale che caratterizzerà molte figure della produzione melvilliana. Leggi tutto
Lo sciacallo
Primo film a colori di Melville e ultima collaborazione del regista con Jean-Paul Belmondo, Lo sciacallo scarta dalle atmosfere del Polar parigino per guardare al road movie psicologico d’oltreoceano, e trarre liberamente dalle pagine di Simenon un ambiguo rapporto di specularità. Leggi tutto
Léon Morin, prete
Jean-Paul Belmondo esordisce nel cinema di Melville con un ruolo spiazzante e quasi conturbante: l'ecclesiastico di Léon Morin, prete è una sorta di casto Don Giovanni, che scatena la pulsione scopica della protagonista, interpretata da Emmanuelle Riva. Leggi tutto
Lo spione
Con Lo spione ha inizio la serie dei grandi noir stilizzati melvilliani. Alla sua seconda collaborazione con il regista, Jean-Paul Belmondo conferisce al suo personaggio un'aria scanzonata e imprevedibile. Finale indimenticabile. Leggi tutto
I senza nome
Il polar melvilliano si cristallizza ne I senza nome, penultimo titolo del cineasta francese, e trova una sintesi perfetta dove tutto si fa immagine e icona, grazie anche alla contemporanea presenza di tre volti per l'appunto iconici: Alain Delon, Gian Maria Volonté e Yves Montand. Leggi tutto
Bob il giocatore
Mirabile figura di un "giovane vecchio uomo", Bob il giocatore è il primo grande ritratto maschile della filmografia di Melville, il modello del "samurai" senza legge ma con dei rigidi codici morali cui discenderanno tutti i protagonisti del cinema successivo del cineasta francese. Leggi tutto
Il lungo addio
Riproposizione del detective Philip Marlowe in epoca di New Hollywood, Il lungo addio di Robert Altman decostruisce l’universo del tradizionale hard boiled anni Quaranta alla luce di nuove libertà e disinvolture espressive. Resta l’amarezza esistenziale. Leggi tutto
Straight Shooting
Straight Shooting è il primo lungometraggio di Ford, nonché uno dei suoi pochi film muti tra il 1917 e il 1920 a essere sopravvissuto. Insieme al suo fedele attore Harry Carey, Ford da vita a un personaggio più sfaccettato rispetto agli eroi stereotipati dei western coevi. Leggi tutto
Il raggio verde
Quinta e penultima tappa del ciclo Commedie e proverbi girata e rimasta per quasi due anni ferma in un cassetto per poi, nel 1986, tornare a casa dalla Mostra di Venezia con il Leone d’Oro, Il raggio verde trae molto libera ispirazione dall’omonimo romanzo di Jules Verne. Leggi tutto
L’incidente
Seconda opera, delle tre, frutto del sodalizio di Joseph Losey con il drammaturgo Harod Pinter, L'incidente nasce dal lavoro di scrittura cinematografica di quest'ultimo su un romanzo di Nicholas Mosley. Leggi tutto
Giornata nera per l’ariete
Giallo italiano anni Settanta popolato da personaggi un po’ più indagati nelle loro psicologie rispetto alla media del genere, Giornata nera per l'ariete di Luigi Bazzoni conferma lo sguardo elegante di un autore decisamente poco ricordato del nostro cinema. Leggi tutto
L’abisso
Afgrunden (in Italia L'abisso), nel lontano 1910, lancia in tutto il mondo il cinema danese, destinato per un quinquennio a un grande successo, e con esso la figura di Asta Nielsen, prima diva, ma soprattutto prima grande attrice cinematografica. Leggi tutto
L’estate assassina
Fumettone noir, cupo e sensazionalistico, fatto di toni accesi e tinte fortissime, L’estate assassina di Jean Becker mette al suo centro un’intrigante figura femminile dai tratti psicopatologici, incarnata a tutto tondo da una splendida Isabelle Adjani. Leggi tutto
Il profondo desiderio degli dei
Ideale prima parte di un dittico di Shōhei Imamura, che avrebbe completato quindici anni dopo con La ballata di Narayama, Il profondo desiderio degli dei esplora il Giappone insulare e oceanico laddove il film successivo avrebbe contemplato il Giappone arcaico d'alta montagna. Leggi tutto
Metropolis
Metropolis è il film più noto di Fritz Lang, nonché tra i più conosciuti e riconoscibili dell'era del muto. Se ne affronta qui la genesi, le diverse versioni, i problemi legati alla paternità, debiti e crediti verso altre opere, il suo essere duplice e dicotomico a diversi livelli. Leggi tutto
Amadeus
Lontano dall'essere un film biografico, volutamente "infedele" sotto il profilo storico, Amadeus è un'acuta riflessione sul dissidio con Dio, anche se il deicidio non può che prodursi in un fallimento. Magistrale F. Murray Abraham, ma ancor più uno straordinario Tom Hulce. Leggi tutto
Vij
Potrà far sorridere i cultori del cosiddetto “elevated horror”, un film come Vij di Georgij Kropačëv, Konstantin Eršov, a causa dei suoi effetti speciali naïf e d'antan, ma si tratta in realtà di un lavoro di fondamentale importanza, e non solo per la raffinatezza formale. Leggi tutto
Chi l’ha vista morire?
Chi l’ha vista morire? di Aldo Lado non si limita a proporre una variazione sul tema del giallo italiano anni Settanta, ma rilegge il racconto di suspense e spaventi secondo strumenti propri, perlopiù sorretti a umori e suggestioni ambientali. Leggi tutto
Strada a doppia corsia
Strada a doppia corsia è un’opera centrale, non solo per comprendere la poetica del suo autore Monte Hellman, ma anche per il percorso di demitizzazione dell’America: due anni dopo l’epica del “born to be wild” di Easy Rider è già tempo dell’inutilità del viaggio. Leggi tutto
La moglie del fornaio
Prendendo le mosse dal tema archetipico del marito cornificato, La moglie del fornaio di Marcel Pagnol si delinea per uno studio critico intorno a un classico tòpos narrativo in funzione di una profonda riflessione su stratificazioni sociali e potere istituzionale. Leggi tutto
L’ultima risata
L'ultima risata riveste un'importanza epocale per almeno tre ragioni: bandisce quasi del tutto l'uso di cartelli o didascalie, sfrutta le possibilità linguistiche offerte dai movimenti di macchina, e si pone come spartiacque per la carriera di Murnau. Leggi tutto
Vita di O-Haru, donna galante
Tra i capolavori della maturità di Kenji Mizoguchi, Vita di O-Haru, donna galante è un'opera tratta da un classico della letteratura di Ihara Saikaku, incentrata sulla figura di una donna martirizzata, oppressa, venduta in un ambiente patriarcale prevaricatore e crudele. Leggi tutto
Tess
Ispirato al romanzo inglese di fine Ottocento Tess dei d’Urberville di Thomas Hardy, Tess di Roman Polanski è un anti-kolossal di durata fluviale che all’accuratezza formale affianca pregnanti riflessioni su archetipi, meccanismi produttivi, sopraffazione dell’altro e dimensione dell’irrazionale. Leggi tutto
La stregoneria attraverso i secoli
La stregoneria attraverso i secoli è una sorta di trattato storico-divulgativo in forma di documentario, con parti narrative che da un lato ricostruiscono episodi della caccia alle streghe, e dall’altro danno forma alle superstizioni che di quel fenomeno erano causa e origine. Leggi tutto
I 400 colpi
Primo lungometraggio di François Truffaut realizzato ad appena 26 anni, amato e apprezzato fin dalla sua prima comparsa in sala, I 400 colpi attinge all’esperienza autobiografica dell’autore sulle orme di un nuovo approccio al fatto-cinema all’insegna dell’autenticità. Leggi tutto