Ribelle – The Brave

Ribelle – The Brave

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Scritto a più mani da Mark Andrews, Steve Purcell, Brenda Chapman e Irene Mecchi e diretto da Andrews e dalla Chapman, Ribelle – The Brave sarebbe “perfetto” se fosse un film esclusivamente Disney. La sensazione, per la prima volta dopo anni, è di trovarsi di fronte a un ibrido, a un nuovo prodotto che possiede indubbiamente le caratteristiche tecniche della Pixar, ma che si muove su territori della Casa del Topo.

Che botte se incontri gli orsi

In un’aspra e mitica Scozia, l’irruente Merida, figlia di re Fergus e della regina Elinor, preferirebbe diventare arciere, un desiderio che contrasta con le aspettative che sua madre ha per lei. Determinata a costruirsi la propria strada nella vita, Merida si oppone a una secolare tradizione sacra ai signori della terra: il massiccio Lord MacGuffin, il burbero Lord Macintosh e l’irascibile Lord Dingwall. Le azioni di Merida involontariamente scatenano il caos e la furia del regno, e quando si rivolge a un’eccentrica donna anziana per chiederle aiuto, il suo sfortunato desiderio viene esaudito. Il conseguente pericolo costringe Merida a scoprire il significato del vero coraggio al fine di distruggere una tremenda maledizione prima che sia troppo tardi… [sinossi]

Avventuroso, femminista, divertente, ironico. E poi i (consueti) rimandi al cinema di Hayao Miyazaki, l’abbacinante perfezione grafica degli animali (gli orsi, il cavallo), la folta chioma rossa della protagonista, con ogni singolo capello che sembra vivere di vita propria. Ci sono ritmo, azione e buoni sentimenti nel nuovo film della Pixar, la solita perizia tecnica, l’assoluto splendore della computer grafica, la minuziosa esaltazione di tutti i pixel, dalla prima all’ultima inquadratura.
Ribelle – The Brave, scritto a più mani da Mark Andrews, Steve Purcell, Brenda Chapman e Irene Mecchi e diretto da Andrews e dalla Chapman, sarebbe “perfetto” se fosse un film esclusivamente Disney, un significativo passo in avanti tecnico-artistico-narrativo rispetto ai precedenti Bolt – Un eroe a quattro zampe e Rapunzel – L’intreccio della torre – anche considerando il redivivo comparto 2D con La principessa e il ranocchio [1]. E sarebbe addirittura “miracoloso” se a produrlo fosse stata la DreamWorks Animation, avversaria della Pixar in cronico e probabilmente incolmabile ritardo.

Ribelle è invece una creatura di Lasseter e soci, di una casa di produzione che rappresenta per l’animazione commerciale occidentale una sorta di Terra di Mezzo, di luogo magico in cui autorialità e box office si intrecciano fruttuosamente. Era quindi lecito aspettarsi di più, in linea con le soluzioni narrative di Wall-E di Andrew Stanton (il lunghissimo incipit privo di dialoghi) e Up di Pete Docter e Bob Peterson (lo struggente flashback della love story tra Carl e Ellie) o con il crescendo della trilogia di Toy Story, che culmina con le atmosfere drammatiche e persino orrorifiche di alcune sequenze di Toy Story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich  (l’inquietante bambolotto e la scena nella discarica).

La sensazione, per la prima volta dopo anni, è di trovarsi di fronte a un ibrido, a un nuovo prodotto che possiede indubbiamente le caratteristiche tecniche della Pixar, ma che si muove su territori della Casa del Topo. Dopo i tanti tentativi non andati a buon fine di rinnovare l’icona della eroina/principessa disneyiana, da La Bella e la Bestia (1991) di Gary Trousdale e Kirk Wise a Mulan (1998) di Tony Bancroft e Barry Cook, passando per Pocahontas (1995) di Eric Goldberg e Mike Gabriel, è proprio il binomio Pixar-Disney a plasmare l’erede di Biancaneve e Cenerentola: Merida rappresenta la rinascita e l’aggiornamento dell’icona femminile disneyiana, che alle scarpette di cristallo e al principe azzurro preferisce l’arco, le frecce e un possente stallone (ecco, non fraintendiamo). Insomma, action, avventura, orsi feroci e nemmeno un briciolo di passività: Merida corre, salta, combatte, rompe le tradizioni e, pur in salsa zuccherina, mette in dubbio l’autorità paterna e materna. Nel nuovo film della Pixar/Disney gli uomini combattono e le donne vincono.

Ribelle – The Brave vale il prezzo del biglietto ed è difficile trovare un pixel fuori posto. Buoni sentimenti, avventura e gag comiche si intrecciano piacevolmente. L’estetica è seducente. Eppure, nonostante tutto questo sfarzo, attendiamo con un filo di preoccupazione le prossime produzioni della Pixar (& Disney).

Note
1.
Discorso a parte per il gioiellino Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri (2011), romantico tuffo nel passato, tra atmosfere garbate e un’animazione che sembra quasi coccolare l’orsetto creato da Alan Alexander Milne.
Info
Il sito italiano di Ribelle – The Brave.
Ribelle – The Brave su facebook.
Ribelle – The Brave su twitter.
I giochi online di Ribelle – The Brave.
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